7 ~amore e odio~

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Arrivati in macchina apro la custodia del cd.
Stefano: richiudilo!
Emma: non vuoi ascoltarlo? -dico guardandolo.
Stefano: apri il cruscotto.
Sorrisi capendo che lo aveva già. Vidi che era ancora imballato.
Emma: cosa aspettavi ad aprirlo?
Stefano: che tu fossi qui con me.
Emma: allora fai un giro più lungo che te lo faccio ascoltare.
Stefano: ovvio! - dice accelerando.
Emma: per favore non correre però!
Stefano: sta senza pnzier. -sorride.
Inserisco il disco e parte "adesso-ti voglio bene".
"Io non lascerò mai che il tempo asciughi il ricordo, di quei baci che preso anche se di nascosto.. Siamo pezzi imperfetti ma leggiamo lo stesso, siamo la musica che suona quando fuori c'è il silenzio.. Dentro tutto è acceso e fuori è buio."
Stefano: wow. -dice guardandomi - per chi è sto pezzone?
Emma: per fatti i fatto tuoi.
Stefano: ah era un mio amico, poi ci ho litigato. -sorride.- fammi sentì occhi profondi ja.
Emma: è la seconda aspè.
Stefano: servirebbe avere occhi profondi per imprigionare la tua assenza, non lasciarla mai venire fuori, perché, non diventi dipendenza. -dice senza cantare. Poi continua- io mi scordo di dimenticarti..non ho mai avuto occhi profondi.. Sei negli occhi e via da lì non scendi. -si ferma e mi guarda.- come fai tu lo sai a restarmi addosso se non ci sei mai? -mi guarda negli occhi. -inseparabili ma separati.- Sto in silenzio e lo osservo. Camminiamo tanto e ascolta tutte le canzoni attentamente.
Stefano:come si chiama questa? -dice curioso.
Emma: te pareva che coglievi questa! Argento adesso se chiama. - dico ridendo.
Stefano: mi piace molto. -ride.
Emma: immagino..
Stefano: vengo al concerto solo per vedere come canti questa, sappilo.
Emma: ah ti sei autoinvitato!
Stefano: eh sì.
Emma: va bene. Dimmi a quale tappa vieni così mi scateno!! -dico ridendo.
Stefano: dove posso venire? Nè?
Emma: Napoli ovvio! -ridiamo.
Arriviamo a casa mia e lo invito ad entrare.
Stefano: L'altra volta non ho avuto il tempo di complimentarmi per la casa, davvero fine.
Emma: grazie!
Mi tolgo le scarpe e mi dirigo in cucina.
Emma: vado a cambiarmi, fai quello che vuoi.
Indosso un pantaloncino bianco morbido e una canotta nera abbastanza stretta. Vado in cucina. Non lo vedo.
- dove sei?- dico alzando la voce.
-qui!- grida dal salone.
Si era messo sul divano.
Emma: lo vuoi il caffè?
Stefano: in realtà no! A quest'ora si mette sullo stomaco. È la mezza- dice guardando il telefono.
Emma: va bene. -dico andando in cucina.
Stefano: vieni qua!! -grida.
Emma: aspetta.-dico prendendo l'acqua dal frigo e due bicchieri e qualche cioccolatino.
Arrivo nel salone poggio tutto sul tavolino e mi siedo un po' distante da lui.
Stefano: avvicinati.
Emma: metti un film. Vedi mi pare fa la replica di Gomorra. -dico ignorando la sua proposta.
Stefano: così ti traduco qualcosa!
Emma: capisco tutto bello.-dico avvicinandomi e tirandogli una pacca sulla spalla. Mi tira e mi mette un braccio attorno alle spalle.
Emma: perché mi abbracci?
Stefano: non posso?
Emma: non si risponde a una domanda con un'altra domanda. -sorrido.
Stefano: ti abbraccio perché mi va.-mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Okay- sussurro sistemandomi.
Il film però era quasi finito e quindi ci godiamo l'ultima parte.
Stefano: amó t vec chiù selvagg.. Chiù leoness.. -afferma.
Amo? Perché dire questa frase della vecchia serie? Così all'improvviso? Perché dire amó se nel film non lo dicono? allontanati! Emma allontanati!!!
Mi sposto.
Mi guarda interrogativo e si avvicina a me.
-che hai?- mi accarezza il viso.
-mi hai chiamato  amó!-
-embè?-
-siamo amici Stefano!-
-non saremo mai amici!-
Torna al suo posto.
Respiro e torno vicino a lui. Vedo che ogni tanto chiude gli occhi. Devo mandarlo via non dicendolo direttamente.
Emma: che ore sono? -dico avvicinandomi al suo collo.
Quanto avrei voluto baciarlo, non appena mi resi conto che stavo esagerando mi girai.
Stefano: tardi e devo andare!
Emma: si ma prima prendi un caffè! Almeno ti svegli un po!
Stefano: nono mi basta un bicchier d'acqua.
Gliela verso e gli porgo il bicchiere.
Stefano: grazie.
Non smettiamo di fissarci. Mi guarda negli occhi come quando voleva baciarmi o stringermi a lui. Mi sta leggendo dentro, me lo sento addosso anche se è lontano.
Stefano: mi sei mancata troppo!
Non rispondo.
Stefano: non immagini il piacere di stare qui abbracciati. -continua.
Non rispondo ancora.
Stefano: ora devo andare! Mi saluti o resti così? -dice sorridendo.
Mi avvicino alla porta e lui mi segue.
Non so che fare quindi aspetto che si muova lui.
Si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia. Non ricambio. Mi accarezza il viso e sorrido.
Stefano: domani passo a prenderti visto che non hai la macchina. Alle 9 sono qui! -dice senza darmi modo di controbattere.- e la prossima volta vieni tu da me!
Emma: buonanotte! -sussurro tanto piano che credo non mi abbia sentito. Lo vedo scendere e mi bussa il citofono. Guardo in giro cercando qualcosa che potesse aver scordato ma niente.
Corro a rispondere.
Emma: si?
Stefano:buonanotte anche a te piccola!
Attacco. Mi aveva sentito.
Piccola, amó... Mi mancava, inutile negarlo. E mancavo anche io a lui. Questa volta aveva avuto le palle di dirmelo in faccia. Prima lo faceva sempre. Non aveva peli sulla lingua. Litigava con chi si nascondeva dietro un dito o voleva apparire un buonista. Lui voleva essere sincero e se significava sembrare uno stronzo lo faceva. Non è mai stato il tipo che dice cose per fare bella figura, un po' come me!
Ricordo ancora quando ad amici big cantai "bella senz' anima". Quella canzone era così sincera e così diretta a lui, quando uscii dallo studio lo vidi li, con lei, miguardò appena, e dal suo sguardo distante e rigido capii che era cambiato qualcosa in lui. Da quel momento in ogni intervista, in ogni programma lo vedevo falso, come se dicesse le cose tanto per.. Può essere che tutto questo era dettato dal mio odio verso di lui. Non mi capacitavo di come una persona che si era comportato in modo così meschino con me non riusciva a lasciarmi in pace. Non riuscivo a non pensarlo. Nel bene o nel male. Quando poi ho capito che ciò che era fatto non si poteva cancellare, sono andata avanti. Li ho anche incontrati una volta ad una cena. Che brutto essere allo stesso tavolo con loro, io ero a capotavola e dall'altra parte c'era Belen. Mi sono comportata da persona matura, credo, ho salutato lei ma lui no. Alla fine era lui che mi aveva fatto soffrire, lei non c'entrava più di tanto. Li vedevo baciare, sorridersi e dentro mi si scatenava l'inferno.
Poi mi è diventato indifferente. Mi venivano a dire le cose di lui, ma a me non me ne fregava nulla. Non lo pensavo più, non lo amavo più e non lo odiavo nemmeno più. Questo per me era un sollievo. Avevo superato tutto fino a quando è iniziata quest'esperienza! Ora mi ritrovo a chiacchiere con lui nella sua auto, nella mia, agli studi, A CASA MIA! Non potevo crederci, ci stavo ricascando e non potevo permetterlo. Con lui stavo così bene. E io sono sempre stata una che ha ascoltato il cuore ma ora come ora non potevo. Rischiava di essere spiaccicato a terra di nuovo e in quel momento, so per certo, che non si sarebbe più ricomposto. Però non potevo impedirmi di essere felice. Preferivo vivere essendo felice un attimo prima e distrutta un attimo dopo. Io ero così preferivo questo ad una vita piatta. Io volevo lo scontro diretto con le cose così mi feci coraggio e gli mandai un messaggio per poi pentirmene subito dopo.
<<e se ti dicessi che mi manchi?>> -scrissi e inviai troppo in fretta.
<< e se ti dicessi che son ancora giù da te ad aspettare il bacio della buonanotte>> -rispose spiazzandomi.
Il bacio della buonanotte... No che non potevo scendere, ma cazzo lo volevo così tanto. Mi giurai e rigiurai di salutarlo soltanto. Mi feci dei ricatti da sola, se l'avessi baciato non avrei cantato mai più. Ero pazza, quando si trattava di lui diventavo pazza. Presi le converse e scesi.
Lo vidi lì in macchina, con il telefono in mano forse aspettando una mia risposta. Mi avvicinai all'auto e bussai vicino al finestrino. Si girò e sorrise. Tolse la chiusura ed entrai in macchina. Faceva freschetto e strofinai le mie mani in cerca di calore. Me le prese.
Stefano: sei pazza a scendere così!? -disse sorridendo e cercando di scaldarmi le mani.
Emma: tu sei pazzo ad aspettare qui! E se non ti avessi scritto?
Stefano: ma l'hai fatto!- sorrise- eri così distante quando mi hai salutato, ho pensato che ti stessi imponendo di allontanarti da me, non farlo.-disse accarezzandomi il viso.
Emma: non volevo che andassi via, ma dovevi! In realtà mi impongo tante cose.. Una tra le tante era di non scendere ma l'ho fatto.
Stefano: vuoi fare un giro?
Emma: no, sono venuta per salutarti.- questa volta fui io ad accarezzare lui.
Non se lo aspettava, mi guardava come ad aspettare facessi altro, ma no lo feci. Lo tirai a me e gli diedi un bacio sulla guancia mentre le mie mani mantenevano il suo viso. Si poggió nell'incavo del mio collo e vi lasciò un bacio un po' spinto. Così alzai il suo viso, mi sorrideva. Amavo quando lo faceva così. Si avvicinò come per baciarmi ma gli dissi che dovevo andare. Chiusi la portiera e salii.
Chiamai subito Francesca che vista l'ora si allarmò.
-sono nei guai- le dissi.- Stefano colpisce ancora, stava per baciarmi e io cascarci ancora...
Le raccontai tutto la salutai e andai a letto.

Emma e Stefano ~ amore e odio~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora