Jo non era mai stata particolarmente affezionata alle abitudini, anzi, era incline alle novità, ai fuori programma. Eppure, nelle settimane successive, le parve di essere precipitata in un circolo vizioso. Tornava a casa trovando l'appartamento vuoto. Tornava a lavoro per intravedere il suo migliore amico nei corridoi, di sfuggita. Rispondeva alle telefonate di Dominic, che le faceva pena, offrendogli supporto morale. Lo passava salutare al bar, cercando di sollevargli il morale. E di nuovo, casa da sola. E così via.
L'inverno scivolo' via fino ad un febbraio gelido e ventoso.
Quel giorno, ai primi di febbraio, Jo si svegliò con un senso di presagio. Una sensazione strana; ma forse era la luce ad essere strana. La tenda oscurante lasciava filtrare una luminosità diversa. Si alzò per scostarla, trovando una bellissima sorpresa: era nevicato. Tutto il vicinato era ammantato di una coltre bianca, e fiocchi grossi come batuffoli di cotone fluttuavano nell'aria.
Jo amava profondamente la neve, per cui batte' le mani deliziata e si precipitò a vestirsi. La casa era silenziosa, soltanto il ronzio della caldaia in funzione le faceva compagnia. Si coprì con la giacca a vento ed uscì in strada, sorridendo come una bambina. Lo scricchiolio della neve sotto alle sue scarpe la rallentava, mentre tutto era quieto. L'aria frizzante le risvegliava i sensi, e stava giusto pensando che tutto le pareva possibile, quel giorno, quando si imbatte' in Luca.
Rimase a guardarlo per qualche secondo, sembrandole talmente fuori luogo da non credere ai propri occhi; anche lui era sorpreso, ma ben presto la gioia ebbe il sopravvento e Jo gli si gettò tra le braccia:
-Luca!-
-Ciao, Jo. Stavo venendo a portarti la colazione; Louis mi ha detto che oggi sei di riposo-
-Ma cosa ci fai qui?- Chiese lei, scostandosi una ciocca che le era finita in bocca.
-Pausa post-esami: son venuto a trovare Harry, e te. Era una sorpresa- si spiegò lui, facendola sorridere. Era sempre il solito.
-Sono proprio felice di vederti. Vieni, facciamo ancora due passi- gli disse, prendendolo a braccetto.Mentre Jo e Luca passeggiavano sotto alla nevicata, Louis smontava dal turno di notte. Era stanco, ma doveva vedersi con Harry, per cui aveva l'adrenalina che pompava a mille nelle vene.
Aveva evitato il bar dell'ospedale come un codardo, per non incontrare Dom. Era stato più forte di lui; si sentiva in colpa, e poi credeva che un sano distacco avrebbe fatto bene al ragazzo.
Però quel mattino l'altro bar, quello del chiosco, era chiuso, per cui decise di azzardarsi. Occhieggio' attraverso la vetrina, non scorgendo il ragazzo. Il suo bisogno di caffeina ebbe la meglio: sperando nella buona sorte, entrò.
Si avvicinò al bancone, sollevato di vedere un altro barista, ed ordinò un caffè doppio macchiato, con una ciambella. Mentre il barista si occupava della sua colazione, girò lo sguardo all'esterno, trasecolando nel notare la neve.
-Ma porca puttana...-
-Sei senza catene, immagino- lo sorprese la voce di Dominic. Si voltò di scatto. Lo vide sorride, anche se il sorriso non coinvolgeva gli occhi.
-Ciao. No, in effetti non le ho- rispose, cauto.
-Ecco qua. Cannella e zucchero di canna- si sbrigo' il ragazzo, facendolo arrossire di imbarazzo: si ricordava perfettamente come amava prendere il caffè al bar.
-Grazie- si limitò a dire, afferrando il vassoietto e dirigendosi ad uno dei tavolini più appartati, vicino alla vetrata. Il bar non prevedeva il servizio al tavolo.
La ciambella era ancora calda, ed appena la morse gli si aprì lo stomaco, rendendosi conto di essere affamato. La divoro' in quattro enormi bocconi, evitando accuratamente di guardare verso il bancone.
Zucchero' il caffè e sorrise fugacemente nel leggere il messaggio che gli aveva scritto Harry, digitando velocemente una risposta, e trasali' nel sentire la voce di Dom:
-Posso sedermi un attimo? Ti disturbo?-
Gli fece un cenno, e l'altro si accomodo'.
-Senti, Louis...non so se Jo ti ha detto qualcosa...ma la sto sentendo, ultimamente. Per telefono, oppure passa qui al bar, e...diciamo che mi sono confrontato con lei-
Louis annuì. L'amica glielo aveva accennato, anche se era difficile arrivare alla sua completa attenzione, dato l'impegno enorme del praticantato e della sua relazione con Harry.
-Sorvolando sui motivi che possono indurti a pensare che io abbia un secondo fine, volevo parlarti un attimo di una cosa, di cui anche Jo è a conoscenza-
-Dovete finirla di parlare alle mie spalle- si infastidi' il giovane, finendo in un sorso la sua bevanda.
-In realtà siamo preoccupati per te- affermò il ragazzo.
Louis lo guardò:
-E perché mai?-
-Diciamo che sei un tantino coinvolto da Harry...un filino troppo, ecco. Sei totalmente assorbito da lui. Non fai altro che lavorare e vederlo...-
-Basta così. Passi che tu e Jo parliate di me; passi che tu possa avere le tue motivazioni per avercela con me...-
-Ma io non ce l'ho con te!-
-...passi che lei abbia la sindrome della crocerossina nei tuoi confronti, ma farvi i cazzi miei anche no!-
Senza rendersi conto, Louis aveva alzato la voce. Il bar era semideserto; si voltarono soltanto un paio di medici, che subito tornarono a farsi gli affari loro.
-No, hai frainteso. Io non voglio farmi i fatti tuoi. Credimi. Anzi, non me ne viene niente a parlarti; a conti fatti, sarebbe meglio per me non rivolgerti la parola, ignorarti. Ma, purtroppo, Jo è la tua migliore amica, e volente o nolente tu fai parte delle nostre vite, ovvero la sua e la mia di riflesso. Lei è preoccupata. Tu non la ascolti. Volevo farti presente questa cosa-
Louis scosse il capo, offeso.
-Non abbiamo bisogno del messaggero tra di noi, Dom. Jo è adulta e si arrangia a dirmi le cose, fidati. Sei inopportuno-
-Louis...speravo non la prendessi così. Apri gli occhi. Sei talmente assorbito da lui da non vedere null'altro che quello che lui ti vuol far vedere- si infervoro' Dom, indurendo la mascella.
-Cosa stai insinuando? Come ti permetti?!-
-Non insinuo nulla, Lou. Ti ripeto: apri gli occhi. Ciao-
Il ragazzo si alzò e tornò la bancone, lasciandolo arrabbiato e punto sul vivo. Harry lo aspettava; lasciò i soldi sul tavolo e ne se andò di fretta. Calpesto' la neve, che lui odiava, con decisione. Doveva parlare con Jo. Probabilmente Luca era già arrivato a casa loro; si sarebbero magari potuti trovare per pranzo tutti assieme. Con quel pensiero, archivio' la sgradevole conversazione e si diresse al parcheggio, sperando che avessero liberato i passaggi.Arrivò da Harry in mezz'ora, grazie al traffico congestionato. Era di pessimo umore. Il ragazzo lo accolse con un sorriso, sgranando gli occhi nel sentirlo inveire contro la neve e contro l'umanità, in generale.
-Sei stanco, Lou. Forse avresti dovuto andartene a casa a riposare- commentò il ragazzo. Louis si voltò a fulminarlo:
-Mi stai dicendo che avresti preferito che non fossi venuto?!-
-No. Ho detto che sei stanco, e forse smontando notte avresti dovuto andare a casa per dormire-
-Ti dà fastidio che io sia venuto?!-
-Ma cos'hai?! Calma, non ho detto questo!-
Louis fece un sospiro, sforzandosi di calmarsi.
-Scusami. Sono per davvero stanco, e poi ho avuto un diverbio al bar. Tra un po' andrò davvero a casa a riposare, ma volevo vederti-
-Non preoccuparti, tigre. Sei talmente stanco che non ti rendi conto degli sforzi che devi fare per mantenere il ritmo. Voglio dire, io lo apprezzo, ma dovresti curarti un po' di più-
-Ma a me non interessa curarmi di più- mormorò il ragazzo, sedendosi sul suo grembo e tacitandolo con un bacio.Fu soddisfacente, ma il sesso con Harry era sempre stupefacente. Louis pareva non averne mai abbastanza. Sazio ed appagato, rotolo' su un fianco, pensando che gli sarebbe venuto molto semplice l'addormentarsi lì. Ma Harry non glielo aveva chiesto, per cui aggrotto' le sopracciglia, mettendosi a sedere.
-Tu non vuoi che dorma qui, vero?-
-Cosa? Che dici?-
-Non mi fermo mai a dormire da te-
-Lavori sempre...tu non dormi mai, in pratica- gli fece notare Harry.
Louis, suo malgrado, dovette concordare. Quel praticantato era un incubo.
-Ma, se potessi, a te farebbe piacere?- Insistette. Il tarlo del dubbio aveva iniziato a farsi strada. Maledetto Dom.
-Louis, non so che ti prenda oggi, ma mi metti l'ansia, ed io ho la tesi a breve. Non ho tempo per queste paranoie- Sbotto' Harry, infastidito.
-Tu...ti sto mettendo pressione, non è così?- Realizzò Louis, sentendo una brutta sensazione attanagliargli il petto.
-No. O forse, un pochino. Non ci sto pensando- rispose Harry.
-Io...ho bisogno di capire. Da quanto è che ci frequentiamo?-
-Da quanto andiamo a letto, vuoi dire? Perché non facciamo altro- commentò Harry.
-Tu vorresti che facessimo altro?-
-Non lo so, non ci ho pensato, non capisco cosa ti prenda!-
-Senti, Harry. Cosa vuoi da me?- tagliò corto Louis, fermandosi dal rivestirsi per guardarlo negli occhi.
-Io...io...non lo so, Louis- rivelò Harry, passandosi una mano sul volto.
-Ok, non dire altro. Sai, sono proprio un illuso. Che idiota. Mi freghi una volta, la colpa è tua. Mi freghi due volte, la colpa è mia-
-No, Louis, aspetta! Io ci tengo a te...-
-Certo, per scaldarti il letto, e poi ognuno a casa sua!-
-Non è vero! Ti stai sbagliando- ribatte' Harry.
-Senti, sono troppo stanco per discutere. Vai a 'fanculo, Harry- reagì Louis, afferrando la giacca ed uscendo come una furia dalla porta.Arrivò a casa, trovandola vuota. Jo doveva essersi fermata fuori con Luca, e ne fu sollevato. Non aveva voglia di vedere nessuno, non aveva voglia di giustificare il suo pessimo umore ed era arrabbiato con Jo e Dom. Si infilò a letto, tremante di rabbia, rendendosi conto di avercela soprattutto con sé stesso.
Nel frattempo, Jo e Luca stavano tornando indietro. Superato l'imbarazzo iniziale, avevano glissato sui motivi per cui si erano allontanati, trovandosi a chiacchierare serenamente. Ricordarono con un filo di tristezza Rosanna, e Jo ammise che le mancasse moltissimo. Giunsero a casa di Jo e Louis che erano le dieci.
-Louis dov'è?- Chiese Luca, appoggiando il cappotto su una sedia.
-Sicuramente da Harry. Mi preoccupa, sai. È totalmente assorbito dalla loro storia, ma Harry non mi pare altrettanto convinto- svelò Jo, esternando le sue preoccupazioni.
-Harry non mi dice niente, ma è un bravo ragazzo- lo difese Luca.
-Anche Louis lo è, ma questo non gli ha impedito di avere molte storie di letto- gli fece osservare Jo.
-Non so cosa dirti. Non so nulla su di loro; non vedevo Harry dal funerale di mia madre, e per telefono abbiamo sempre parlato d'altro-
Jo annuì, preparando la moka. Noto' solo allora le chiavi di casa appese, aggrottando la fronte. Luca la guardo' attraversare il soggiorno e sparire in corridoio; tornò subito dopo.
-Louis è a letto, dorme. Strano- disse, a voce più bassa.--------------------------------
25/11/16
Oggi triplo aggiornamento. Il quarto capitolo (cioè' il numero 29) sarà l'epilogo; l'ho scritto al 30%. Devo ancora decidere se arrivare al numero 30, o se fermarmi al 29; dipende da quanto lungo diventerà. 😘
STAI LEGGENDO
La Giudecca
FanfictionLa Giudecca è un'isola che si trova di fronte alla città di Venezia, nella laguna veneta. E' un piccolo paradiso terreste, dove sono situati una riserva naturalistica ed un piccolo villaggio vacanze. In una delle abitazioni residenziali vive la fami...