23 ~amore e odio~

2K 44 5
                                    

Poco prima di partire ci fu un invito per la mattina successiva all'edicola fiore al quale non potevo dire no. Così ci addormentammo presto per poi recarci di prima mattina lì. Avevo cantato e l'intervista per quanto mi riguardava era stata impeccabile poi Fiorello mi disse -lascia stare...poi se ti dico lui come si chiama di cognome..de Martino, si chiama de Martino!-
Mi scappò un -amoore- con la faccia da ebete.
E lui ribatté -come amore? ALLORA QUESTO È GOSSIP!!-
Iniziai a ridere fino a quando non si cambiò argomento.
Quando finì scappai in macchina. La franci già era lì. Mise in moto.
-CAZZO! CAZZO! CAZZO!!!- dissi ad alta voce.
Francesca:non hanno capito niente non te preoccupà!
Emma: una volta non capiscono, ma prima mio padre, poi le foto con le stesse persone, poi io che dico così  E CHE CAZZO!
Francesca: Emma ma non è un segreto di stato! -disse mentre accelerava.
Emma: lo so.. Però voglio tenerlo nascosto quanto più possibile!
Francesca: vabbè ma se esce esce!
Emma: non esce non esce!
Parlammo per tutto il viaggio fin quando non arrivammo a Verona. Parlai con Stefano a telefono, il quale mi disse che sarebbe andato ad Ibiza per qualche giorno. ANSIA! Ogni volta che si allontanava avevo ANSIA!
Arrivai sul palco e ogni volta che lo vedevo pensavo alla mia arena! Un sogno diventato realtà. Provai tutti i brani che avrei cantato e andai in hotel.
Chiamai Stefano.
Emma: amò!
Stefano: ammor mj -disse facendomi sorridere. Le cose in napoletano erano più intense. Ti arrivavano dritto al cuore. Specialmente dette da lui.
Emma: tutt'appost? -cercai di imitare il suo accento.
Stefano: senza te un po' meno!
Emma: e il bimbo?
Stefano: con la mamma. E tu? -ogni volta che parlavo di lui cambiava discorso. Forse pensava che volessi conoscerlo o altro, io mi interessavo solo alla sua felicità in realtà e il piccolo lo era.
Emma: si ma non cambiare discorso quando ti chiedo di lui -dissi fingendo di ridere per vedere la sua reazione.
Stefano: non l'ho fatto apposta! Volevo sapere come stavi- mentiva-comunque il piccolo sta bene grazie per il pensiero.
Emma: comunque il piccolo sta bene grazie per il pensiero-gli feci il verso- sei patetico!
Stefano: Nun accummincià p piacere! -(non iniziare per favore) parlava in napoletano. Era incazzato.
Emma: ogni volta che parti se ne va una parte di cuore. Sto veramente male senza di te. Non voglio litigare ma ogni cosa è un appiglio per parlare con te!
Stefano: parlami di quello che hai cucinato ma non litighiamo così tanto per...- passò qualche secondo- sei tremendamente dolce e mi manchi troppo anche tu! Quando ci incontriamo PER BENE?
Emma: ma la smetti di pensà solo a quello? - dissi ridendo.
Stefano: tu sij l'ammore mij!!
Con quella frase me lo sentii addosso. Quelle parole valevano più di 100 ti amo detti in riva al mare. Quell' "ammore mij" mi aveva frantumato il cuore, infatti non parlai per istanti lunghi.
Emma: mi fai mancare l'aria! -dissi felice.
Stefano: anche tu a me ogni volta che ti vedo.
Emma: vorrei essere con te ora.
Stefano: a chi lo dici.
Dopo poco lo salutai.
Mi addormentai e il giorno seguente cantai "libre" con Alvaro e "una città per cantare" con Ron e gli altri artisti. Spettacolari entrambi i duetti.
Il giorno dopo ancora cantai "il paradiso non esiste". Pubblico attento ed educato. Andai in camerino e trovai una marea di messaggi ma decisi di leggerli in hotel.
In realtà in hotel mi addormentai appena arrivata così gli sms li lessi il giorno seguente. I miei occhi appena aprii whotsapp si catapultarono su "Ste💗", mi aveva mandato un solo messaggio. Uno che valeva per mille.
-Ti sbagli il paradiso sì che esiste, SEI TU!🌹 Ti Amo❤️-
E beh ancora una volta mi aveva stupito, ancora una volta mi aveva dimostrato che pensava a me. Non sapevo come ricambiare volevo fare qualcosa per lui ma pochi giorni dopo sarei dovuta andare a Firenze e poi a Roma per cantare così rimandai quello che avevo in mente. Ne parlai con Francesca, mia unica confidente di questo argomento, e ne sembrò entusiasta. Prima di dirigermi a Firenze passai per Milano per vedere Gabriele Parpiglia per finire il libro che sarebbe uscito il 13 settembre in tutte le librerie italiane "dentro è tutto acceso".
Tutto perfetto, partii per Firenze, la mia città natale, cantai e vinsi un premio, il "best italian female", i miei fan erano davvero il top.
