CAPITOLO 22

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CAPITOLO 22


Sono in ritardo sulla tabella di marcia, la chiacchierata con i miei amici mi è "costata" trenta minuti di ritardo quindi ora mancano cinque minuti alle sei e devo ancora finire di completare una relazione per domani, fare una doccia, lavare i capelli e tutte quelle altre cose che facciamo noi donne prima di un appuntamento. Prendo il notebook e inizio subito a scrivere, mi immergo totalmente in ciò che sto facendo e quando rialzo la testa dalla tastiera sono trascorsi 40 minuti ed ho completato la mia relazione, sgranchisco il collo e le braccia, poi è il turno delle gambe. Mi precipito in bagno, accendo un po' di musica poggiando il mio Iphone nel sistema docking in modo tale che la musica si diffonda per tutta la stanza, parte una canzone di Eminem che adoro e nel frattempo mi infilo nella doccia ed è più rilassante di quanto credessi, il getto dell'acqua calda distende ancora di più i muscoli e l'odore dello shampoo mischiato a quello del bagnoschiuma invade le mie narici, un misto di frutta e vaniglia che adoro. Trascorro qualche minuto in più del dovuto a lavarmi perché la sensazione dell'acqua calda sulla pelle mi fa per un attimo dimenticare la discussione avuta oggi con i miei amici, mi permette d'isolare i pensieri sulla mia ipocrisia, sulla mia falsità e mi consente di concentrarmi sull'ansia che ho nel dover uscire con Brett, in realtà probabilmente è più di qualche minuto perché nel frattempo altre quattro canzoni hanno intonato la mia doccia. Una volta fuori mi asciugo, stendo un velo di crema per tutto il corpo, mi reco nella mia camera, e l'ansia è diventata così tanta che i muscoli sono di nuovo tutti attorcigliati e fanno a pugni tra loro. Asciugo e stiro i capelli con il cuore che pulsa anche nelle tempie, quando applico il mascara la mano trema così tanto che impiego cinque minuti ad occhio, terminato anche di truccarmi mi precipito di nuovo nella mia camera per scegliere cosa indossare e mi rendo conto che non sapendo dove andare non so nemmeno come devo vestirmi quindi prendo il cellulare ed invio un messaggio a Brett scrivendo semplicemente "elegante o casual?" la risposta è quasi immediata, ha scritto casual, poi riposo il cellulare sul docking. Scruto l'armadio da cima a fondo e opto per un pantalone grigio a sigaretta, una maglia bianca a manica lunga che infilo nel pantalone, decolté a punta nero, per rendere il tutto più casual indosso un gilet di pelle e una borsa jet set nera. Mancano dieci minuti alle otto ed io sono perfettamente in orario, strano ma vero, spengo la musica, spruzzo un po' di profumo e scendo giù nel salotto per aspettare che Brett arrivi. Dopo circa venti minuti, che ho impegnato "whatsappando" e mandando foto a Louise e Camille, squilla il telefono ma non quello che ho in mano, è l'altro numero, quello su cui mi contattano mio nonno e mio zio, lo prendo dal mobile della cucina e lo porto all'orecchio

-"Pronto" rispondo

-"Tesoro, sono io" la voce di mio zio suona nelle mie orecchie e il mio volto si apre in un gran sorriso

-"Vecchio, sono giorni che non ci sentiamo che fine hai fatto?"

-"Ho lavorato molto negli ultimi giorni e l'altro vecchio non mi lascia respirare, a proposito ti saluta e mi ha detto di dirti che ti chiamerà in questi giorni" sorrido al pensiero di mio nonno che tortura mio zio con le sue richieste strane o i suoi ordini improponibili

-"Anche io sono stata piuttosto impegnata e digli che aspetto una sua telefonata al più presto e soprattutto che l'adoro"

-"E a me?"

-"A te cosa?"

-"Non mi adori, non mi dici che mi vuoi bene?" il suo tono è ironico ma so che gli piace quando lo dico

-"Ti adoro e ti voglio bene, lo sai" lo sento sorridere

-"L'università come sta andando? Il lavoro? Stai uscendo?" sorrido per la sua raffica di domande e per la preoccupazione nella sua voce

-"Il solito, l'università è stressante, troppo studio, il lavoro è piacevole e Connie è un angelo, non mi fa pesare nulla. Esco spesso non preoccuparti non me ne sto sempre chiusa in casa, vado a divertirmi"

-"Tesoro tu meriti di divertirti, meriti di avere ciò che vuoi" il suo tono diventa triste, perché quella frase racchiude più di un significato, è come se avesse voluto dirmi "meriti degli amici", "meriti di essere felice", "meriti una famiglia", "meriti una vita", forse lo merito, ma non per questo sono così fortunata da avere tutto questo, si è vero, ho degli amici che mi adorano e che io adoro ma ai quali mento tutti i giorni su quella che sono e su cosa faccio, sono felice fin quanto può esserlo una persona a cui hanno ucciso i genitori, hanno ucciso la famiglia, hanno ucciso un parte di vita, il flusso dei miei pensieri viene interrotto dal suono del campanello, mi avvicino e dallo spioncino vedo Brett, il mio cervello ritorna subito all'appuntamento mettendo da parte la tristezza dei pensieri di poco fa quindi rispondo:

-"Grazie. Ti adoro però proprio adesso devo uscire"

-"Si, ho sentito il campanello, e lo risento ora, apri, noi ci sentiamo in questi giorni" apro la porta e mi ritrovo un Brett che stranamente sorride e mi guarda da capo a piedi ricambio il sorriso facendogli segno con la mano di entrare e aspettare, annuisce e poi si reca verso il soggiorno mentre io resto all'entrata parlando con un tono più basso

-"Allora ci sentiamo in questi giorni. Vi voglio bene ad entrambi. Mi mancate" lo sento sospirare prima che aggiungo "tanto"

-"Anche tu tesoro, anche tu. Un bacio" attacchiamo il telefono e ogni volta che lo faccio mi manca il respiro perché la loro voce, la loro presenza è l'unico vero legame che resta della mia vecchia vita, di quella che ero un tempo, di quella che non sarò più. Questi pensieri mi tengono compagnia fin quando mi reco verso la cucina e vedo Brett fissare qualcosa in modo accigliato, mi avvicino e lui si volta cambiando completamente espressione, è di nuovo sorridente

-"Ho fatto un po' tardi, sono stato trattenuto a lavoro" esordisce però il suo sorriso non comprende gli occhi che invece sembrano... oserei dire accorti

-"Non preoccuparti, mi sono intrattenuta parlando un po' con le mie amiche e seppure venivi un po' prima non sarei stata pronta è stata una giornata infernale. Vuoi qualcosa da bere?" chiedo mentre mi reco in cucina e sento il suo sguardo posato su di me

-"No grazie" mi volto e lui continua "andiamo e strada facendo mi racconti di questa giornata infernale" gli sorrido e ritorno nel salotto, poso il cellulare in borsa insieme all'altro, dato che non ho potuto posarlo nel mobile della cucina, sotto lo sguardo di Brett che mi osserva attento e quando gli sorrido riporta i suoi occhi nei miei e ricambia

-"Andiamo" 


I CAN'T #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora