La Giudecca

26. Svolte

Il campanello di casa trillo' a mezzogiorno, facendo sobbalzare Jo e Luca in soggiorno e svegliando Louis.
-Chi è?- Chiese Jo al citofono. Il segnale era disturbato e non capì, ma aprì immaginando fosse Harry. Nel frattempo, Louis giunse in soggiorno.
-Ciao, Luca- salutò, stringendogli la mano. Non ci fu più tempo per dire altro, perché Dom spalanco' la porta e se la chiuse alle spalle.
-Cosa ci fai qui?- Lo apostrofo' Louis, infastidito, ma sbarro' gli occhi, spaventato. Il ragazzo era fuori di sé.
-Ora tu mi ascolti. Perdonami, Jo, tu non c'entri nulla. Voglio parlare con Louis. E stavolta mi ascolti- affermò, avvicinandosi fino a farlo indietreggiare con le spalle al mu
-Dominic, sei impazzito?!- Esclamò Jo, cercando di avvicinarsi.
-No, Jo: è tempo che dica la verità- affermò il ragazzo, allontanandola con una braccio. Jo inciampo' e fu afferrata al volo da Luca, che se la strinse contro.
-Chiedi ad Harry dove va quando tu sei a lavoro. Chiediglielo. Avanti- affermò concitatamente Dom, rivolto a Louis.
-Dom, calma. Siamo partiti col piede sbagliato, stamattina- disse cautamente Louis, cercando di calmarlo. Il ragazzo gli sembrava impazzito.
-Chiamalo! Fattelo dire. L'ho visto coi miei occhi! Ha un'altra, Louis. Una donna. Ci pensi?- rispose Dom, scuotendo la tests. -Una donna! E tu sei lì a fare il cagnolino...ma ti stai accontentando delle briciole!-
Louis girò la testa verso Jo, che però pareva sorpresa quanto lui.
-Cosa stai dicendo? Come fai a saperlo?-
-Li ho visti. Ho visto che la baciava. Mi dispiace così tanto...non volevo dirvelo. Nemmeno a te, Jo. Speravo bastasse farti aprire gli occhi, Louis, ma sono stato obbligato ad usare le maniere forti per attirare la tua attenzione. Ora che ce l'ho, te lo dico. Lui non ti merita. Ti meriti di meglio- disse Dom, improvvisamente più calmo.
-Datti una calmata, amico- gli consigliò Luca, parlando per la prima volta.
-Tranquillo. Non sapevo come altro fare per farmi credere- spiegò Dom, alzando le mani in segno di resa sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti.
- Ora posso andarmene. Ti ringrazio per essermi stata vicina in queste settimane, Jo. Parto stasera per andare da mio fratello, vado a stare là per un po'-
Louis era sotto shock, la testa in confusione.
-Mi dispiace di averti spaventata, Jo. Era l'unico modo. Ciao, e grazie ancora- si eclisso' il giovane, lasciandoli ancora basiti.
-Ma che gente frequentate?!- Sbotto' Luca, sconvolto.
Jo si sedette di peso, le fermavano le mani.
-Quel ragazzo non sta bene- continuò Luca, guardando con preoccupazione l'amica e con incredulità il giovane medico di fronte a sé.
-È vero?- Chiese Louis.
-Cosa?- Rispose Luca.
-Quello che ha detto. È vero? Ha un'altra?-
-Non ne ho idea; non credo- fece Luca, ma Louis prese il telefono e chiamò Harry.

-Harry, non chiamo per chiederti scusa. Chiamo per chiederti se hai un'altra. Dimmelo sinceramente. Hai un'altra? Mi merito di saperlo-
Jo lo vide spegnersi. Louis affloscio' le spalle e chiuse gli occhi. Sembrava che un colpo di maglio lo avesse preso in pieno.
-Stop. Non voglio sentire nemmeno un'altra sola parola, perché non hai scusanti. Non farti mai più vedere né sentire da me. Con me hai chiuso-
Louis spense il telefono e lo gettò sul tavolo, guardando Jo.
-Non ci posso credere. È vero?!- Trasecolo' Luca.
-Non ho intenzione di lasciargli spiegare altro di questo schifo. Buffo, no? Ci sono cascato per ben due volte. Che coglione-
Luca prese il suo telefono e andò in corridoio, presumibilmente per chiamare l'amico.
Louis, rimasto solo con Jo, la guardo':
-È tempo di contattare l'organizzazione, voglio ripartire. Non starò qui ancora nemmeno un attimo-
-Louis, frena. Devi concludere il praticantato- tentò di placarlo lei.
Ma fu tutto inutile. Louis non volle sentir ragioni, sordo ad ogni tentativo di Harry di parlargli di nuovo. Non voleva più avere a che fare con tutta quella merda. Interruppe il tirocinio, e partì per il Sierra Leone due settimane dopo. Stavolta senza Jo.