Il giorno successivo andai a Roma. Io avrei cantato per le prime 3 serate. La prima cantai "il paradiso non esiste" con una cover, la seconda e la terza soltanto "il paradiso non esiste". Proprio nella terza puntata appena finito il brano corsi in camerino. Indossavo una tutina bianca e i capelli erano legati ai lati, due cipolline, rossetto rosso e tacchi. Aprii la porta e trovai lui. All'inizio mi spaventai e indietreggiai, poi lo riconobbi -SEI PAZZO??? -gridai.
Stefano: stai zitta.- Si avvicinò mi tappò la bocca con le mani e chiuse la porta appoggiandomi vicino.
Si allontanò e mi scrutò- quanto sei bella?- non ce la facevo più. Lo spinsi sul divanetto e iniziai a baciarlo troppo intensamente. Mi mancava il respiro ma non riuscivo a staccarmi.
-aspetta-sussurró ridendo e allontanandosi quanto bastava per riprendere fiato.
Ripresi a baciarlo appena il respiro tornò regolare. Prese il mio viso tra le mani e mi tirò a lui. Strinse un mio gluteo talmente forte che ansimai.
-Ti hanno visto?- dissi con un filo di voce respirando velocemente.
-no!- disse afferrando il mio viso.
-Andiamo da me.- dissi alzandomi.
Stefano: ora?
Emma: si.- Presi una berretto e glielo misi in testa. - seguimi.
Aprii la porta e la richiusi per baciarlo ancora.
Stefano sorrise attaccato alle mie labbra.- continuiamo a casa- aprì la porta e mi fece passare.
Chiamai Francesca mente camminavo a passo svelto.
Emma: vado a casa ho ospiti!- dissi per farle capire, qui tutti erano spie e non potevo parlare liberamente.
Francesca: perfetto vai tranquilla! -disse facendomi capire di aver capito.
Arrivammo nel parcheggio ma io non avevo l'auto.
Emma: come sei venuto qui? -dissi mordendogli un labbro.
Stefano: taxi- disse tirandomi per i fianchi.
Non riuscivo ad essere lucida accanto a lui, specialmente in quel momento di foga.
Stefano: prendiamo due taxi separati.
Emma: non fa niente andiamo insieme- non c'è la facevo proprio a staccarmi.
Stefano: ci vorrà poco. Mandami l'indirizzo su whotsapp e inzia ad andare, ce n'è uno lì.
Lo baciai a stampo, presi il taxi gli inviai l'indirizzo. Arrivai a casa e lo aspettai nel portone. Mi appoggiai alla porta. Mi era mancato davvero tanto. Senza di lui il tempo sembrava non passare mai. Ogni volta che guardavo il cellulare era passato un minuto dall'ultima volta. CHE ANSIA.
Sentii una macchina fermarsi così aprii il portone, non era lui. Secondo me era passato troppo tempo così lo chiamai ma niente, segreteria. Mi sedetti sulle scale come una povera sconsolata e dopo poco mi squillò il telefono.
Stefano: mi vuoi aprire o no?
Disse senza darmi modo di parlare.
Mi alzai e aprii -ecco- dissi fingendo di inchinarmi.
Stefano: oh madame che onore- disse facendomi girare su me stessa come una principessa.
Mi spinse verso il portone che fece un rumore troppo forte, scappammo sopra rischiando di inciampare grandino per gradino essendo letteralmente attaccati. La mia lingua non aveva intenzione di lasciarlo in pace. Mi morse un labbro- sei impazzita stasera- disse ridendo -ti voglio così pure a letto- ridemmo entrambi rumorosamente.
Emma: che cretino.
Sbattendo porta per porta lo portai in camera da letto. Si mise sul letto a guardarmi. Decisi di farlo attendere e soffrire. Avrei sofferto anch'io lo so.
Mi sfilai la tutina restando solamente in intimo. Ero di spalle. Lo guardai dallo specchio. Lui non guardava nulla di me, mi guardava gli occhi, ci navigava. Senza staccare gli occhi da lui mi tolsi le scarpe, gli orecchini e il bracciale d'oro che avevo sul braccio. Mi girai e lo guardai, era steso lì, ancora vestito.
Stefano: non vieni?-disse calmo.
Emma: non mi vieni a prendere? -dissi appoggiata al mobiletto basso.
Si alzò e mi prese la mano. Se la portò sul cuore- lo senti?-sussurró -è tuo!-
Lo baciai con talmente tanta foga da sbatterlo sul letto. Ero sopra di lui intenta a sbottonargli quella camicia che mi stava dando troppi problemi, gli baciai il cuore, dove aveva il nome di suo figlio.
Emma: non potrò mai occupare il suo spazio, né basterà giusto un pezzottino- dissi calma.
Stefano: giuro che il mio cuore è diviso perfettamente tra voi due.- mi baciò la punta del naso.
Guardandolo negli occhi gli tolsi la camicia, oramai lo baciavo ovunque. Mi accarezzò il collo tirandomi a se. Non era il tipo da far fare tutto alla donna. Si sfilò lui stesso il pantalone, continuava a fissarmi negli occhi....

Emma e Stefano ~ amore e odio~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora