22. Silenzio

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Tornare a Venezia era strano. Il paesaggio stesso era spento; brullo, invernale.

Luca era silenzioso. Era venuto a prelevarla in aeroporto, ed avevano scambiato pochissime parole, tutte riguardanti il volo e poi la strada.
Il taxi li portò all'ospedale SS. Giovanni e Paolo. L'accoglienza più calorosa le fu riservata da Armando: la abbracciò stretta, trasmettendole un po' di calore che le penetrò nelle ossa.

-Bentrovata, bambina mia. Grazie di essere arrivata subito-

-Non devi neanche dirlo. Lei come sta?-

Armando parve accartocciarsi; la sorpresa di vederlo piangere (lei non lo aveva mai, mai visto piangere, nemmeno al funerale di sua madre) le diede la misura di quella che fosse la realtà.

Lei e Luca tornarono alla Giudecca che era sera tarda; Armando rimase a vegliare Rosanna. Jo si lasciò guidare per un braccio, stanca oltre ogni dire.
La casa di Armando e Rosanna era silenziosa, e vuota. Nemmeno il camino acceso riuscì a scaldare Jo, che aveva la pelle d'oca ed i brividi. Luca, preoccupato, le propose un the caldo, che lei accettò di buon grado.
Il ragazzo si affaccendò in cucina, dicendole:

-Vai a fare un doccia calda; sei pallida come un fantasma-

-Sì. Ma prima voglio telefonare a mio padre- rispose lei, appartandosi in salotto col cellulare in mano.

Le ci volle coraggio per cliccare sul numero, ed ancora di più a non riattaccare. Lui rispose dopo una decina di squilli, quando ormai stava per rinunciare.

-Meu amor-

-Ciao, papà. Sono alla Giudecca-

-Me l'ha detto Louis. Io arrivo domani sera. Come stai?-

La voce carezzevole del padre la riportò indietro nel tempo, alla sua infanzia. A quando, con sua madre, lo chiamava per salutarlo e dargli la buonanotte, ovunque lui fosse.

-Bene. Ti aspetto qui-

-Buonanotte, tesoro. A domani- la salutò lui, facendole venire le lacrime agli occhi. Andò a farsi una doccia al limite dell'ustionante, e quando tornò in cucina Luca aveva preparato due tazze di the, fumanti. Jo si raggomitolò dentro al maglione.

-Ti senti meglio?- Le chiese Luca. Lei annuì, pensando a quanto fosse strano non trovare gli zaletti appena sfornati. La casa pareva diversa. Rimasero in silenzio; non c'era nulla da dire.

I giorni seguenti furono un turbinio di arrivi e partenze. Miguel arrivò, e in quel frangente, accantonate le incomprensioni con la figlia, riuscì ad esserle di conforto. Jo chiese ferie, e passò ore al capezzale di Rosanna.
Le ore divennero giorni, ed anche Louis riuscì a ritagliarsi un po' di tempo per una toccata e fuga alla Giudecca; lui e Miguel riuscirono a fare due brevi visite prima che la situazione, appena due settimane dopo, precipitasse.

Venezia era sepolta da una coltre di nebbia. Il soffuso chiarore che entrava dalla finestra aveva svegliato Armando, che era sprofondato nel dormiveglia stringendole la mano nel cuore della notte. La guardò; il lieve abbassarsi del petto era quasi impercettibile. Guardò il monitor. Suonò il campanello; mormorò qualche parola all'infermiera del reparto di hospice, che annuì. Il medico sopraggiunse poco dopo. Sempre mormorando, Armando ripetè la sua richiesta. Il medico acconsentì. Spensero il monitor; Armando si stese accanto a lei, sul letto, abbracciandola.
Rosanna si spense così, serenamente, tra le braccia del marito.

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-Londra, 20 dicembre-

-Cosa ci hai messo, gli scogli qua dentro?!- Si lamentò Louis, lasciando cadere pesantemente a terra la valigia. Jo non rispose; era pallida e silenziosa. Erano tornati a Londra due giorni dopo il funerale. Miguel li aveva accompagnati fino all'aeroporto, dove avevano preso destinazioni diverse.
-Passerotto, hai voglia di uscire con me stasera?- Provò a tentarla.
-Per andare dove? Non ti vedi con Dom?-
-In realtà vorrei uscire con te...è tanto che non lo facciamo. E poi ti devo raccontare tante cose. Vorrei distrarti...e vorrei indietro la mia amica sorridente...-
Jo si sedette sul divano, accanto a lui, e si lascio' abbracciare. Rimasero in silenzio per qualche minuto, e poi Jo gli fece un sorriso stanco:
-Certo che esco con te. Ho bisogno di svagarmi ed anche di recuperare il tempo che siamo stati distanti. Solo...sono esausta-
-Ci penso io. Vai a fare un bagno caldo. Forza- la sprono' il giovane.
Mentre l'amica era in bagno, gli arrivò un messaggio di Harry.
"Siete arrivati? Tutto a posto?"
Il ragazzo era partito poche ore dopo il funerale.
Louis sentì accelerare il cuore. Aveva proprio bisogno di parlarne con Jo.

