8. Il Doppelgänger

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8.

IL DOPPELGÄNGER

"Sto bene Elijah, lo giuro" Allison afferrò la sua giacca e lasciò la stanza scendendo di corsa giù per le scale. L'Originale in completo, dietro di lei, non ne voleva sapere di lasciarle un po' di spazio. Era preoccupato, sempre presente a sperare che lei si aprisse, ma la cacciatrice non aveva voglia di parlare di quello che Esther le aveva fatto esplodere nella testa. Non in quel momento, forse mai.

Magari un giorno si sarebbe svegliata con la voglia di dirgli tutto ma non era quello il giorno ed Elijah sembrava non volerlo capire. Era grata che Marcel le avesse chiesto aiuto per allenare la sua nuova piccola comunità di vampiri; fare qualcosa le avrebbe permesso di concentrarsi su qualcosa che non fosse quel ricordo, stare in movimento le avrebbe permesso di sfogare un po' di quella rabbia che sentiva dentro.

Non era certa che rabbia fosse il termine giusto tuttavia. Era più qualcosa a metà tra l'ansia e il nervosismo. Sentimenti che lei di solito gestiva egregiamente, questa volta non era del tutto certa che ne sarebbe stata in grado.

"Posso anche fingere di crederti" Elijah si fermò sulla soglia della porta quando lei entrò in cucina per prendere dal frigo una bottiglietta di acqua. "Ma continuo comunque a credere che metterti a fare da... istruttrice al piccolo gruppo di Marcel non sia una buona idea."

"Primo" precisò lei alzando un dito. "Non farò l'istruttrice, farò l'insegnante e c'è una bella differenza. Secondo" aggiunse afferrando una mela dal grande cestino pieno di frutta fresca poggiato sul tavolo. "Non ricordo di aver chiesto la tua opinione, anche se apprezzo la premura. Terzo, cosa dovrei fare secondo te?"

"Non saprei" le disse lui mettendosi dritto, le mani nelle tasche. "Potresti prendertela comoda per un po', rilassarti, fare delle passeggiate, visitare New Orleans da cima a fondo. Parlare con me..."

"Noi stiamo parlando Elijah."

"Sai quello che intendo" il vampiro si zittì per un istante e le si avvicinò di qualche passo. "Posso vederlo nei tuoi occhi che qualcosa ti tormenta."

Allison quegli occhi li chiuse per un lungo istante, quando li riaprì aveva ripreso il controllo che per un secondo aveva creduto di aver perso. "Ti ho detto che ti racconterò tutto, ma non ora. Adesso abbiamo altre cose di cui occuparci, cose più importanti."

"Niente è più importante della tua salute, sia fisica che mentale."

"Oh no, ti sbagli" la cacciatrice rise. "Posso farti una lista: tua madre e tuo fratello Finn stanno tenendo un profilo fin troppo basso da quando si sono divertiti a giocare con la mia mente. Sono passati dieci giorni di totale silenzio, il che nella mia esperienza non è un buon segno. I vampiri di Marcel sono completamente abbandonati a loro stessi, sono troppi e non sanno neppure come usare i loro sensi amplificati. I discepoli di Francesca Guerrera stanno quasi certamente preparando un attacco e Miles Brown tornerà a infastidirci quanto prima, te lo assicuro. Oh sì, e Mikael è tornato dal mondo dei morti ed è controllato da una streghetta adolescente e piena di potere che detesta Klaus. Devo continuare forse Elijah? Perché ti assicuro che pensandoci ancora un po' potrei andare avanti per ore con questa dannata lista."

L'Originale fece qualche passo indietro. "Okay, forse ci sono alcune cose di cui dobbiamo occuparci, ma tu hai comunque la priorità."

"Meraviglioso!" esclamò la donna. "Lo terrò a mente, posso andare ora?"

"Mi stai seriamente chiedendo il permesso?" provò a scherzare Elijah.

Lei diede un morso alla mela mentre gli passava accanto. "Nei tuoi sogni" mormorò tirando fuori dalla tasca le chiavi dell'auto.

One More Time - Before we goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora