Francesca: c'è Stefano lo sai?
Emma: si!- dico salendo in macchina.
Aprì la portiera e si sedette anche lei- e non vai con lui?-
Emma: se mi vuole viene a casa.
Francesca: avete litigato?
Emma: no! Ma ti pare che ti faccio tornare a casa da sola per stare in macchina con lui!? Sono numeri!- vidi che non parlava e continuai- non abbiamo litigato per te! E non abbiamo nemmeno litigato in realtà.
Francesca: ma sei nervosa.
Emma: capita. Comunque è stata una serata fantastica e non me la faccio di certo rovinare così.
Accesi la radio e alzai il volume.
In fretta arrivammo a casa e lui era già sotto casa mia, nostra (mia e di Francesca).
Francesca: vai con lui?
Emma: si.
Parcheggiammo e scesi dall'auto, aspettai che entrasse nel palazzo, attesi che la luce della cucina fosse accesa e salii in macchina con Stefano.
Eravamo a muso duro.
Emma: ciao.- dissi sbattendo la portiera.
Stefano: buonasera- disse facendo retromarcia.
Accesi subito la radio, il silenzio che si stava infittendo mi creava già disturbo."I darling I will be loving you 'ti we're 70... And baby my heart could still fall as hard at 23.
And I'm thinking 'bout how people foll in love in mysterious ways.
Maybe just tue touch of a hand.
Oh me I dall in love with you every single day.
And I just wanna tell you I am."Quando vuoi sentire una canzone allegra, solare, cosa ti capita? Ed Sheeran che ti legge il cuore.
Stefano: questa canzone mi distrugge.
Emma: pure a me.
Aspettò che la canzone finisse e poi - se non mi volevi stasera bastava dirmelo, com'ero venuto così me n'andavo.
Emma: ma smettila.
Stefano: smettila cosa? Sono venuto lì perché ci vediamo talmente poco e tu mi snobbi così? Boh.
Emma: ma sei scemo? Ma snobbi cosa? A mezzanotte avrei dovuto far tornare la Franci a casa da sola? Ma sei fuori?
Stefano: ma le sarei stato dietro!- disse come se fosse ovvio.
Emma: ma che c'entra!?
Stefano: c'entra perché mezz'ora in più con te mi cambia.
Emma: stasera non stai bene eh! Stiamo insieme mo? E allora che vuoi?
Stefano: par ca me fatt nu piacere. Se non volevi stare con me stasera, e te lo ripeto, me li dicevi.
Alzai la voce dello stereo e lui la abbassò tramite i comandi sullo sterzo.
Emma: non ti voglio sentire Stefano.- e la rialzai.
Lui- non riesco a guidare!-
Emma: Stefano smettila perché non ti sopporto proprio stasera.
E rialzai la voce, non la abbassò.
Arrivammo a casa sua e per la prima volta forse non volevo essere lì, in realtà volevo essere lì ma perché doveva essere così pesante?
Salimmo in fretta e andai subito a fumarmi una sigaretta, lui mi raggiunse e si sedette sull'altalena.
Stefano:ma perché fai così?
Emma: Sei fuori luogo proprio. Ma come ti viene? Io che lascio una tornare a casa da sola. Ma mi conosci un minimo?
Stefano: si e l'hai fatto altre volte quindi non ti capisco.
Emma: non dire stronzate eh. Non sono proprio il tipo- dissi entrando dentro-perché non mi riaccompagni?- Stefano: ma sei seria?
Emma: che senso ha stare qua e litigare?
Stefano: non me ne frega se litighiamo o no almeno stai qua.
Emma: ah bene!
Stefano: ma bene cosa?! -alzò la voce.
Emma: ma che è stasera!!!? Ogni cosa la prendi male? Ma che tieni il ciclo?! -urlai a mia volta.
Stefano: sei tu che sei nervosa da quando mi hai visto, ti aspettava qualcun altro?
Emma: Stefano non scherzare su queste cose che ti dò uno schiaffo che ti faccio arrivare direttamente sul Vesuvio.
Stefano: perché dovrei?
Emma: se vuoi litigare dimmelo subito per piacere! Ma non scherzare così! -andai in cucina e presi un bicchiere dal cola piatti che mi cadde dalle mani - MORTACCI TUA- gridai.
Lui arrivò in fretta - ma che fatt???-
Emma: Stefano STAI ZITTO! È COLPA TUA!
Stefano: a te t car o bicchier ed è colpa mia??
Emma: SI!
Stefano: guarda che sei tu- disse avvicinandosi.
Emma: basta eh-dissi quando era troppo vicino da poter dire altro.
Stefano: basta.
Ci abbracciammo, è bene quel che finisce bene diceva un vecchio saggio.
Mi allontanai- ma che ti è preso?-
Stefano: a me niente! Dimmelo tu.
Emma: sei tu che stai elettrico.
Stefano: ma se hai iniziato tu!
Emma: non ricominciamo- dissi finalmente sorridendo.
Si sedette sul divano e lanciò via le scarpe, io mi diressi in camera da letto ma tornai indietro prima di entrarci.
Emma: ogni sera la stessa cosa, quando mi dirai di portare qualcosa da te non è mai tardi.. sai? -dissi facendo riferimento al fatto che non avevo abiti da lui.
Stefano: e che te lo devo dire?
Emma: no guarda una sera vengo da te con la valigia e mi ci trasferisco.
Stefano: non sarebbe una cattiva idea.
Emma: ma hai bevuto stasera?
Stefano:non ancora.
Emma: non sembra proprio.
Stefano: non hai ancora dato un bacio!
Emma: nemmeno tu me lo hai dato.
Ride per il doppio senso che gli ho fornito.
Emma: IL BACIO STEFANO, IL BACIO.
Stefano: sisi avevo capito- disse tirandomi sulle sue gambe.
Unimmo fronte e naso poi le nostre labbra si schiusero automaticamente.
-certo che sei un cretino- dissi con le labbra tra i suoi denti.
Sorrise, sorrisi e così via.
Il tempo volò e arrivò in fretta il 20 dicembre.
Cantare con un pezzo di storia della musica italiana mi fece capire che stava andando nella direzione giusta.
Nel bene e nel male, tra le critiche e le adulazioni, tra pianti di gioia e, ahimè, di tristezza, ero arrivata lì al furum con Eros, e prima di lui avevo avuto l'opportunità di cantare con i più grandi di sempre Laura Pausini, Renato Zero, Baglioni, Morandi, Pino Daniele, la grande Gianna del mio cuore, con i miei amici Modà, Giulianone mio, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, il maestro Battiato e il grandissimo De Gregori, Syria, i Pooh e tanti altri.
Queste cose mi facevano proprio bene al cuore.
Dal 20 dicembre arrivò in fretta Natale che passai dai miei perché "Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi" si deve rispettare. Il capodanno invece, lo trascorsi con i miei più cari amici, Stefano ed io ,purtroppo, ci vedevamo sempre meno e forse per forze maggiori non eravamo sul chi va là a cercarci. Elodie che viveva in bilico tra casa mia e quella di Lele mi chiese se avesse potuto ospitarlo da me, accettai perché non avevo mai chiuso le porte di casa a nessuno.
Arrivò l'Epifania che tutte le feste porta via, trovai sul divano una calza enorme che mi arrivava al seno, sul bordo c'era un bigliettino che diceva" dovrai scavare tra tante prelibatezze per trovare il vero regalo."Svuotai l'intera calza sul pavimento, era abbondantemente piena, sul fondo della calza faceva capolinea un sacchettino che tirai fuori con ansia, odiavo i piccoli regali, piccoli e importanti e non avrei accettato se fosse qualcosa che non si mettesse al collo o al polso, aprii con una lentezza inaudita, più mi ripetevo "veloce e indolore" più tiravo lentamente ogni singolo nastrino e lo contemplavo come fosse oro colato.
Arrivai al punto che i nastini erano terminati ma vidi nella bustina un piccolo biglietto, lo tirai fuori.
"Questo BabboNatale a volte è stato cattivo ma questa volta vuole farti arrivare forte e chiaro un solo messaggio: apri la scatola e poi la porta grazie!"
Io rimasi lì, seduta a terra tra la cioccolata con la scatola tra le dita.
Ero terrorizzata e mi sentivo bloccata.
Mi alzai in piedi e mi misi in direzione della porta ma le gambe andavano lente, come quando nei sogni devi scappare dal cattivo e non riesci a correre o ad urlare, mi sentivo così.
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Emma e Stefano ~ amore e odio~
FanfictionCiao sono Emma ho 32 anni, sono una cantante con una carriera breve, rispetto a quello che vorrei, ma solida, ma prima di questo sono una persona. Una persona che tutti definiscono forte, sfacciata, snob e cornuta.. Beh... si, quando si è qualcuno l...