Un paio d'ore dopo erano in un pub, con una birra davanti. Jo era in jeans e felpa e Louis pensò che sembrasse più piccola del solito.
-Jo, ti devo parlare di una cosa...- iniziò lui, ma neanche a farlo apposta vide entrare, alle spalle dell'amica, proprio Harry. Sgrano' gli occhi. Jo si voltò a guardare prima che potesse impedirglielo, ed Harry li individuò, salutandoli con aria sorpresa.
-Mi sa che ho capito cosa mi stavi per dire- ironizzo' la ragazza, mentre Louis suo malgrado arrossiva. Non ci fu tempo per dire altro; Harry li raggiunse.
-Ehi, ciao. Come state?- Li saluto', sedendosi accanto a Louis, che si vide costretto a fargli posto.
-Frastornati. Tu? Come mai da queste parti?- Rispose Jo.
-Aspetto un amico. Posso rimanere con voi, nel frattempo?- Chiese Harry, allungandosi all'indietro e mettendo le mani dietro alla testa.
Louis guardò Jo, che annuì:
-Certo. Abbiamo bisogno di compagnia-
Louis ebbe uno scatto involontario che attirò l'attenzione degli altri due. Jo aggrotto' la fronte, ma non fece in tempo a chiedere: con la coda dell'occhio scorse una figura accanto al tavolo, dalla sua parte. Dominic.
-Ehi, ciao ragazzi. Non pensavo di trovarvi qui- fece il ragazzo, guardando interrogativamente Harry.
Jo tolse d'impaccio l'amico facendo le presentazioni:
-Ciao Dom. Abbiamo deciso all'ultimo momento di uscire. Abbiamo incontrato per caso lui, che è Harry. Harry, lui è Dominic-I due si strinsero la mano, e Dom prese posto accanto a Jo.
-Mi siedo un minuto con voi. Come state? Come stai, Louis?-
Sentendosi chiamare in causa, il giovane fece un cenno col mento, per poi bere un sorso di birra. Sperava vivamente che Dom non volesse marcare il territorio.
-Sei tu l'amico di Luca? Quello della vacanza?-Chiese Dom ad Harry. Questi annuì.
-Mi spiace molto per il vostro amico. So cosa vuol dire. E so per certo che la vostra presenza sarà stata apprezzata- disse gentilmente il ragazzo, mentre una cameriera si avvicinava per prendere le ordinazioni. Sia Harry che Dom ordinarono una birra; calo' poi un silenzio imbarazzato.
Jo si mosse, a disagio, sulla panca; Louis non osava muoversi per il timore di sfiorare accidentalmente Harry, che pareva perfettamente a suo agio.
Fu Dom a intavolare una cortese conversazione con il riccio; arrivarono le birre, e finalmente arrivarono anche le persone che Dom stava aspettando. Si alzò con la birra in mano e si congedo'. Diede un bacio sulla guancia a Jo, che gli sorrise, e si allontanò. Louis si senti' un verme.
Poco dopo Harry fece un cenno con la mano; era entrata una persona. Louis trattenne una smorfia; era Zayn, il dj che avevano conosciuto alla festa in spiaggia l'estate precedente.
Il moro li raggiunse; Harry aspetto' che scambiasse qualche saluto con Jo e Louis e poi si congedo' insieme a lui.
Jo guardò l'amico, in attesa. Louis si prese la testa fra le mani:
-È un casino-
-Tutto ciò è un intralcio al tuo praticantato, lo sai, no? Dovresti avere la mente concentrata sul lavoro- commentò lei.
-Jo... Harry mi smuove qualcosa dentro. È... non so, mi prende da morire. Cosa devo fare?-
-Parlare con Dom, in primis. È un bravo ragazzo e si merita di sapere la verità. E poi... parlarne con lui-
-Ma lui... lui non so cosa voglia da me...- borbotto' il ragazzo.
-E tu? Cosa vuoi, tu?- Gli chiese Jo, guardandolo dritto negli occhi.
-Voglio lui- confessò Louis.
Jo scosse la testa, preoccupata per l'amico. Rimasero assorti nei loro pensieri, senza parlare, mentre finivano le loro birre.

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Spazio autrice 03/10/2016
Credo di non aver mai fatto passare così tanto tempo tra un aggiornamento e l'altro...sorry😅

Avevo pronti alcuni capitoli, ma rileggendoli mi sono resa conto che la storia stava prendendo una direzione che non volevo. Quindi ho cancellato tutto😀 ed ho atteso che tornasse l'ispirazione...questo capitolo non mi soddisfa per niente, ma ha la piega giusta, finalmente.
Baci😘😘😘

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