22.
SPEGNILO
Marcel arrivò alla tenuta col cuore in gola. Se ci pensava non ricordava una singola volta in cui avesse corso così veloce negli ultimi anni; forse lo aveva fatto solo da piccolo quando veniva picchiato e maltrattato e fuggire era l'unico modo di sopravvivere. Questa volta però la sensazione era diversa. Non correva per fuggire, correva piuttosto per raggiungere qualcosa, anzi qualcuno. Dal modo in cui Rebekah piangeva quando gli aveva telefonato, dal modo in cui parlava, da quello che aveva detto, Marcel era sicuro che fosse già troppo tardi, eppure aveva corso.
"Klaus!" esclamò quando lo vide, girato di spalle con le mani incrociate dietro la schiena a fissare un punto indefinito. "Dov'è?" gli chiese.
L'Ibrido si voltò nella sua direzione, gli occhi di solito divertiti erano ora colmi di lacrime, le labbra piegate in un'espressione triste. "Marcellus, mi dispiace" mormorò soltanto.
"Dove si trova?" ripeté l'altro, quasi non lo avesse sentito.
Klaus gli poggiò una mano sulla spalla. "Marcel..." tentò di nuovo.
"Voglio vederla, ora" il vampiro si divincolò dalla presa e mentre lo faceva si mise in ascolto. Non sapeva esattamente cosa dovesse ascoltare ma poi sentì Rebekah piangere, un cuore battere all'impazzata e il dolore si impossessò di lui. Senza che fosse capace di controllare le sue gambe cadde in ginocchio, le mani sul viso, le lacrime veloci sulle guance.
L'Ibrido Originale rimase fermo per qualche istante, speranzoso di riuscire a controllare i suoi di sentimenti, poi si piegò e gli si mise accanto, in silenzio. Esattamente come aveva fatto con Elijah poco prima.
****
Il giorno arrivò veloce e veloce se ne andò, lasciando il posto alla sera più scura che Elijah avesse mai vissuto nei suoi mille e passa anni di esistenza. Il corpo di Allison era rimasto delicatamente adagiato sul letto, le braccia lungo i fianchi, la pelle sempre più scura e l'odore... l'odore di morte sempre più forte. Lui però riusciva a percepire solo il ricordo della sua pelle profumata di frutta, la sensazione di quelle mani morbide e calde, il viso dolce, le fossette. Faceva male come nient'altro al mondo averla persa, era stato straziante sentirla spegnersi tra le sua braccia. Chissà, si chiese, se era riuscita a sentire quello che le aveva detto, chissà se morendo aveva sentito quel ti amo tanto voluto, finalmente ricambiato.
Avrebbe dato qualunque cosa per poterla portare indietro e urlarglielo ancora e ancora, per stringerla ancora e ancora ma non sapeva come fare: non aveva niente da offrire e non avrebbe saputo a chi offrirlo neppure avendolo. Rebekah una volta gli aveva detto che la loro forza era in fondo solo un'illusione. Guardaci, gli aveva sussurrato, siamo le creature più forti al mondo, ma siamo danneggiati e non esiste cura a questo. Viviamo senza speranze, ma non moriamo mai. Siamo la definizione di maledetti... sempre e per sempre; aveva ragione, sempre e per sempre valeva interamente per loro e lui lo avrebbe vissuto con il vuoto che la morte di Allison gli aveva lasciato.
Guardò Marcel, seduto dall'altra parte del letto, le mani incrociate sotto il mento, gli occhi scuri persi chissà dove, chissà quando nel tempo; magari in un bel ricordo. Forse, si disse, doveva provarci anche lui. Si lasciò cullare da uno di essi...
"Credevo che fosse vietato. Che ci fosse un qualche strano codice che impediva alle invitate di essere più belle della sposa. Ma ti guardo e penso che mi sono decisamente sbagliato."
"Oppure io ho infranto le regole" gli disse Allison arricciando poco la bocca, infine sorridendo mentre girava il viso per guardarlo. "Credi che sia per questo che tutti mi hanno guardata in modo... strano al mio arrivo?"
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One More Time - Before we go
أدب الهواةLA STORIA NON E' INCOMPLETA. MAN MANO CHE L'ISPIRAZIONE ARRIVA, LA AGGIORNERO'. SIATE PAZIENTI, GRAZIE. CROSSOVER TRA THE ORIGINALS E SUPERNATURAL E UN PIZZICO DI SAVING HOPE Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i...