2. Il caso

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2.

IL CASO

Dannazione a lei! Sapeva che sarebbe andata a finire così, lo aveva saputo nel momento preciso in cui si era messa a guidare da Baton Rouge fino a New Orleans. E guardandosi intorno, in quella squallida camera di motel, si accorse che oramai era troppo tardi. Si era lasciata di nuovo coinvolgere dai drammi della famiglia Mikaelson, anche se le intenzioni erano quelle di starne il più lontano possibile.

Si era rifugiata in quella stanza oramai da tre settimane, nessuno si era accorto di lei e le stava bene così. Sperava che continuasse a andare in quel modo e, soprattutto, sperava che né Dylan né altri cacciatori si sarebbero fatti vivi. Se non fosse successo la situazione sarebbe stata nuovamente sotto controllo e forse lei sarebbe riuscita a lasciare la città e a mettersi alle spalle tutto quanto.

Rebekah si sarebbe occupata di Hope fino al momento in cui avrebbe potuto riportarla a casa, Klaus si sarebbe occupato di uccidere chiunque avesse deciso di mettersi tra i piedi ed Elijah... Elijah si sarebbe occupato di Hayley. O almeno così le era parso di intuire quando li aveva visti interagire, quando aveva visto il modo in cui lui la guardava e lo sguardo con cui lei ricambiava.

Scosse il capo scuotendo via il pensiero e afferrò il suo cellulare che aveva preso a vibrare poggiato sul tavolo dall'altro lato della stanza. "Pronto" rispose. Dall'altro capo del telefono sentì la voce di Roger Miller arrivare sicura e allegra. Strano, pensò, visto che tipo era.

Quando lo aveva incontrato quasi due mesi prima, per cercare di avviare quel progetto che le stava tanto a cuore, aveva incontrato un uomo basso e tarchiato, con dei baffi e pochi capelli rimasti sul capo. Un tipo cupo e scontroso che aveva fatto un sorriso solo quando lei gli aveva offerto una bella somma di denaro in cambio di una piccola cosa che, per lei però, aveva un grande valore.

Da quello che le stava dicendo in quel momento al telefono però, l'effetto di quel sostanzioso assegno era già passato. O almeno così sembrava.

"Posso alzare la mia offerta" disse. "Sono certa che troveremo un nuovo accordo."

Altre parole senza alcun senso per lei, ma che un senso per il signor Miller lo avevano.

"Non ho mancato tutti gli incontri stabiliti perché... sì, capisco. Va bene, la ringrazio comunque" Allison riattaccò e deglutendo a vuoto ripoggiò il cellulare sul tavolo. "Mi dispiace mamma, ci ho provato."

Sobbalzò quando bussarono alla porta e con la fronte corrucciata aprì. Davanti si ritrovò Elijah. Abbozzò un sorriso e si schiarì la voce. "Elijah... come mi hai trovata?"

Lui accarezzò con le dita di una mano lo stipite polveroso della porta, poi la guardò con un sorriso. "Ti conosco abbastanza bene da sapere come trovarti anche quando non vuoi essere trovata."

Allison rise. "Non dire sciocchezze, Mikaelson" gli disse. "Se avessi voluto nascondermi non mi avresti mai trovata."

"Stai forse cercando di dirmi che volevi essere trovata?"

"No. Ma nemmeno il contrario" la donna si inumidì le labbra. "Cosa vuoi?"

"Vorrei sapere perché te ne stai qui, in questa squallida e polverosa camera di motel, mentre alla tenuta ci sono tante camere belle e confortevoli nelle quali potresti stare."

"Lasciami pensare" Allison si poggiò con la spalla allo stipite che Elijah aveva accarezzato poco prima. "Uno squallido e polveroso - ma pacifico - motel, oppure una gigantesca e lussuosa villa in cui si consumano drammi amorosi e tragedie familiari" sembrò rifletterci e lo fece picchiettandosi un dito sul mento. "Credo che rimarrò qui, ma grazie dell'offerta."

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora