31. La porta rossa

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31.

LA PORTA ROSSA

Elijah non si era ancora svegliato e quando la campana suonò mezzanotte, Allison chiuse il libro che stava leggendo calcolando che erano passati esattamente cinque giorni da quando l'Originale aveva riacceso la sua umanità e aveva perso i sensi sopraffatto dalla sua coscienza che era ritornata prepotente.

"Cinque giorni e tre ore circa" mormorò ad alta voce guardando il suo orologio da polso. Con un grosso respiro allungò le gambe e le incrociò all'altezza delle caviglie lasciandosi andare contro la testiera di quel grande letto sul quale Elijah era sdraiato, come addormentato. Lei non si era mossa dal suo fianco, eccetto che per andare in bagno. Aveva anche pranzato, cenato e fatto colazione in quella stanza, grazie a Freya che si era premurata di portarle i piatti pieni e riportarli indietro semi vuoti rivelandosi una giovane donna premurosa e molto simpatica.

Klaus non si fidava di lei ma l'istinto di Allison le suggeriva che invece non c'era nulla di cattivo in quella sorella ritrovata. Forse solo qualcosa di... incompleto. Sì, quell'aggettivo le sembrava il più giusto per definirla. Sperò che il suo amico avrebbe lasciato presto i suoi dubbi da parte perché tutto quello che Freya voleva era avere una famiglia e se la meritava.

Proprio Klaus entrò nella stanza in quel momento. "Qualche novità?" domandò guardando suo fratello per un istante.

"No" Allison scosse il capo accorgendosi solo allora che gli occhi le facevano male, li sentiva pesanti. "Nessuna, è ancora beatamente addormentato, anche se non sono certa che il suo sonno sia del tutto tranquillo" sospirò allungando la mano verso Elijah e gli accarezzò la fronte spostando un ciuffetto di capelli.

L'Ibrido abbozzò un sorriso colpito dalla premura; Allison aveva l'aria di essere terribilmente stanca eppure era lì da cinque giorni, in quella stanza mangiando poco e dormendo ancora meno. Non gli aveva ancora detto quali erano le tante altre cose che aveva in Paradiso e che sulla Terra non avrebbe mai potuto avere, ma lo sguardo nei suoi occhi quando ne aveva parlato gli aveva fatto capire che dovevano essere piuttosto importanti. Eppure ci aveva rinunciato, per Elijah.

"Cosa stai leggendo?" le domandò notando il libro chiuso sulle sue gambe.

La cacciatrice si strinse nelle spalle accarezzando la copertina con un dito. "Cime tempestose. Non proprio il mio romanzo preferito ma ad Elijah piacciono i classici e ho pensato che magari se glielo leggessi ad alta voce potrebbe... non lo so" ridacchiò scuotendo poco il capo. "Non lo so cosa ho pensato. Vorrei solo che aprisse gli occhi e che tutto questo finisse così forse potremmo ricominciare."

Klaus fece il giro e si mise a sedere sul letto, le strinse una mano e sospirò. "Si sveglierà Allison, lo farà. Mio fratello è forte, è solo questione di tempo."

"Lo so, ma il tempo ha la strana abitudine di fermarsi quando ne abbiamo bisogno, lo hai notato?"

"Sì, l'ho notato" un altro sguardo a suo fratello e poi Klaus tornò a guardare Allison. "Hai l'aria stanca, guerriera. Perché non ti prendi una pausa, rimango io con lui per un po'."

"Voglio essere qui quando si sveglierà. Promettimi che mi chiamerai se dovesse accadere."

"Lo prometto."

Allison si piegò per baciare la fronte di Elijah, poi si mise in piedi. "In tal caso, andrò a fare una doccia."

L'Ibrido Originale la guardò allontanarsi e una volta solo con suo fratello gli prese una mano provando ad entrare in contatto con lui. Aveva già tentato, senza successo ma era il caso di riprovare. Sorprendentemente, stavolta ci riuscì.

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora