6 ~amore e odio~

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Mi alzo dal divano e guardo l'orario sul cellulare. Sono le 7.45 DI MATTINA. Da quel pisolino mi sono risvegliata solo ora, bene! Il fatto è che più dormi e più vuoi dormire ma devo andare agli studi.
Mi alzo, mi sistemo, sistemo casa e mi dirigo lí. Prima però mi fermo ad un bar e prendo cornetti e dolci per la colazione da portare a tutte le persone che lavorano dalla mattina presto. Arrivo, scendo e porto tutto dentro. Avviso tutte le persone che erano lì di prendere qualcosa e dopo poco era tutto finito. Arrivano Stefano e Marcello.
Marcello: che porchi! Nemmeno una sfogliatella ci avete conservato.
Emma: le sfogliatelle qui non le fanno come a Napoli, quindi non le ho prese proprio.
Stefano: eh infatti.
Marcello: tu hai mangiato Emma?
Emma: in realtà no, però ho da fare e mi farò passare la fame.
Marcello: nono, allora ti dobbiamo portare alla pasticceria napoletana qui a Roma... Sfogliatelle da paura.
Ti dobbiamo portare, ci sarà anche Stefano. Bene se volevo accettare ora non lo farò.
Emma: grazie per l'invito ma oggi devo fare presto.
Mi dirigo da Joshua. Troppo calante in certi versi e stonato in altri.
Dopo vago per i corridoi attendendo Elisa ma incontro Stefano.
Stefano: non sarei venuto stamattina, potevi accettare.
Emma: okay. - dico ignorandolo.
Si offende. In questo non è cambiato. Odia essere ignorato.
Mi tira per un braccio e mi porta nel suo camerino mi fa una lieve pressione sulle spalle con le sue braccia e mi fa sedere forzatamente sul divanetto.
Mi guardo intorno, tante foto sue e di Marcello e qualcuna anche di suo figlio. Che bello! Gli somiglia davvero tanto.
Emma: allora?
Stefano: basta Emma, per favore!
Emma: cosa? -fingo di non capire.
Stefano: smettila di sentirti offesa per una cosa successa 4 anni fa. Ho sbagliato, mi sono pentito, ti ho chiesto scusa. Ora basta però. Ricominciamo civilmente.
Emma: ricominciamo cosa?
Stefano: tutto.
Emma: tutto cosa? -dico mentre si siede accanto a me.
Stefano: non lo so, ma ricominciamo, qualunque cosa si sia creata quella sera. -disse rivolgendosi alla sera in cui mi riaccompagnò a casa.
Emma: non si può!
Stefano: si che si può! -dice accarezzandomi il viso.
Gli allontano la mano ma lui me la stringe e io la ritiro subito.
Emma: perché l'hai lasciata? - dico come per riprendere il discorso della sera passata.
Stefano: finita la passione dovrebbe nascere l'amore, che c'è stato solo per nostro figlio, così ho deciso di troncare non appena fosse cresciuto abbastanza.
Emma: perché mi hai tradito? -dico poggiandomi sullo schienale e guardando in alto.
Stefano: non so cosa mi sia preso, ma posso assicurarti che per te provavo amore. Buono, sincero e genuino. Si stava creando una cosa troppo grande e forse mi sono sentito piccolo e impotente così sono scappato.
Emma: sarei stata molto meglio se me lo avresti detto così. "Ciao non ti amo più". Avrei sofferto, ma non sarei stata come sono stata.
Stefano: ma io ti amavo.
Emma: chi ama non tradisce. Chi ama non scappa. Le difficoltà si superano insieme.
Stefano: lo so. Sono stato uno stronzo.
Emma: si!
Stefano: perché però tu non hai provato a trattenermi, farmi ragionare, chiarire.Mi hai cacciato di casa così, su due piedi.
Emma: io dovevo provare a chiarire?- dico voltandomi nella sua direzione.- non iniziare così Stefano! Per favore. Mi avevi chiesto di sposarti e poi ti ritrovo sul giornale con un'altra. Cosa dovevo chiederti? Com'era farlo con lei?
Rimase in silenzio.
Iniziarono a scendermi delle lacrime. Che io non asciugai. Quella storia mi aveva cambiato i sentimenti. Dopo quella storia, non ne avevo avute altre così forti. Dopo aver provato un amore così grande era difficile provarne un altro simile. Si, stavo bene, forse li amavo, ma non quanto avevo amato lui.
Si avvina e mi abbraccia. Mi accucciolo al suo petto e stringendo la sua maglia tra le mani, continuo a piangere silenziosamente. Passa la sua mano sulla mia schiena e mi cosparge il capo di dolci baci. Mi impongo di staccarmi ma non ci riesco. Mi stringe così forte che mi fa quasi male. "Ma che t'importa se un'abbraccio ti rompe le costole se t'aggiusta il cuore" ricordai di aver letto da qualche parte. Lascio la sua maglia ormai bagnata e mi stacco piano da lui. Avvicina la sua fronte alla mia e con le mani mi mantiene la testa. Chiude gli occhi e inspira profondamente. Mi bacia le gote asciugando con i pollici le lacrime rimaste. Resto immobile, percependo ogni suo gesto sincero. Allontana la sua fronte dalle mia e avvolge le mie spalle con un braccio, facendomi accoccolare al suo petto. Restammo in silenzio per molto, troppo tempo. Mi sembrava davvero essere tornata indietro nel tempo. Litigare, litigare anche pesantemente poi chiarire tutto e restare abbracciati....
Mi mancava, dovevo ammetterlo. Mi mancava. Ma dovevo farmelo passare. Controvoglia mi alzo e lui mi guarda strana, quasi implorandomi di restare.
Emma: posso andarmi a sciacquare il viso in bagno?
Annuisce.
Mi guardo allo specchio e poggio le mani sul lavandino, dal riflesso dello specchio vedo che guarda in alto e che si tocca i capelli, lo faceva sempre quando non sapeva cosa fare. Mi asciugo e mi siedo a terra. Dopo poco arriva lui.
Stefano: tutto apposto?
Emma: si. -dico mentre mi rialzo.
Va a risedersi sul divanetto e io dico di dover andare perché dovevo incontrarmi con Elisa. Quanto volevo restare.
Stefano: ora voglio quel caffè che mi avevi offerto quella sera! -dice tornado sorridente.
Emma: vedremo! Sempre se non finiamo per litigare.. Ancora. -dico sorridendo.
Stefano: l'importante è fare pace..no?
Emma: giusto.. Vabbè vado.
Stefano: se devi tornare da Alessio andiamo insieme, devo provare con lui.. Prima siamo scappati..
Emma: okay allora ti aspetto.
Si toglie la maglia e indossa una canotta, il tutto davanti a me.
Emma: com'è cambiato il tuo corpo.. Quanti tatuaggi hai fatto! -affermo avvicinandomi.
Stefano: eh. -dice guardandosi -meglio così o prima?
Emma: stai bene anche così! Ma sei pronto? Devi ballare eh, muoviti dai!
Ride, si cambia le scarpe e ci  avviamo in sala 9 chiacchierando e sorridendo.
Ballano, intervengo qualche volta poi saluto e vado via.
Le settimane successive passarono molto velocemente. Con Stefano i rapporti erano migliorati. Scherzavamo e chiacchieravamo spesso. Eravamo usciti anche con altri ballerini qualche sera ma quel famoso caffè non avevo avuto tempo di offrirglielo. Mi spaventava questo nostro stare bene, ma oramai era fatta. Io con lui stavo bene e anche lui con me. Ci trattavamo con rispetto. Dopo quel giorno in cui piansi davanti a lui non avemmo più conversazioni intime, chiacchieravamo di cose futili, ma lo facevamo. Guardavo spesso i daytime su real time e mi commossi quando vidi lui commuoversi insieme a Michele, un allievo dei blu. Anche quando ad andreas fu comunicato che avrebbe dovuto abbandonare la scuola, mi commossi. Capivo il sogno di quei ragazzi di rimanere lì dentro, l'avevo fatto io prima di loro e ricordavo bene l'ansia prima di ogni puntata e la paura di essere eliminata. Crescendo ho capito che anche se mi avessero eliminato avrei trovato la mia strada e questo era quello che auguravo ad ognuno di loro. Il giorno del primo serale si avvicinava. Mancava solo un giorno e avremmo dovuto registrare. Quel martedì -visto che la prima puntata l'avremmo registrata il mercoledì- io ed Elisa andammo dai nostri ragazzi per fargli l'in bocca al lupo. Io mi ero legata particolarmente ad elodie così prima di andare via la abbracciai. Tornai a casa e mi feci una doccia. L'indomani mattina andai a fare una corsetta con Francesca per scaricarmi un po'. 
Poi tornai a casa mi feci una doccia e mangiai. Alle 16 andai  agli studi.
Emma: se credete di sbagliare probabilmente lo farete. Dovete autoconvincervi che ce la farete.
Alessio: facile a dirlo emmì -disse ansioso.
Puntavo molto su di lui. Lo vedevo come l'ipotetico vincitore della categoria ballo.
Elisa: ragazzi i vostri pezzi sono tutti favolosi. Li eseguite perfettamente. Avete sudato in quelle sale e noi con voi. Date il massimo stasera.
Emma: carichi a pallettoni cazzooooo!!! - gridai prima di salutarli e andarmi a preparare.
Indossai una camicia bianca sblusata e un pantalone bianco morbido con una cintura nera in vita per richiamare il nero delle scarpe. Mi fecero una treccia che mi ricadeva su un lato. Ripetevo freneticamente in mente la sigla "I lived" e il duetto con Elisa ed Elodie "la cura".
La puntata iniziò, perdemmo la prima manche e vincemmo la seconda. Al ballottaggio andarono Emanuele e Ale. Uscì Emanuele.
Finita la puntata andammo dai ragazzi e una volta chiarito il fatto che avessimo spaccato comunque, andammo via. Nel parcheggio trovai Stefano a fumare così lo raggiunsi.
Emma: hai da accendere? -dissi accorgendomi di non avere l'accendino.
Si toccó le tasche senza trovare l'accendino così avvicinò la sua sigaretta alla mia e me la face accendere.
Stefano: mi dispiace per manu, è un ragazzo che merita.
Emma: onestamente parlando merita più Ale! Anche se sono molto dispiaciuta della sua uscita. - dico sincera.
Stefano: era da un po' che non ti vedevo in giro.. Che fine hai fatto?
Emma: tanti impegni..
Stefano: capito..
In mancanza di argomenti decisi di andare..
Emma: sei troppo vicino alla ferilli in cabina comunque. -dissi sorridendo e incamminandomi. Rise.
Stefano: quando me lo offri quel famoso caffè?
Emma:quando vuoi! - dico gettando la sigaretta.
Stefano: adesso?
Emma: ti voglio bene. -dissi scherzando riferendomi al titolo di una mia canzone.
Vidi che non capì così glielo spiegai.
Stefano: se vieni in macchina con me e mi offri quel caffè la ascolto.
Emma: va bene. Vado a prendere il disco in macchina.
Stefano: chi ti ha detto che non ce l'abbia già..?
Emma: avresti riconosciuto la canzone. -dissi incamminandomi verso la macchina. Lo presi e tornai da lui. Salii in macchina.
-Il caffè da me- dissi specificando. - la macchina la lascio qui!
Stefano: va bene.

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