17. Time forgets

415 31 1
                                    

La brezza fresca, che aveva soffiato per tutta la serata, nel corso della notte divenne vento. I balconi delle camere da letto sbatterono, e l'aria iniziò ad esalare odore di pioggia. Verso le cinque i primi nuvoloni iniziarono ad addensarsi sopra la laguna, ma fu la sirena del baby MOSE di Chioggia a svegliare i ragazzi, in lontananza.

Luca si infilò velocemente le scarpe e scese in spiaggia, per trovare già la marea più alta del solito. Aveva bisogno di parlare con Armando, prima di affrontare Miguel.

Contemporaneamente Harry si alzò ed accese la macchinetta del caffè, attendendo che si riscaldasse mentre scrutava l'esterno attraverso la vetrata. Louis lo trovò così, a braccia incrociate, e gli sorrise per salutarlo. Il riccio ricambiò il saluto e rispose al cellulare, che si era improvvisamente messo a squillare. Louis gli girellò attorno, recuperando delle merendine ed il the, sentendo distrattamente la conversazione del ragazzo senza ascoltare, immerso nei suoi pensieri.

-... sarò lì al più presto, tempo permettendo. E' suonata la sirena poco fa, prevedono acqua alta. Devo parlare con Luca. Ci sentiamo. Ciao-

Louis si bloccò a quella frase. Tentò di non dare a vedere il suo turbamento, continuando a prepararsi il the, anche se all'improvviso gli si era chiuso lo stomaco. Non riuscì ad esimersi dal chiedergli:

-Vai via?-

Harry annuì, preparandosi una tazza di caffè.

-Dovevo andar via domani per una conferenza, ma visto il tempo devo capire se riesco a partire prima, già oggi- rispose, andando a sedersi di fronte a Louis. Aveva il cellulare in mano per consultare un sito di prenotazioni on-line per il biglietto aereo, quindi non vide l'espressione del ragazzo.

-Tornerai?-

A quella domanda, Harry finalmente alzò la testa, dedicandogli attenzione. La sua espressione si fece afflitta, e Louis potè chiaramente leggervi il senso di colpa.

-Voi quanto vi fermate?- Gli rispose.

-Fino a fine mese, altre due settimane- fece Louis, sorseggiando un the che non aveva nessuna voglia di bere.

-I dati che mi servivano li ho raccolti. Io qui non ho più nulla da fare. Dovrei rientrare a casa, per accordarmi col relatore ed iniziare a buttare giù qualcosa-spiegò brevemente il riccio, osservando attentamente il ragazzo di fronte a sé.

-Chissà perché, ma pensavo che anche tu ti fermassi quanto noi. Va bene, non importa. Certo, fa strano venirlo a sapere così, avresti potuto dirlo-

Harry si strinse nelle spalle:

-Non siamo mai entrati in argomento, e comunque, pensavo che non fosse importante...-

-Infatti non lo è. L'ho già detto, non importa. Luca è uscito poco fa, ma dovresti parlare con lui per farti portare al traghetto- gli consigliò in tono indifferente Louis.

-Lou... mi dispiace di non avertelo detto- mormorò Harry, contrito.

-Non importa. Come hai detto tu, non era importante- replicò il ragazzo, stupendo anche se stesso del suo tono convincente.

Harry annuì, poco convinto, e decise di raggiungere Luca. Louis si alzò ed uscì a sua volta, rimanendo in veranda. Si permise una smorfia, non visto. La novità era stata un pugno nello stomaco. osservò senza vedere la marea quasi sotto al portico del cottage, sentendosi in procinto di piangere, e si sforzò di calmarsi. Era stata soltanto una piacevole parentesi, un interludio gradito a vivacizzare la quieta serenità delle ferie, nient'altro. E poi, porca puttana, si trattava di una persona che aveva conosciuto meno di dieci giorni prima. Non aveva alcuna importanza. Deglutì varie volte il groppo in gola, e si ricompose. Diede una seconda occhiata verso la casa di Armando, chiedendosi se Miguel fosse al corrente del fatto che Jo  avesse rivelato un piccolo dettaglio fondamentale che l'uomo aveva sempre omesso a riguardo della sua vedovanza.

La GiudeccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora