Pov's Xavier
<Che intendi?>Mi.chiese Kevin. <Kevin ora non ha importanza,la cosa principale é quella di Non fare scoprire a Cassandra l'origine di quelle parole.> <Xavier,forse é meglio se andiamo a parlare con Lucifero di quanto é successo.>disse Seth. Annuii e andammo verso il suo studio. <Ciao Kevin.>lo salutammo.
Pov's Cassandra.
Di che cazzo stanno parlando quei tre la fuori! Quale frase,le parole che ho pronunciato prima? Hanno un senso? Io le ho sognate ma non so a cosa servano. Ci sono troppe cose che ancora non so,troppe cose che non vogliono dirmi,ma io ho bisogno di sapere.
Mi sentivo una merda,un vuoto dentro che non lasciava spazio néanche ad un insignificante briciolo di gioia,solo tanto dolore incolmabile. Ma restarsense rinchiusi in camera non Mi avrebbe aiutata.
Mi alzai dal letto,mi sgranchii le gambe e andai diretta verso l'armadio,lo aprii e mi presi degli shorts neri corti a vita alta e una fascia corta dalle maniche larghe,che lasciava scoperto l'addome. Misi un paio di scarpe,raccolsi i capelli in una coda alta e uscii. Mi diressi nella sala allenamento,entrai e mi avvicinai al sacco da box. Senza mettere i guantoni iniziai a dare pugni e calci,con una forza che non avrei mai pensato di avere. Sentivo tutto il peso del dolore dissolversi poco a poco. La box per me era una forma di sfogo. Quando ne avevo bisogno mi aiutava a rilassarmi,a liberarmi della tensione,della rabbia,della frustrazione. Mentre colpivo sentivo lacrime pesanti attraversarmi il viso. Quei sogni mi stavano distruggendo. Li facevo ormai ogni notte e quando mi svegliavo mi ritrovavo in una pozza di sudore,con il cuore che mi martellata nel petto e il corpo che tremava,per non parlare del dolore che quegli incubi mi provocavano.
Iniziai a colpire il sacco sempre più forte,il rumore dei miei colpi rimbombava nella sala come tuoni. <Quanta energia che hai.>sentii una voce maschile. Mi era leggermente familiare ma personalmente non l'avevo mai sentita. Mi voltai e vidi un ragazzo alto e robusto(inteso come muscoli). Era di colore,il taglio degli occhi era a mandorla. Aveva dei lineamenti somatici molto particolari che alternatava tratti duri, tipici degli africani,a zone un pó più dolci,simili a quelli asiatici. Si avvicinó a me e mi osservó con attenzione. Aveva uno sguardo tagliente,che avrebbe messo in soggezione chiunque,ovviamente "chiunque"ma non me. Dopo qualche minuto aprì la bocca in un sorriso. La pelle scura metteva in risalto i denti bianchissimi che contrastavano il marrone della carnagione. <Ciao Cassandra. So che non ti ricordi di me,son...> <Kevin giusto?>lo interrompetti. <Esatto,Come sai come mi chiamo. Lucifero aveva detto che non ti ricordavi niente.> <infatti. Seth una volta mi ha parlato di te e mi ha detto che eri un mio amico e comuqnue stamattina ti ho sentito che parlavi con lui e Xavier> <quindi tu ci hai sentiti?> mi limitai ad annuire. Iniziò a guardarmi in modo strano. Come se non mi riconoscesse. In effetti non ero più la bambina gioiosa e spensierata che ero una volta. Ora ero una ragazza che soffriva molto,che aveva perso tutto e che si era posto come unico obbiettivo quello di uccidere il padre,causa della morte della sua vera madre e della sua famiglia adottiva. Io lo guardai fisso negli occhi,poi mi avvicinai nuovamente al sacco e continuai a colpire. D'improvviso,quella frase tornò a farsi strada nella mia mente:" oYct sumtobel Juinc, imrot ecvra dahudn." ma che cosa significava? A cosa serviva? E soprattutto,perché Xavier e Seth volevano tenermelo nascosto? Avevo troppe domande e nessuna risposta,solo tanti dubbi si dubbi. Fermai il sacco e il mio sguardo si perse nel vuoto e nello stesso tempo nella profondità dei miei pensieri. <tutto bene?>mi chiese Kevin mettendomi una mano sulla spalla <Non ne sono sicura.>risposi guardandolo negli occhi in maniera distratta. <Cassie,sei una mia cara amica,qualsiasi cosa,qualsiasi,sappi che io ci sono per te.>disse premuroso. <grazie Kevin.>dissi tentando di abbozzare un sorriso. E uscii dalla sala allenamenti. Avevo bisogno di prendere aria,di andare nell'unico posto in cui i miei pensieri riuscivano a scomparire,regalandomi qualche misero attimo di pace. La serra. Il luogo più bello che avessi mai visto. Ricordo ancora quando Xavier mi ci portó per la prima volta.
Entrai e subito iniziai ad inspirare,inalando quell'aria intensa e pungente che mi solleticava. Era qualcosa di magico,mi é sempre piaciuto andare qui per rilassarmi,e trovare qualche momento di spensieratezza,ma questa volta non accadde. Quella frase sembrava non voler abbandonare la mia mente,era come se volesse torturarmi,farmi impazzire e ci stava riuscendo. Mi sedetti sulla panchina,mi presi la testa tra le mani e strizzai forte gli occhi. Quelle dannatissime parole non mi davano tregua"Andate via,lasciatemi in pace."pensavo tra me e me. Nel frattempo sentivo lacrime copiose iniziare a scivolarmi lungo gli zigomi. La vista mi si appannó a causa del pianto. Riuscii comuqnue a vedere una figura femminile avvicinarsi. Si sedette affianco a me e senza fare domande mi abbracció. Ricambiai,affondando il volto nella sua morbida chioma mora,e la strinsi forte. <tesoro non fare così. Tutto si aggiusterà,te lo prometto. É questione di tempo. Non piangere.>dise,sciugandomi con un dito le lacrime. Annuii<vuoi che io rimanga con te?>mi chiese dolcemente. <no grazie Noa,preferisco stare un pó da sola.> <come vuoi,chiamami se hai bisogno.>disse e andò via.Dopo circa mezz'ora,decisi di tornarmene in camera. Lanciai un'ultima occhiata al meraviglioso giardino e uscii. Attraversai il lungo ed infinito corridoio in cui vi erano le stanze di tutti i demoni e lo studio di Lucifero. Camminavo con la testa bassa e le mani nelle tasche,mentre quella fottutissima frase continuava ad occuparmi la mente.
<dobbiamo fare qualcosa padre.>di scatto alzai la testa. Era la voce di Xavier. Proveniva proprio dall'ufficio del Diavolo. La porta era semichiusa. Mi affacciai,facendo attenzione a non essere vista. Vidi che c'erano sei persone:riconobbi Seth, Noa, Jerom, Xavier,e Lucifero Affianco a Lucifero vidi un ragazzo,pelle chiara,lentiggini,occhi a nocciola e capelli riccioluti e di un castano sul dorato. Non l'avevo mai visto. <Io non capisco,come può conoscerla?>disse il diavolo rivolto al figlio. <Padre credo che l'abbia sognata. Perché appena si è svegliata l'ha pronunciata,ma in modo insicuro, non ne conosce il significato,questo é sicuro.>disse Xavier. <mi spiegate meglio il significato di questa frase? Non ho ben capito.>disse Noa. < " oYct sumtobel Juinc, imrot ecvra Dahudn." é una frase che deriva da un'antica lingua parlata dai demoni,e significa "tu che hai servito Dio perirai all'inferno,nel nome del Diavolo". Queste sono le parole di un potente incantesimo,l'incantesimo piu forte che esista. Serve per uccidere gli Angeli,tutti. Perfino Japh. Chiunque però esegua tale incantesimo finisce con l'autodistruggersi,perché essendo forte necessita di un immenso dispendio di energia,ti prosciuga completamente e finisci con il morire. Solo io sono in grado di poterlo eseguire. Io temo che Cassandra,conoscendo il significato si queste parole,voglia uccidere Japh anche a costo della propria vita,ma non posso permetterle di morire.> disse Lucifero.
" oYct sumtobel Juinc, imrot ecvra dahudn." "tu che hai servito Dio,perirai all'inferno,nel nome del Diavolo". Ecco perché non volevano dirmi a cosa servissero,per paura che io eseguissi l' incantesimo che mi avrebbe portato a morte certa,ma non me ne può fregare di meno della mia vita. Io uccideró Japh ad ogni costo.
Appena mi voltai per andare in camera mia mi irriggidii. Sentii qualcuno prosciugarmi di tutte le energie,non ebbi neanche il tempo di reagire che stramazzai a terra. La vista iniziò ad appannarsi. Vidi Kevin.<Cas scusami,ma lo.faccio per il tuo bene.>dopodiché Si mise in piedi e chiamó i presenti nell'ufficio del diavolo. Uscirono tutti,compreso il tizio riccio che non conoscevo. Quando uscì Xavier,lo vidi fare una faccia dispiaciuta. Lui e Seth si scambiaromo degli sguardi tristi. Si avvicinaromo e si accovacciarono davanti a me. Sentii due braccia forti prendermi e sollevarmi,avrei voluto dire tante cose ma non ne avevo la forza. Tutto si oscurò e svenni.
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Xavier: Il Figlio Del Diavolo.
FantasiaCit.cap.1 " ma ormai era tardi. Se n'era andata,mi aveva lasciata sola anche lei. Non c'era più niente da fare....era morta e non l'avrei più rivista" Quando nella vita nn hai certezza,quando tutti quelli che ti amano ti abbandonano,quando tu non...