2° Cap.

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Mi risvegliai in una camera mai vista prima. Le pareti erano bianche. L'arredamento era molto carino ed accogliente:c' era un letto matrimoniale,ovvero quello su cui ero sdraiata,ed affianco un comodino di mogano,con sopra una lampada. C'era poi un armadio, sempre in legno e una bella scrivania su cui vi erano penne,matite,colori e diversi quaderni. Dall' altro lato del letto, c'era invece una finestra:a giudicare dal cielo doveva essere notte fonda. <Finalmente ti sei svegliata,stavo iniziando a preoccuparmi. Come ti senti?> Non mi ero neanche accorta che quel ragazzo misterioso era seduto su una sedia proprio affianco al letto.
Mi prese il polso e mi sentì i battiti. Avrei voluto chiedergli tante cose ma non né avevo la forza: La testa mi girava e mi scoppiava e mi sentivo debolissima. Sono sicura che Non mi sarei retta all'inpiedi.
Mi guardava con un sorriso rassicurante e mi stringeva la mano.
<male. La testa mi sta scoppiando,mi gira forte e mi sento senza forze>
<tranquilla,é normale,presto starai meglio.> aveva una voce dolce e profonda.

D'un tratto,sentii qualcosa in gola. Inizia a tossire,ma capii che non riuscivo a respirare,non riuscivo a prendere ossigeno. Di scatto mi misi seduta e mi portai le mani al collo. Iniziai ad agitarmi. Inspiravo ma non entrava aria,non potevo respirare. Vidi il ragazzo scattare vicino a me,si sedette sul letto e mi disse di stare tranquilla. (Cazzo sto soffocando come faccio a stare tranquilla). Mi mise una mano dietro la nuca e chiuse gli occhi. Iniziò a pronunciare delle frasi di chissà quale lingua. Pian piano riuscii a respirare. Mi tranquillizzai ma mi sentii ancora più debole di prima. Con la mano mi aiutò a poggiare la testa sul cuscino. Vedevo tutto sfocato. Ma cosa diamine mi succede?!
Feci profondi respiri e il ragazzo iniziò ad accarezzarmi i capelli,come per tranquillizzarmi.

Dopo una ventina di minuti di silenzio,prese un bicchiere d'acqua e me lo porse. Mi misi seduta e iniziai a bere lentamente. Sempre sorridente mi disse:<sei una ragazza molto forte. Ti ammiro.> <in che senso?> <beh,posso dirti che un'altra persona al posto tuo sarebbe morta.> che? <Scusami,ma ancora non capisco.> <hai presente quando stavi soffocando?> <certo. Ho quasi avuto un infarto.> dissi ironico.
Mi sorrise di risposta,divertito. <in pratica,grazie alla tua natura sei riuscita a sopravvivere, se fossi stata un'altra,saresti morta. Non posso spiegarti adesso ma presto avrai tutte le risposte alle tue domande.>
<Potresti essere più chiaro? E poi quale natura,sono solo un' umana.>
<no,tu non sei un'umana. Presto saprai tutto.> <d'accordo. Puoi dirmi almeno tu chi sei?> <oh giusto. Che sbadato,non mi sono neanche presentato. Sono Seth Keyer e ho 18 anni. Tu invece sei Cassandra Berkast,dico bene?> <no,veramente io sono Cassandra Freyer non Berkast.> <Ti sbagli. John Freyer,da cui deriva il tuo cognome,non é tuo padre così come Christal Suer non é tua madre.> <da come parli suppongo che tu conosca i miei genitori.> <sei intelligente e intuitiva,più di quello che mi aspettassi essendo tu un ...lasciamo perdere. Come hai già capito si,conosco i tuoi veri genitori e conosco bene anche te.> <davvero? Tu-tu mi conosci?> <più di quello che credi e anche tu mi conosci.>
Aveva una faccia familiare,l'avevo già vista ma non mi sembrava di conoscerlo. Cavolo. Ecco che la testa ricominciava a girarmi. Strizzai gli occhi e mi portai una mano nella tempia.
<ehi,stai bene?> <si tranquillo,mi gira solo un pó la testa.> <sei debole,vado a prenderti qualcosa da mangiare.> <no,ti ringrazio ma non ho fame.> <Cassandra devi mangiare, ne hai bisogno. Sei debole non puoi rimanere a digiuno.> <non m' importa non ho fame,ho lo stomaco chiuso.> Seth iniziò a guardarmi preoccupato. Ritornò a sedersi sulla sedia. Abbassai lo sguardo. Quel vuoto....lo sentivo ancora. Iniziai a ricordare i corpi morti di mio fratello e di mia madre,la sua mano che diventava fredda,il sangue che traboccava dalla ferita....sentivo gli occhi riempirsi di lacrime. Non volevo farle uscire,Non volevo soffrire di nuovo.
A quanto pare,Seth se ne accorse perché si sedette affianco a me e mi abbracció. Non lo rifiutati,anzi,lo strinsi forte,avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a superare questo dolore perché da sola non ce l'avrei mai fatta. <non trattenere le lacrime,non ti fa bene.> <lo so,ma piangere mi ricorda ancora di più il dolore che provo e Io non voglio affrontarlo,voglio superarlo,andare oltre e dimenticarlo per sempre. Porto già troppe sofferenze nel cuore,non ne voglio altre.>

Xavier: Il Figlio Del Diavolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora