-Smut-
Con tutto il caffè e l'acqua che le fecero ingurgitare, Jo si riprese un pochino, ma iniziò ad avere nausea e vomito ancora prima che iniziassero ad avviarsi verso casa.
Louis, da bravo amico, le tenne la coda di cavallo lontano dal viso e le passò dei fazzoletti di carta mentre la ragazza svuotava il contenuto dello stomaco dietro ad un cespuglio.
-Mi sento malissimo- riuscì a dire, prostrata.
-Immagino. Non ti ho mai vista conciata così. Io pensavo ti saresti data da fare in altri modi, Jo- ironizzo' lui.
Luca ed Harry, poco distanti, parlavano animatamente di qualcosa che Louis non riusciva a capire. Jo ebbe ancora conati, ma ormai non aveva più nulla dentro allo stomaco, per cui Louis le diede una bottiglietta di acqua ghiacciata con cui sciacquarsi la bocca.
-Dai. Torniamo a casa- le disse, dandole delle pacche di incoraggiamento sulle spalle. Luca si avvicinò, ed anche nella penombra data dalla lontananza dalla festa Louis vide che pareva arrabbiato. Si avvicino' a Jo, che stava ancora troppo male per vergognarsi, e senza dirle niente la sollevò con delicatezza da dietro alle spalle ed alle ginocchia. Lei si lamento' per la nausea, ma si sentiva troppo debole per protestare, aggrappandosi al suo collo.
-La porto a casa- affermò con un tono che non ammetteva repliche, e si incammino', lasciandoli indietro.Louis si giro' a guardare Harry:
-Beh, che seratina-
-Già- annuì l'altro, voltandosi a guardare la festa ancora in corso.
-Che dici, rimaniamo ancora un po'?- Gli propose Louis, accendendosi una sigaretta.
-Perché no?- Acconsentì Harry, posandogli una mano sulla parte bassa della schiena per invitarlo a camminare con lui. Louis si sentì elettrizzato a quel tocco. Tornarono ai bordi della pista da ballo, guardando ora sul palco, ora la gente che si scatenava e rideva. Furono raggiunti da Zayn e da Niall, ed in quel momento Louis si sentì magnanimo nei confronti del moro, in quanto la mano grande di Harry gli massaggiava distrattamente la schiena.
-Ho sete. Venite a bere qualcosa- li invito' Niall.
Sedettero al bancone e Liam preparò loro una miscela di succhi e centrifugati di frutta. Il barista si fermò con loro a bere, vista la momentanea calma.
-Come sta la vostra amica?- Chiese.
-Meglio, ma avresti dovuto avere la mano meno generosa nel caricarle i cocktail- affermò Louis, tagliente. Liam alzò le spalle:
- C'era troppa confusione per riuscire a rendermene conto-
-Cosa sei, il suo babysitter?- Lo scherni' Zayn.
Louis non si degno' nemmeno di rispondergli, dandogli le spalle e sorridendo agli altri:
-Facciamo il giro della staffa?-Un paio di shottini dopo, ridendo tra se e se' dell'incapacità di Harry di reggere l'alcool, Louis lo incoraggio' a congedarsi.
-Dai. A casa. Andiamo a vedere se hanno bisogno di noi-
Harry annuì guardandolo in un modo che gli fece male al cuore. Il ragazzo si fidava di lui. Salutarono gli altri, cercando poco dopo di non finire in acqua camminando al buio: la luna era coperta da alcune nubi. La musica della festa in lontananza si dissolveva nello sciabordio delle onde, il mare calmo. Louis inciampo' su un ramo, ed Harry lo afferrò con prontezza.
-Grazie. Porca puttana, non si vede un cazzo-
-Ehi, sboccato- lo riprese Harry, la cui testa aveva smesso di girare grazie all'aria fresca.
-Le tue orecchie sono innocenti? Scusami, piccolo Harry- lo derise Louis.
Harry sollevò un sopracciglio.
-Piccolo?-
Gli si avvicinò molto, tanto che Louis degluti' e alzò il viso per guardarlo. Poteva sentire chiaramente un sentore di deodorante, pelle accaldata e profumo provenire dal torace di Harry, che lo sovrastava con un sorrisetto. Louis gli appoggiò le mani sul petto, esitante, ed Harry lo abbraccio' annullando lo spazio tra i loro corpi, mentre lo baciava.
Louis sentì chiaramente il sapore della frutta e dell'alcool sulla sua bocca, beandosi a mordicchiare le labbra piene ed invitanti del ragazzo, provocandogli i brividi mentre lo accarezzava con la lingua.
-Cosa mi fai- sospirò Harry, e subito dopo Louis infilò la lingua nella sua bocca, zittendolo. Mani fresche si intrufolarono sotto alla maglia di Louis, facendolo trasalire. Harry fece un risolino contro alla sua bocca, mentre una mano tornava sulla nuca di Louis e gli fermava il capo, esponendo il collo che subito venne ricoperto di baci vogliosi e morsi irruenti, che provocarono brividi di piacere lungo la spina dorsale di Louis, inerme sotto l'assalto della bocca su di lui.
Aveva gli occhi chiusi; Harry si interruppe, provocando il suo mugolio di protesta, e lo trascino' più avanti, verso la vegetazione. Non appena furono fuori dalla vista di eventuali sguardi indiscreti Louis si ritrovò a rabbrividire all'aria fresca della notte, la maglia lanciata da qualche parte, la bocca calda di Harry sul suo torace e sui suoi capezzoli. Harry lo sostenne con un braccio, chino su di lui, perché Louis si sentiva cedere le gambe.
-Controlla se sono "piccolo" come dici- gli mormorò Harry, e Louis, con gesti impazienti, gli apri' la zip dei pantaloni, intrufolando dentro le mani.
Harry sussulto', aveva le mani ghiacciate. Louis represse un sorriso ed apprezzo', tastandola, l'erezione tutt'altro che piccola del ragazzo. Il tempo di poche carezze lungo la sua asta, che Harry lo bloccò:
-Voglio sentirti-
Lo fece girare, manovrandolo come una marionetta, e scoprì il suo sedere, le caviglie imprigionate dalla stoffa dei suoi stessi pantaloni abbassati.
Se Louis non avesse voluto, avrebbe faticato ad opporsi. Harry a suo confronto era un gigante. Ma Louis non ne aveva alcuna intenzione, anzi rabbrividi' di aspettativa quando il ragazzo lo fece chinare in avanti. Represse un'imprecazione mentre la lingua calda di Harry andava ad insidiare la fessura tra le sue natiche. Il suo respiro si fece pesante, e la sua erezione divenne dura come il marmo, per cui urlò quando una mano di Harry gli accarezzo' i testicoli.
-Ssst- lo zitti' il ragazzo, soffiando sulla sua apertura e facendogli quasi cedere le gambe.
Harry si rialzo' ed estrasse un preservativo dalla tasca, srotolandolo velocemente e poi spargendo un po' di saliva tra le natiche di Louis con le dita.
Sentirlo premere la punta del suo membro lì, poi forzando lentamente, fece imperlare di sudore la fronte di Louis, che si irrigidi'.
-Tutto bene, piccolo? Ti sto facendo male?-
La posizione esposta gli faceva sentire chiaramente quanto Harry in realtà non fosse piccolo, e Louis represse un sorriso nonostante il dolore: gli venne in mente per una frazione di secondo l'espressione scandalizzata di Jo mentre le forniva dettagli in merito. La mano di Harry lo distrasse, andando a massaggiare il suo membro. Qualche movimento su e giù, e Louis si rilasso', permettendo ad Harry di affondare ancora in lui.
-Sei stretto...Dio- ansimo' il riccio, perso in un appagamento profondo. Si mosse con cautela per non fargli male, proteso in avanti per continuare a toccarlo e cercando di stimolare con il suo membro la prostata di Louis, il quale gemette di piacere, incoraggiandolo a continuare. Ormai il dolore era ampiamente sopraffatto da un languore crescente, esplosivo, e Louis dovette farsi forza per non crollare a terra, le ginocchia di gelatina. Ben presto le stoccate di Harry, che lo spingevano verso l'orgasmo, divennero più decise e veloci, e Louis urlò, schizzando abbondantemente nella mano di Harry, sentendosi scuotere nella coscienza. Il ragazzo venne subito dopo dentro di lui, gemendo il suo nome. Appagati e col fiatone, rimasero per qualche istante fermi, incapaci di muoversi. Poi Harry si sfilò delicatamente da Louis e lo sostenne mentre l'altro si raddrizzava.
-No. Sei tutto tranne che piccolo- commento' Louis, sfiancato. Harry sorrise brevemente, sfilandosi il preservativo, e poi mormorò:
- Ti ho fatto male? Provi dolore?-
-Pochino, ma sto bene. Però non chiedermi di rifarlo di nuovo in questa posizione adesso- scherzo' Louis, facendo una smorfia nel sentire quanto, effettivamente, fosse indolenzito.
Harry gli rialzo' con cura boxer e pantaloni, facendolo ridere, e gli infilò la maglia come se fosse stato un bambino. Lo bacio' sulla testa e lo sospinse in avanti.
-Ce la fai a camminare?- Lo derise, ma con dolcezza.
-Certo. Cosa credi- ribatte' l'altro. Harry, in un moto di tenerezza, gli scosto' i capelli dalla fronte.Jo si era quasi appisolata tra le braccia di Luca. La nausea era in agguato, ma ora riusciva a tenerla a bada. Dopo un po' si fece mettere a terra, ed il ragazzo sostenne i suoi passi stanchi sulla sabbia.
-Ce la fai?-
Jo annui'. Era meno ubriaca di prima, ma sentiva ancora la testa leggera.
In qualche recondito posto della sua mente registrò che il ragazzo fosse di malumore, ma era troppo esausta per chiedergli perché. Si limitò a camminargli accanto, accorgendosi confusamente che erano arrivati al cottage.
Luca la guidò su per le scale e poi la accompagnò in bagno. Senza dire niente aprì l'acqua della doccia e fece per uscire, ma cambiò idea vedendo la ragazza vacillare davanti al lavandino, dove aveva appena finito di lavarsi i denti.
-Ehi, stai bene?-
-Mi gira la testa...-
Luca fece la prima cosa che gli venne in mente: la sospinse all'indietro fino a farla entrare nel box doccia, dove l'acqua ancora gelida la inzuppo'.
Jo spalanco' gli occhi di colpo e istintivamente si protese verso di lui, improvvisamente sveglia e lucida.
-Ma sei impazzito?!-
A Luca venne da ridere. L'aveva fatto veramente?!
Intanto il vestito bianco di Jo era diventato un inconsistente velo fradicio d'acqua che aderiva perfettamente alle sue forme, senza lasciare molto all'immaginazione.
Jo, con la pelle d'oca, lo fulmino' con lo sguardo. Pareva a Luca una bambola corrucciata, con le gote livide di freddo e le labbra tremanti, che lo guardava da sotto in su. Istintivamente le accarezzo' una guancia, come per consolarla, e Jo sorprese entrambi alzandosi in punta di piedi per baciarlo a fior di labbra.
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La Giudecca
FanfictionLa Giudecca è un'isola che si trova di fronte alla città di Venezia, nella laguna veneta. E' un piccolo paradiso terreste, dove sono situati una riserva naturalistica ed un piccolo villaggio vacanze. In una delle abitazioni residenziali vive la fami...