29. Elijah

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29.

ELIJAH

"Grazie" Allison sorrise a Sam prendendo la tazza di latte caldo che le porgeva e la strinse con entrambe le mani mentre Cass le poggiava sulle spalle il suo impermeabile. Non sapeva esattamente da quanto tempo fosse tornata, non si sentiva del tutto lucida da quando era successo. Forse dieci o quindici ore... forse meno, forse più. I suoni di quell'altra realtà, del suo paradiso ancora le riecheggiavano nelle orecchie, i visi le danzavano davanti agli occhi: Joel, i suoi genitori, Matt e i suoi occhi brillanti di ambizione e sogni. I suoi figli...

La donna lasciò cadere qualche lacrima che si affrettò ad asciugare col palmo di una mano e fece un grosso respiro. Ma la sua tristezza non sfuggì ai suoi tre amici.

"Stai bene?" le chiese infatti Dean dopo aver scambiato una rapida occhiata con gli altri due. "A parte, beh lo sai..."

"Sto bene" replicò lei con la voce roca di pianto.

"Ricordi tutto vero?" intervenne Castiel. "Del tuo paradiso, ricordi ogni cosa."

"Sì, ricordo tutto."

Sam corrugò la fronte. "Com'è possibile? Non dovrebbe venire tutto cancellato in automatico? Cass?"

"Di solito si lasciano solo frammenti di ricordi, quelli più vicini alla realtà in cui si torna, a meno che..."

"Ho chiesto io a Chuck di lasciarmi i ricordi, tutti quanti."

"Perché?" le chiese Castiel. "Così sarà mille volte più difficile."

Allison bevve un ultimo sorso di latte, poi si mise in piedi e si guardò intorno, in quella triste camera di motel in cui l'avevano portata. Se non ricordava male aveva visto il cartello di Benvenuti a Convington qualche ora prima dal sedile posteriore dell'Impala. Dio... aveva una marea di cose di cui occuparsi, primo fra tutti Elijah eppure non riusciva nemmeno a pensare nel modo giusto.

"Non ha importanza ora" disse cercando di recuperare un briciolo di lucidità. "Ora ho altre cose di cui occuparmi, come Elijah ad esempio."

"No, hey" le disse Dean mettendosi davanti a lei. "I Mikaelson non sono un tuo problema. Non più, anzi, non lo sono mai stati anche se tu ti sei comportata come se lo fossero."

"Dean, quello che mi è successo non è colpa loro."

"Sì invece, la tua amicizia con loro ha incasinato la tua intera esistenza."

"Dean" cercò di ripetere lei, ma lui partì in quarta elencando con l'aiuto delle dita tutte le cose che erano andate storte da quando lei si era messa a giocare al buon samaritano con la famiglia degli Originali. Quando finì le puntò lo sguardo a dosso, quasi si aspettasse chissà cosa.

"Io lo amo" gli disse la cacciatrice stringendosi nelle spalle. "Nel mio paradiso i miei genitori erano vivi, ero un dottore come mio padre, mio fratello era un amorevole umano sognatore e avevo un fidanzato e dei figli; due gemelli. Ero felice ma poi Chuck ha fatto la sua comparsa, mi ha detto che Elijah è nei guai ed io ho esitato più o meno tre secondi prima di scegliere di tornare qui. Tre secondi Dean... tanto è il tempo che mi è servito per capire che volevo tornare da lui. Quindi se pensi che adesso me ne starò qui e non andrò a salvarlo o se pensi che nasconderò loro di essere tornata, allora in questi tre mesi in cui sono stata morta ti sei dimenticato parecchie cose di me" parlò con calma. "E se non ti sta bene, se avete un problema con la mia decisione, allora grazie di essere venuti a prendermi ma ora potete andare." disse rivolta a tutti e tre.

Rimasero tutti in silenzio per un istante, poi Sam tirò fuori il cellulare e abbozzò un sorriso triste. "Telefono a Klaus e lo aggiorno."

"Io ti procuro qualcosa da mangiare." si offrì Cass.

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora