23. Il dolore

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23.

IL DOLORE

"Quindi, con l'aiuto del mio assistente e delle sue magie tecnologiche" il dottor Morgan fece segno al giovane alla sua destra che gli sorrise. "Ricapitoliamo i sintomi della malattia che dovrete diagnosticare." Sulla grande lavagna interattiva comparve una lunga lista e nella sala calò il silenzio per un attimo. Ognuno sembrò perdersi nelle proprie riflessioni.

Allison arricciò poco la bocca, come faceva di solito quando si ritrovava a riflettere e fece un profondo respiro rigirando il tappo mangiucchiato sulla sua biro. Pensa, si disse, in fondo sai di sapere la risposta. Sì, forse la sapeva o forse no... quei sintomi potevano indicare diverse cose ma la più facile, quella a cui sicuramente tutti avevano pensato di primo istinto non era certamente quella giusta.

Conosceva suo padre e sapeva che era impossibile che fosse così facile, a giudicare dal silenzio che regnava anche gli altri dovevano aver capito che il primo istinto in quel caso non li avrebbe aiutati, perché nessuno aveva ancora fiatato. Il dottor Morgan, era così che doveva rivolgersi a lui quando erano in ospedale, li osservava con quello sguardo affamato di tutto; curiosità, passione, determinazione, severità. Li guardava anche con quel pizzico di benevolenza che faceva di lui il loro mentore preferito, "l'insegnante" le cui piccole lezioni in quell'aula dell'ospedale erano sempre gremite. I giovani dottori, persino alcuni infermieri con aspirazioni più alte, raggiungevano la sala appena possibile accontentandosi di stare in piedi per due ore pur di non perdersi nulla.

Allison sorrise, col sorriso di una figlia fiera e soddisfatta e diede un altro rapido sguardo alla lista di sintomi:


- aumento della pressione arteriosa;

- riduzione dei livelli di potassio nel sangue e diminuzione dei livelli ematici di renina;

- rialzi della pressione arteriosa;

- tachicardia;

- sudorazione, vampate, intenso mal di testa;

- aumento di peso, ritenzione idrica;

- facies a luna piena;

- modificazioni del tono dell'umore, fino a veri e propri sintomi psicotici.


"Funzione alterata dell'ipofisi" azzardò qualcuno. Allison non riuscì a vedere ma dalla voce sembrava Paula.

Il dottor Morgan diede un'occhiata ai sintomi, poi sorrise alla donna. "Potrebbe essere, è vero. Ma non è la risposta esatta. Coraggio," li spronò. "Ragionate."

"Potrebbe essere un effetto collaterale di una terapia prolungata con farmaci corticosteroidi." parlò qualcun altro, stavolta Allison poteva vederlo, era seduto proprio di fronte a lei.

"Ma non è" l'assistente del dottore scosse il capo.

"Adenoma surrenalico" propose Allison, ma era più un pensiero ad alta voce perché gli occhi che si puntarono su di lei la colsero di sorpresa, visto che non si era quasi accorta di aver parlato. "Secernente" aggiunse.

Suo padre le riservò un grande sorriso, poi fece cenno al suo assistente affinché facesse scorrere la successiva diapositiva; quella della risposta. Adenoma surrenalico secernente c'era scritto e ad Allison vennero riservati un piccolo applauso e varie sbuffate.

"Molto bene!" esclamò l'assistente mentre la lezione finiva.

"Grazie"  Joel, avrebbe voluto aggiungere, ma lì in ospedale non era il suo fidanzato, era il suo superiore e i ruoli andavano rispettati, come con suo padre. "Grazie, dottor Goran" disse infatti seguendo poi gli altri fuori dalla stanza e lungo i corridoi fino alla tabella degli interventi dove con disappunto scoprì che quel giorno era assegnata al dottor Anderson. Lei odiava quel tizio.

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora