13. La dichiarazione

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13.

LA DICHIARAZIONE

Allison si versò dei cereali, poi ci aggiunse del latte appena scaldato e si mise a sedere all'isola della sua nuova cucina. Doveva ammettere che quando Marcel le aveva proposto di prendere un piano di quell'edificio e trasformarlo in un posto tutto suo all'inizio aveva pensato che fosse pazzo, poi però l'idea aveva iniziato a farsi strada nella sua mente e senza accorgersene si era ritrovata a comprare dei mobili tra cui un gigantesco divano di tessuto beige e un bellissimo lampadario.

Così il quarto piano di quel vecchio edificio abbandonato e ora abitato da vampiri era diventato il grande attico abitato da una cacciatrice del soprannaturale che proprio non ne voleva sapere di stare fuori dai guai. Una cosa in sua difesa doveva dirla però, se era rimasta a New Orleans era principalmente per due motivi uno dei quali riguardava il giovane lupo che oramai faceva coppia fissa con Josh.

Quando gli aveva stretto la mano qualche giorno prima aveva visto qualcosa, qualcosa di oscuro che sembrava destinato ad abbattersi su di lui e anche se non aveva detto niente a nessuno per non creare nessun tipo di allarmismo era certa che fosse il caso di rimanere nei paraggi.

L'altro motivo, beh non era importante specificarlo. Lei lo conosceva ed era ciò che contava. Nessun altro doveva saperlo.

Due piani sotto la cucina dove ora stava facendo colazione viveva Elijah che aveva lasciato la tenuta dopo le nozze di Hayley e Jackson e il loro trasferimento lì. Quando lo aveva visto spostare le sue cose in quel posto non aveva chiesto nulla perché non c'era bisogno di domandare i motivi di quella decisione che erano piuttosto evidenti.

Quello che aveva fatto era stato aiutarlo a portare lì tutta la sua roba, a sistemarla per bene e poi a finire una bottiglia di bordeaux davanti ad una buona cena a base di cibo italiano.

Poi era dovuta partire per incontrare i Winchester e Castiel in Kansas e al suo ritorno molte cose erano cambiate; Rebekah era ospite di un nuovo corpo dentro il quale era finita per errore. La vera proprietaria di quei bei capelli ricci e neri era una strega che aveva cercato di prendere il sopravvento e di cui si erano liberati grazie all'aiuto di Vincent Griffith che, Dio Allison si era confusa mentre glielo raccontavano, era l'uomo il cui corpo era stato ospitato per mesi da Finn Mikaelson.

L'Originale obbediente e petulante si trovava ora all'interno di un ciondolo appeso al collo di Freya, la sorella che tutti credevano perduta ma che invece era tornata. Anche lei aveva contribuito alla salvezza di Rebekah, aveva sconfitto Esther, ritrovato il suo adorato padre e preannunciato l'arrivo di un male peggiore della strega Originale madre dei Mikaelson.

"Non male per due settimane di assenza" mormorò Allison masticando i suoi corn-flakes. Un'altra novità che l'aveva davvero, davvero, sorpresa era stata la scoperta di una relazione piuttosto improvvisa e passionale tra Elijah e Gia. Come fosse nato quel sentimento non lo aveva ancora capito, ma onestamente non era certa di volerlo sapere.

Non erano affari suoi in fondo, anche se la cosa la infastidiva parecchio. Voleva bene a Gia però... era tutto dannatamente complicato.

"Hey" disse a Marcel quando lo vide entrare. "Entra pure. Vuoi un po' di latte e corn-flakes?"

Lui scosse il capo sorridendo e si guardò intorno. "Niente male come hai sistemato qui. Bei mobili e quel divano... ti sei portata dietro uno dei miei per soggiogare i commercianti?"

"No, li ho soggiogati con un bell'assegno da diecimila dollari, per l'intero arredamento. E altri cinquemila per gli arredatori che mi hanno aiutato a sistemare tutto nel migliore dei modi" spiegò lei. "Ora manca solo qualche libro e qualche pianta per dare personalità al tutto."

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora