Cap.28

225 8 3
                                    

A.a.
Salve a tutti. Prima di passare al capitolo normale qui sotto,vorrei dare un ultimo saluto al prete di Normandia,ucciso sgozzato. Per commemorare padre Jacques,riposa in pace. Scusate se vi ho annoiato ma ci tenevo tanto a farlo. Ora vi lascio al capitolo,buona lettura..

"Cassandra....Cassandra...vieni da me... Cassandra!"

Mi svegliai di soprassalto. La sentivo ancora,quell'aura,forte,intensa. Una voce,quella voce. Non era un sogno,l'ho sentita davvero,la sento ancora.
Sentii il braccio di Xavier attorno alla mia vita. Mi voltai e vidi che dormiva tranquillamente. Guardandolo,mi scappó un dolce sorriso,gli lasciai un bacio a fior di pelle sulle labbra,e mi alzai dal letto,facendo attenzione a non svegliarlo. Mi misi qualcosa addosso,e uscii. Avevo bisogno di prendere un pó d'aria. Sentivo la testa che pulsava violentemente,...ancora una voce che mi chiamava,che mi attraeva a lei,eppure io sentivo che dovevo starle lontana. Conoscevo quella voce,la conoscevo anche troppo bene. La odiavo,la odiavo a morte.

Entrai nella serra e salii una lunga scalinata che portava ad un balcone. Salii,mi appoggiai alla ringhiera con i gomiti,e chiusi gli occhi. L'aria fredda che mi sbatteva in viso,la chioma rossa ribelle,il vento che mi trasportava,facendo volare i miei pensieri in un'altra dimensione,lontani da me,dalla mia mente. I fiori brillavano sotto la fioca luce del sole dell'alba,tranquillo e debole,ma pronto a sbocciare in un sole tutt'altro che calmo,ma forte,intenso,acceso..

Una strana sensazione mi risvegliò dai miei pensieri,era forte e incomprensibilmente familiare.<che c'é angelo,non riesci a dormire?>non ebbi bisogno di voltarmi per capire di chi fosse quella voce:Seth. Ma...no,quell'aura non poteva essere la sua,impossibile. <no,ma a quanto pare non sono l'unica. Che ci fai sveglio a quest'ora?> <avevo voglia di prendere una boccata d'aria.>rispose tranquillo. Annuii<tu invece? Non riesci a dormire?>mi chiese <no,ho come...la sensazione di essere osservata. Sento qualcuno che mi chiama ripetutamente e....non lo so. Sento che sto diventando paranoica>dissi sedendomi per terra. Lui si accovacció davanti a me e mi prese il mento.<Angelo,non credo che tu stia diventando paranoica,penso più che altro che lo stress e la stanchezza causati dàgli allenamenti intensivi, ti stiano giocando brutti scherzi. Devi solo riposarti un pó.> <spero sì così.> <tranquilla,dai vieni qua>disse aprendo le braccia. Non me lo feci ripetere due volte,che mi mi alzai e mi avvicinai a lui,gettandomi nel suo caldo abbraccio. <É meglio se torni in camera. Se quando Xavier si sveglia non ti trova nel letto gli verrà un infarto.>disse sorridendo. Ricambiai.<mi sa che hai ragione. Ciao Seth.>dissi e andai via. Nel corridoio,quella strana presenza sparì,non la percepii più,cosa alquanto strana. Ma forse aveva ragione lui,era solo la stanchezza,nient'altro.

Entrai in camera,ma Xavier non c'era. Sentivo lo scrocìo dell'acqua della vasca,quindi supposi che si trovava in bagno. Andai in cucina e mi preparai una tazza di the. Dopo poco ritornai nella stanza e mi avvicinai al davanzale della finestra,mentre soffiavo delicatamente sulla bevanda ancora bollente. Vedevo il vapore che usciva dalla tazza,salire verso l'alto e sfumare via nel nulla,così come nel nulla era arrivata. E in quel momento pensai a Sophie,mia madre,a quando mi tolse la memoria...quei ricordi che avevo della mia infanzia, come fumo si dissolsero e abbandonarono la mia mente,senza tornarvici più...mai più.
Presi a sorseggiare piano il the,quando sentii ancora quella presenza,quell'aura. "Vieni...vieni Cassandra,torna da me figliola....vieni" ed ecco ancora quella voce che mi chiamava. "Basta,basta! Lasciami in pace Japh,ti prego!"pensai. In quell'attimo,tutto cessò. Sentii un rumore alle mie spalle,uno movimento,uno spostamento d'aria,la porta sbatté d'improvviso. Mi voltai di scatto. Sentii le mani cedere sotto il peso della tazza,che cadde a terra,frantumandosi<hey,piccola tutto bene?>vidi Xavier,appena uscito dal bagno che mi guardava. Era stato lui a sbattere la porta. Forse era vero che stavo diventando paranoica,ma tante cose non quadravano. Tante,troppe. Eppure sentivo un'altra presenza,lì,in quella stanza,oltre a me e lui. Chi?
Vedendo che non rispondevo,Xavier si avvicinó e prese a scuotermi delicatamente per le spalle.< piccola,stai bene?>mi chiese con fare preoccupato. La sua voce mi riportò alla realtà. Sbattei velocemente le palpebre per due-tre volte e i miei occhi incrociarono i suoi. <Cassy che hai?> <niente.>risposi incerta,e ovviamente Xavier non mi credette minimamente,ma tentó di non farmelo notare. Posò lo sguardo sul pavimento e in quel momento mi ricordai della tazza.<oh scusami Xavy,non l'ho fat..> <ehi ehi,tranquilla. É solo una tazza.>disse premuroso. Feci per abbassarmi e raccogliere i pezzi ma lui mi bloccó,mi fece un occhiolino e schoccando le dita fece sparire il tutto. Non vedevo l'ora di imparare ad usare anche io i miei poteri da demone,mi risparmierei tante fatiche. Riportó lo sguardo su di me e continuó a fissarmi. <Cassy dimmi la verità,che ti é preso prima?>non risposi,non volevo rispondere. Lo avrei fatto preoccupare e...magari avrebbe anche pensato che ero diventata pazza perché..era tutto così assurdo e inspiegabilmente illogico,non sapevo che fare,se raccontarglielo o meno. Quando mi decisi a parlare,alzai gli occhi verso di lui ma nell' attimo in cui aprii la bocca,vidi una figura muoversi fuori al corridoio. Superai Xavier e mi affacciai alla porta. In tutto il corridoio non c'era nessuno,ma quella presenza,quell'aura.. erano ancora costanti,le sentivo bene,non poteva trattarsi solo di scherzi della mente. O almeno credevo,anzi speravo. Mia accorsi solo dopo poco che Xavier mi teneva la mano e ovviamente aveva scoperto tutto,senza che io parlassi. Fui tentata nel ritirare la mano dalla sua ma..non lo feci. Doveva sapere,magari mi avrebbe aiutata.
Dopo qualche minuto,me la lasció.<ora sai tutto. Dimmi,sono pazza per caso?>chiesi,agitata. <no principessa,non sei pazza.> <e allora che sta succedendo?>non mi rispose. Si limitò a guardarmi con compassione e ad accarezzarmi la guancia. <rispondimi.>dissi,con un tono così strano che fece sembrare la mia richiesta come una supplice e...magari lo era.

Xavier: Il Figlio Del Diavolo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora