21. Una possibilità

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Davanti ad un caffè fumante, i due si ritrovarono a guardarsi, un po' in imbarazzo. Le circostanze in cui si erano salutati non erano state limpide, e c'erano molti punti in sospeso tra di loro.
Il cellulare di Louis squillo', e stavolta era veramente Dominic. Sopprimendo il senso di colpa, tacito' la chiamata senza rispondere.
-Come stai, Lou?-
Il fatto è che non riusciva, non riusciva proprio a guardarlo negli occhi. Aveva il terribile sospetto che, se l'avesse guardato in quelle incredibili iridi verdi, l'altro sarebbe stato in grado di leggergli i pensieri.
-Sto bene. Sto lavorando e studiando. Tengo ritmi impossibili. Jo si occupa di me. E tu?-
-Non riesci nemmeno a guardarmi, Lou? Sei ancora arrabbiato con me?-
Il tono di Harry, suadente e sommesso allo stesso tempo, lo indusse a sollevare finalmente lo sguardo.
-Non sono arrabbiato-
Harry alzò un sopracciglio, portandosi indietro i capelli con una mano.
-Ok. Anch'io ho studiato, e fatto ricerche, e passato ore ed ore a scrivere la tesi. È più complicato di quanto credessi, ed il mio relatore mi fa uscire di testa- rispose, mentre Louis cercava il pacchetto di sigarette nella tasca.
Quando lo trovò, ne estrasse una e fece cadere tutte le altre a terra.
-Cazzo!-
Harry si alzò e gliele raccolse, inginocchiandosi per terra. Porgendogliele si sfiorarono casualmente, retraendosi entrambi come se si fossero scottati.
-Scusa-
-Scusa tu-
Harry degluti', gli occhi sulle labbra di Louis attorno alla sigaretta accesa. La mano di Louis tremo'.
-Ci possiamo rivedere?- Osò chiedere Harry.
Come poteva dirgli di no?
Forse, se ci fosse stata Jo, si sarebbe fatto desiderare. Oppure avrebbe mostrato indifferenza. Ma tutto ciò che voleva era Harry.
-Stasera ho il turno di notte. Nei prossimi giorni?-
-Domani- affermò Harry.
L'orgoglio di Louis alzò cresta.
-Nei prossimi giorni. Dobbiamo parlare di alcune cose- replicò Louis, pensando a Dominic. All'improvviso si era reso conto di quanto fosse patetico: Harry lo aveva abbandonato alla Giudecca, ed ora con uno schiocco di dita lo rivoleva indietro, e lui ad acconsentire come un cagnolino?
-Ci sentiamo, Harry. Ho da fare, e poi lavoro-
Harry sorrise:
-Tu e la tua missione umanitaria di salvare il mondo-
Louis si offese:
-Scusa, ma tu cosa ne sai di me? Cosa ne sai dei motivi per cui faccio quello che faccio? Tu conosci solo una parte di me-
-Hai ragione. Scusami. Sappi che quella parte di te che conosco, comunque, mi manca infinitamente- scherzo' Harry.
Louis sbuffo' una risata incredula.
-Sei strafottente ed inopportuno. Ti saluto, Styles- fece, liquidandolo.

Cammino' veloce fino all'uscita, seguendo le indicazioni per la metro. Ormai era l'imbrunire; aveva ancora qualche ora prima di montare in turno.
Si sentiva elettrizzato, spaventato e sopraffatto.

Alla fine non riuscì a fare nulla di tutto ciò che aveva in programma di fare, arrabbiandosi con sé stesso perché continuava ad appoggiare le cose per poi perderle, arrivare in una stanza per dimenticare il motivo per cui vi si era recato, e perdere il filo dei suoi stessi pensieri.
Jo lo chiamò una volta sbarcata a Venezia, informandolo che era già con Luca e si stavano recando in ospedale.
Poi lo chiamò Dom.

-Ciao. Come va?-
-Ciao. Jo è a Venezia; una persona a cui tiene molto è in ospedale, ed abbiamo fatto le corse perché potesse prendere l'aereo. Non son riuscito a combinare niente di quello che avevo in programma di fare, ho mal di testa e stasera rientro in turno, senza contare che devo parlare al mio tutor per chiedergli qualche giorno di pausa per poter raggiungere Jo. Insomma, una merda- concluse Louis, sfogandosi.
-Wow. Una bella giornata. Passi prima al bar, stasera? Vuoi che ci vediamo?-
-Non so... a che ora stacchi?-
-Alle sette- lo informò Dom.
-Io entro in turno alle nove...-
-Ti preparo la cena. Così non dai fuoco alla casa. Ti aspetto a casa mia, arriva quando vuoi- propose il ragazzo, e Louis tentenno'. Avrebbe avuto bisogno di Jo.
-Sono parecchio nervoso... forse potremmo vederci un altro giorno-
-Come vuoi. Se vuoi, io sono a casa. Ciao, Louis- gli rispose tranquillamente il ragazzo, lasciando interdetto Louis. Forse aveva frainteso le intenzioni del ragazzo, e per davvero lui era semplicemente un compagno di letto, senza altre pretese. In effetti, gli sarebbe piaciuto potersi sfogare con qualcuno.
-Sai, Dom, penso che verrò. Grazie. A dopo-

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