CAPITOLO CINQUANTADUE
Mi sveglio in un intreccio di mani e piedi, voltandomi vedo il volto di Brett addormentato al mio fianco sul divano. La mia testa è poggiata accanto alla sua, la mia mano è sul suo petto e quando cerco di alzarmi per indossare qualcosa il suo braccio mi stringe e non mi lascia andare.
-"Dove vai?" sussurra con voce roca, mi volto verso la finestra e mi rendo conto che è calata la notte, non so quanto tempo abbiamo dormito, sicuramente tanto da passare dal sole alla luna.
-"Volevo indossare qualcosa e vedere che ore fossero" rispondo tracciando con le dite gli avvallamenti dei sui muscoli addominali, il movimento però lo fa contrarre e quando lo guardo, un sorriso illumina il suo bellissimo viso.
-"Perché dovresti voler indossare qualcosa? Tutto ciò che indosserai farà sempre la stessa fine, tanto vale che resti qui con me" adesso è il mio viso ad aprirsi in un sorriso. Non posso fare a meno di guardarlo, i suoi occhi sono ancora chiusi. La mano che carezzava il suo addome ora si sposta sulla sua guancia, questa volta però i suoi occhi si aprono e mi osserva mentre gli sfioro la barba e le labbra con l'indice. Mi sorride ed io ricambio con le farfalle che battono sulle pareti del mio stomaco così forte, che quasi escono fuori per volare direttamente su di lui
-"Fammi vedere che ore sono e ritorno" tira il braccio, con cui non mi stringe, da sotto il capo e mi mostra l'orologio da polso che indossa
-"Non c'è bisogno" mi sorride compiaciuto con gli occhi color ghiaccio ancora assonati, e poi continua –"Sono le cinque e quarantacinque" direi che abbiamo rotolato sul divano più di quanto pensassi e dormito altrettanto tempo
-"Abbiamo dormito molto e non credo che chiuderò occhio tanto facilmente questa notte, fammi preparare qualcosa per cena visto che abbiamo saltato il pranzo" dico dando per scontato che resti a cena qui e che resti soprattutto a dormire. I suoi occhi si illuminano probabilmente perché ha esattamente capito cosa sto pensando, annuisce e mi lascia andare non prima di aver posato un bacio dolce sulle mie labbra. Mi alzo cercando qualcosa da indossare e mi attengo al solito cliché, ovvero indosso la sua maglia. Quando mi volto verso lui, mi sorride, sembra sereno, io lo sono. Nonostante l'incertezza, la paura e l'insicurezza sono serena.
Mentre io preparo la cena, Brett si alza dal divano in tutta la sua gloria, facendomi quasi amputare un dito, per andare a fare una doccia. Resto sola nella mia cucina e questo senso di familiarità che sento mentre affetto i pomodori mi fa sorridere, mi fa battere il cuore forte. Il mio stupido cervello non ne vuole sapere di darmi tregua, mi ricorda chi è Brett, quali sono i miei obiettivi ma il mio cuore lo zittisce, io lo zittisco. Voglio Brett e tutto quello che mi fa provare, e se questo significa concedergli un po' della mia fiducia, gliela concederò. Non voglio negarmi la possibilità di conoscerlo e vivermi queste emozioni senza prima avere un motivo valido per non farlo. Non mi ha mai dato modo di non meritare la mia fiducia, certo Marcus e Stewart son un buon deterrente, ma anche io vado in quel posto con degli scopi, e se anche Brett avesse i suoi? Le sue parole mi hanno tranquillizzata, quando mi ha detto che non ucciderebbe nessuno ho tirato un sospiro di sollievo e gli credo. Gli credo quando dice che non è un assassino, gli credo perché io stessa non lo sono ma vado in quel posto per avere ciò che mi merito. Mentre i pomodorini soffriggono in padella, la pentola dell'acqua bolle così prendo una dose abbondante di spaghetti e li posiziono all'interno. Lo scrosciare dell'acqua al piano di sopra si è appena acuito, a fare la doccia impiega probabilmente più tempo di me. Sorrido al pensiero e prendo delle candele dal mobile, dopotutto è la prima volta che cucino per lui, voglio rendere questo momento speciale. Rendo le luci della cucina soffuse, accendo lo stereo calando la voce ad un leggero mormorio sulle note della bellissima voce degli Imagine Dragons, le candela al centro del tavolo danno un senso di intimità, vorrei fare anche io la doccia e indossare qualcosa di carino ma non ho tempo e poi credo che Brett apprezzi più così. Sto allungando la mano per prender e i piatti dalla credenza quando due mani mi stringono i fianchi e delle labbra si poggiano sul mio collo. I miei talloni tornano a terra e un sorriso si fa largo sul mio viso, odora di vaniglia, il mio bagnoschiuma. Mi piace sentire il mio odore su di lui ma probabilmente dovrò comprare un bagnoschiuma più virile, non penso che gli faccia piacere andarsene in giro o all'edificio con la pelle che gli profuma di vaniglia. Mi volto e gli getto le braccia al collo baciandolo.
-"Mi piace come hai sistemato qui" mormora con voce roca, le labbra rosse, i ghiaccioli che ha al posto degli occhi sembrano due gocce d'acqua azzurra, il pantalone della tuta con cui è venuto, i piedi scalzi e il petto nudo fanno di questo uomo la settima meraviglia del mondo.
-"E' la prima volta che cucino per te, quindi..." scrollo le spalle lasciando la frase incompiuta. Mi sorride e le sue labbra si posano sul mio naso e la dolcezza di questo gesto mi riempie il cuore di gioia.
-"Pasta?" domanda indicando con il capo la pentola alle mie spalle, non rispondo mi volto e mi affretto a scolare la pasta che altrimenti diventerebbe molliccia. I miei movimenti sono frenetici e alle mie spalle sento sogghignare, quando mi affretto a voler prendere i piatti il suo braccio mi precede e mi aiuta. Lo guardo mentre prendo il piatto dalle sue mani e non posso credere a quanto sia premuroso, estremamente in contrasto con Hit.
-"Ora però vai a sederti e lasciami fare" gli dico mentre lo spingo verso la sedia e lo obbligo, in realtà non oppone resistenza, a sedersi spingendolo per le spalle. Consumiamo la cena senza imbarazzo, ci siamo sorrisi, ci siamo guardati, ci siamo punzecchiati e Brett ha afferrato la mia mano sinistra dal tavolo stringendola nella sua per tutta la durata della cena. Mentre stiamo sparecchiando la tavola sobbalzo al suono del mio telefono, lascio Brett a mettere i piatti nella lavastoviglie e mi affretto a prendere il cellulare, appena leggo del chiamante impreco
-"Pronto?" cerco di sembrare svampita ma la mia amica non ci casca
-"Da quand'è che rispondi alle mie telefonate con un –pronto-" mi domanda imitando il tono della mia voce all'ultima parola
-"Lou, non ho letto il nome di chi stava chiamando" il rumore delle auto che schiacciano il clacson penetra nelle mie orecchie, è per strada, cazzo! La visita di Brett mi ha fatto totalmente dimenticare che dovevo uscire con i miei amici, il rumore di stoviglie in cucine si placa e vedo Brett uscire per avvicinarsi a me, gli faccio segno di aspettare un minuto alzando il dito e mimo con le labbra "Louise", annuisce e si siede sul divano tirandomi con lo stesso dito vicino a lui.
-"Stiamo venendo, sei pronta?" inutile cercare scappatoie inutili quindi gemo e dico:
-"Lou, scusami, scusami, scusami. Ma ho completamente dimenticato che dovessimo uscire. Non sono nemmeno lontanamente vicina all'esser pronta" la mano di Brett si poggia sulla mia gamba e mi volto a guardarlo, lui ha lo sguardo fisso sulla sua mano che fa avanti e indietro sulla mia coscia provocandomi dei brividi, se ne rende conto e sposta lo sguardo su di me con un sorriso impertinente.
-"Come puoi dimenticarti che devi uscire Faith, dai" la voce di Ryan arriva attutita ma sento un forte e chiaro "Brett" mentre un forte clacson quasi mi fa perdere l'udito
-"Brutta amica traditrice, ci stai scaricando perché è appena venuto il bel fusto e hai intenzione di rotolarti tra le lenzuola" urla e avvampo perché in realtà abbiamo già fatto tutto ciò che ha detto. Brett mi guarda incuriosito ed io scuoto il capo mentre lui inarca un sopracciglio divertito, ha sentito tutto.
-"Ecco, Lou...ehm...si ecco, Brett è qui" scrollo ile spalle anche se non può vedermi, perché davvero non c'è bisogno che io le dica tutti i particolari della sua visita né tanto meno cosa abbiamo fatto. Sento Ryan che le dice qualcosa mentre lei risponde
-"Va bene tesoro. Anche io lo inchioderei al letto e vi scaricherei se avessi un tipo del genere tra le mani, quindi buon rotolamento. Non fare niente che io non farei e..." si interrompe per qualcosa che le sta dicendo Ryan –"...si è con Brett. No, non glielo dico. A domani, ciao!" mi urla prima che io possa chiederle cos'è che non vuole chiedermi e prima anche che riesca a salutarla. Brett mi guarda divertito, non penso abbia sentito tutta la conversazione, non penso abbia sentito la voce di Ryan dato che quasi non la sentivo nemmeno io, ma ha sentito la parte più imbarazzante, ovviamente. Mi volto verso Brett, metto i piedi sulle sue gambe mentre lui dice
-"Hai perso una serata con i tuoi amici per colpa mia, ma non posso dire di esserne dispiaciuto, dopotutto anche a me piace rotolarmi tra le lenzuola" detto questo scoppia in una fragorosa risata che mi fa sbatacchiare i piedi sul suo addome e sorridere anche a me. Louise ha un po' da farsi perdonare.
*SPAZIO AUTRICE
IL CAPITOLO E' UN PO' PIÙ' LUNGO MA SPERO VI PIACCIA UGUALMENTE :)
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I CAN'T #Wattys2017
RomansaFaith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi agenti dell'FBI assassinati. Cambia continente per andare alla ricerca di coloro che hanno ucciso i suoi genitori, di coloro che le hanno st...