CAPITOLO SEDICI
Al suono di questa voce mi volto e capisco il motivo della reazione di Brett, il mio cuore inizia a pompare troppo, troppo velocemente, le mani iniziano a sudare, Marcus è di fronte a me e non è solo ma con Stewart, entrambi aspettano che io dica qualcosa, che confermi, che mi presenti, ma la mia mente vede solo rosso, vede solo il sangue dei miei genitori sulle mie mani, il sangue che loro gli hanno fatto versare, le mani sporche del loro sangue, annaspo in cerca di respiro, perché credo stia per arrivare un attacco di panico, è da un anno che non si presentano, inspiro ed espiro un paio di volte come mi ha insegnato il mio terapeuta, come ci ha spigato il professore a lezione, dopo qualche istante in cui tutti gli occhi sono puntati su di me che me ne sto in silenzio, è Cyrus ad intervenire
-"Lei è Blade, il nuovo acquisto, la ragazza di cui vi avevo parlato" balbetta nervoso e quando dice il mio soprannome mi riscuoto da quella specie di trance, cerco di ricompormi, schiarisco la gola
-"Si, salve sono Blade" dico mentre porgo la mano verso Marcus guardandolo negli occhi senza distogliere lo sguardo
-"Marcus piacere" e stringe la mia mano poi fa cenno verso il suo amico
-"Lui è Stewart" dice e io gli sorrido porgendo la mia mano al raccapricciante Stewart
-"Piacere" fingo, mentre in realtà ora l'unica cosa che vorrei fare è urlare fino a perdere tutto il fiato che ho in gola, urlare fin quando queste sensazioni non svaniscono, urlare per non sentire più nulla e sovrastare il rumore dei miei pensieri. Sento lo sguardo di Brett sulla schiena che mi trafigge
-"Il piacere è tutto mio, è sempre bello conoscere una donna che sa tirare pugni" dice Stewart e io non posso fare altro che sorridere mentre la mia testa immagina che l'oggetto dei miei pugni siano quei due esseri ignobili
-"Non si sente bene?" mi domanda Marcus probabilmente colpito dalla mia reazione, trovo subito una scusa che sembri plausibile
-"Probabilmente un piccolo calo di pressione, succede a noi donne in alcuni periodi del mese" cerco di non badare al fatto che ho praticamente detto davanti a quattro uomini di avere il ciclo mestruale perché in questo momento non posso essere così schizzinosa, annuisce
-"E quindi combatterai la prossima settimana?" continua Marcus sorridente e gentile, se solo sapesse chi sono realmente sicura non mi riserberebbe tutta questa gentilezza
-"Quella è l'intenzione, devono solo trovare un avversario degno di me e che non vada a terra dopo mezzo minuto" dico mentre mi volto verso Cyrus e alzo un sopracciglio, lui mi sorride e vedo che Brett è ancora lì, nella stessa posizione, ma non sorride si limita a fissare Marcus e poi me, vorrei entrare nella sua testa e capire cosa sta pensando. Nel frattempo le persone un po' alla volta sono uscite, e nella stanza è calato il silenzio, sembra strano non sentire urla e schiamazzi, l'unico suono che sento è il ritmo impazzito del mio cuore, siamo rimasti solo noi ai piedi del ring e alcuni buttafuori che aspettano che usciamo per terminare il loro turno
-"Potresti combattere tu contro di lei" dice Stewart indicando Brett, sussulto mentre Brett si limita a scrutarmi, ci guardiamo negli occhi, non nego che dargli qualche pugno non mi dispiacerebbe però non mi sentirei a mio agio a combattere contro di lui, gli sorrido e lui sposta lo sguardo da me a Stewart dato che tutti aspettano una risposta
-"Non combatto contro le donne" dice semplicemente voltandosi e andando via, oddio, a quest'uomo piacciono le uscite ad effetto, ora ne sono sicura.
-"Il solito simpaticone" sussurra Stewart, eppure è strano perché in realtà con me in alcuni momenti si è dimostrato... simpatico, anche se quest'aggettivo non gli si addice molto, però anche quella sera al Room con le mie amiche lo è stato per quanto riesca ad esserlo, in alcuni momenti è stato brusco, maleducato, inopportuno ma mai impassibile come ora. Marcus interrompe il flusso dei miei pensieri chiamando il mio nome, o meglio soprannome
-"Blade, è stato davvero un piacere conoscerti, spero di vederti la prossima settimana combattere, punterò qualcosina" mi strizza e mi porge la mano che con riluttanza sono costretta a prendere, un brivido percorre il mio corpo ma non è la stessa sensazione che mi percuote quando la mano di Brett sfiora la mia, è freddo. Stewart mi strizza l'occhio con un sorrisetto che mette in evidenza i suoi denti ingialliti, guardo questi uomini negli occhi ben consapevole di chi siano e di cosa abbiano fatto e indosso il sorriso più finto che io abbia mai fatto in vita, mi ci vuole una grande forza di volontà per non chinarmi e vomitare ai loro piedi
-"Piacere mio, alla prossima. Ciao Cyrus" mi sorridono mentre stringo le loro mani e mi affretto ad uscire da quel posto. Appena uscita butto fuori l'aria che non mi ero resa conto di aver trattenuto, il cuore che fino a qualche minuto fa sembrava volesse schizzarmi fuori dal petto inizia a calmarsi mentre sento le lacrime che cercano di farsi spazio per uscire e invadere il mio viso, le ricaccio indietro perché non posso piangere, non qui almeno. Faccio un grande sospiro e mi reco verso la mia auto, getto il capo sul volante "dai Faith sapevi che ci sarebbe stata questa possibilità, eri preparata. Forza alza la testa" dico a me stessa, però una cosa era pensare a questa possibilità tutt'altra cosa è affrontarla realmente. Nella mia testa si sovrappongo immagini dei miei genitori, io da piccola mano nella mano con loro mentre mi facevo affascinare dal Sea Life Melbourne Aquarium, noi tre al Giardino Zoologico, noi tre sul divano a guardare un film e sgranocchiare pop corn, noi tre al mare, noi tre stesi a terra con sangue sparso ovunque, le lacrime che fino a quel momento avevo trattenuto iniziano a scivolare lungo il mio viso, sono lacrime silenziose. Dopo quelle che sembrano essere ore ma probabilmente saranno stati minuti sento battere un pugno sul vetro della mia auto, sobbalzo per lo spavento e metto le mani davanti la bocca per trattenere un urlo. Prima di aprire il finestrino mi asciugo il viso con la mano
-"Sei impazzito? Mi hai fatto spavento" Brett sorride, un sorriso diverso da quello solitamente ironico e beffard, poi appena mi guarda meglio il suo volto si rabbuia, gli sorrido cercando di nascondere il mio stato
-"Scusami, non volevo. Posso entrare?" mi ha chiesto scusa e addirittura il permesso per entrare, stento a crederci forse qualche buona maniera in realtà la conosce, oppure è solo dispiaciuto per lo stato in cui mi trovo, annuisco e mentre lui fa il giro dell'auto per entrare io prendo gli occhiali da vista dal vano portaoggetti perchè il mal di testa è diventato insopportabile. Appena entra i suoi occhi subito si concentrano sui miei occhiali
-"Porti gli occhiali?" mi domanda indicando con il capo il mio viso
-"Si, solo per la stanchezza, soprattutto se ho mal di testa mi aiutano a non peggiorarlo" annuisce
-"Che ci fai ancora qui?"quei suoi occhi così blu, così ghiacciati, cercano di leggere i miei però non mi chiede nulla, fa finta di non aver visto che stessi piangendo, quindi anche io faccio finta e invento una banale motivazione
-"Aspettavo che si attenuasse un pò il mal di testa. E non ti preoccupare per lo spavento che mi hai fatto prendere e che in parte ha contribuito ad aumentare l'emicrania, capita di mettere paura a qualcuno che è assorto nei suoi pensieri in un vicolo e ad un orario non propriamente adatti ad una ragazza, quindi scuse più che accettate" cerco di essere ironica ma lui continua a fissarmi, il mio cuore riprende a battere ad un ritmo troppo veloce, se non morirò d'infarto questa sera probabilmente non succederà mai più, il suo sguardo si sposta per una frazione di secondo sulle mie labbra ed io deglutisco. Non sorride ma chiede:
-"Cihai pensato allora?"
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I CAN'T #Wattys2017
RomanceFaith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi agenti dell'FBI assassinati. Cambia continente per andare alla ricerca di coloro che hanno ucciso i suoi genitori, di coloro che le hanno st...