CAPITOLO QUARANTOTTO
Sono rientrata da qualche minuto quando il campanello suona, è Brett. Tolgo le scarpe e le lascio accanto al divano mentre mi reco ad aprirgli con gambe traballanti. Il battito del mio cuore accelera e le guance mi sono sicuramente diventate rosse nel pensare al mio "voglio te, Brett" però mi faccio forza e apro la porta. E' davanti a me con il suo bel viso accigliato, non mi saluta, non lo saluto ma mi sposto solo per farlo entrare. Sono alle sue spalle e siamo in religioso silenzio mentre ci rechiamo nel soggiorno, però arresta il passo bruscamente tanto che gli vado a sbattere contro imprecando un –"cazzo", mi strofino la fronte e alzo lo sguardo per guardarlo proprio quando lui sta aprendo la bocca
-"Anche io voglio te, okay? E credimi non c'è nessun motivo per cui questa cosa è buona, non dovrei, non vorrei e non potrei. E' tutto sbagliato; io, tu, l'edificio, non dovrebbe essere così" si ferma, fa un sospiro e il cuore è così folle che ha il coraggio di battere tanto forte da rimbalzare tra le pareti della gabbia toracica offuscando qualsiasi pensiero razionale, che dopo sicuramente riuscirò a formulare. E' assurdo pensare a quanto una persona in poco tempo possa stravolgere i tuoi piani, ma lui non lo farà, non li stravolgerà. Perché se c'è una sola cosa su cui il mi cuore, il mio cervello, la mia anima sono d'accordo, è Marcus ovviamente seguito da Stewart. Sono sempre convinta di finire ciò che ho a malapena iniziato, sono sempre convinta che tutto ciò che riguarda Brett e quello che voglio da lui siano in relazione all'edificio, però questa certezza vacilla non appena avvicina la sua mano alla mia guancia e la sfiora delicatamente. Il mio cuore sussurra flebilmente "ecco perché lo vuoi: lo vuoi perché ti fa sentire così, lo vuoi perché ti fa stare bene, lo vuoi perché ti fa provare qualcosa di diverso da ciò a cui ti sei abituata negli ultimi anni, lo vuoi perché ti scuote. E lui vuole te, non vorrebbe e non potrebbe ma ti vuole" il cervello sceglie questo momento per fare la sua comparsa e lui non sussurra, lui urla, forte "sei una stupida, un bel viso e un po' di batticuore non ti riporteranno indietro i tuoi genitori. Sei così stupida che ti sta distraendo dall'obiettivo, cosa hai fatto in questi giorni oltre a spassartela a letto? Hai più chiamato Cyrus per farti assegnare un altro combattimento?" la mano di Brett si sposta sulle labbra costringendomi ad aprire gli occhi che non mi ero resa conto di aver chiuso, la mano di Brett arresta il mio cervello alimentando il sussurro del cuore e mi costringe a guardarlo. Nei suoi occhi vedo qualcosa di strano, un' emozione che non riesco a decifrare fino in fondo. Ecco però che il mio cervello ritorna e questa volta a le sue urla sono così forti che rimbombano fino a produrre un eco "Cristo, Faith. Stava per ammazzare un uomo, l'avrebbe ucciso se non ci fosse stato nessuno. Pensi che sia migliore di Marcus o Stewart soltanto perché non è stato lui l'artefice della tua perdita? Pensi che lui sia migliore perché ti fa provare qualche stupida emozione?" Scosto la mano di Brett bruscamente e lui per un attimo resta sorpreso
-"Stavi per ammazzare una persona, Brett" non rispondo a ciò che mi ha detto, vorrei chiedergli perché non dovrebbe ma non lo faccio. Non mi risponde annuisce e quando io lo supero per recarmi nel soggiorno mi segue. Mi siedo sul divano poggio i gomiti sulle ginocchia e porto entrambe le mani nei capelli, si siede accanto a me
-"Hit" dice in tono serio, smetto di toccarmi i capelli e volto il capo nella sua direzione non capendo il senso della sua affermazione, dalla mia espressione deve aver compreso la mia confusione, così aggiunge:
-"E' stato Hit ad aver quasi ammazzato una persona non io, non Brett"
-"E non siete la stessa persona?" anche lui si passa la mano tra i capelli in un gesto nervoso
-"Hit deve fare quelle cose, Faith. Non sei tenuta a sapere il motivo, io non chiedo e tu non chiedi, è questo l'accordo, no?" annuisco perché capisco quanto possa essere difficile spiegare il motivo che possa spingerti in una determinata direzione piuttosto che un'altra. E chi sono io per pretendere da lui una spiegazione?
-"E' questo, hai ragione. Ma non significa che io possa stare lì a vederti quasi ammazzare un uomo. Tu riuscirai anche a scindere Hit da Brett, ma io quando osservo Hit vedo sempre Brett. Perché non l'hai ucciso?"
-"Quante persone c'erano? Trecento, quattrocento forse, pensi che qualcuna di loro non sarebbe stata presa dal senso di colpa, pensi che qualcuna di loro non sarebbe andata a confessare tutto? Quando sono nel ring, sono Hit, anzi quando sono nell'edificio, sono Hit. Devi capire che ho bisogno di essere Hit tanto quanto tu hai bisogno di essere Blade" la sua verità mi lascia di stucco, mi aspettavo una bugia ma è stato maledettamente sincero anche se dubito che lui abbia lo stesso bisogno che ho io di essere Blade, ma ripeto, chi sono io per dirlo?
-"Dormiamoci su, ne riparliamo domani" sussurro mentre poggio la schiena sullo schienale del divano, tutt'un tratto sento la stanchezza e l'assoluta spensieratezza di questa mattina mi sembra lontana anni luce. Ho gli occhi chiusi quando la sua mano prende la mia e me la scosta dagli occhi che ho diligentemente coperti
-"Non ti nascondere, non rimandiamo questa conversazione a domani. Facciamola ora e finiamola, e domani non riparliamone" lo guardo e i suoi occhi ora sembrano sinceri, ma io sono così confusa che non riesco a parlarne, non voglio parlarne. Il mio cuore mi sussurra delle cose mentre il mio cervello ne urla delle altre.
-"Sono stanca adesso. Ho dormito poco e il mio cervello non è abbastanza lucido per questa conversazione in questo momento. Voglio fare una doccia, mettermi a letto e dormire. Ne parliamo domani" annuisce riluttante, ma non so davvero cosa fare e ho veramente bisogno di dormire. Si china su di me e il mio cuore torna a martellare furiosamente ma non si avvicina alle labbra, mi da un piccolo bacio sulla fronte, e lo apprezzo perché mi sta rispettando, mi sta dando il mio spazio. Si alza dal divano e l'osservo lisciarsi la tuta
-"Dopo aver fatto la doccia ed esserti messa a letto, pensa. Pensa a ciò che ti ho detto, pensa che ti voglio anche se non dovrei, pensa che Hit non è Brett, pensa che devo essere Hit" si ferma e mi scruta, quando annuisco continua –"E ti darò un'altra cosa a cui pensare. Sono Hit perché devo ma non è detto che io voglia esserlo. Sei andata a cena con Brett, sei andata a ballare con Brett, sei andata a letto con Brett" le sue parole mi colpiscono non una volta, due e poi tre e poi quattro volte. Vorrei chiedergli perché non vorrebbe esserlo ma non ne ho il diritto perché per ogni domanda su Hit ci sarebbe una domanda su Blade.
-"Va...va bene" mormoro mentre ci guardiamo negli occhi e continuo a guardarlo anche quando si volta e si reca verso la porta di casa chiudendosela alle spalle violentemente e lasciandomi sola con il rumore assordante dei miei pensieri e i battiti impazziti del mio cuore.
*SPAZIO AUTRICE
Buongiorno, come promesso, ho cercato di fare un capitolo né troppo lungo né troppo breve e in questi giorni ne pubblicherò un altro. Fatemi sapere cosa ne pensate, e perchè secondo voi Brett "non dovrebbe"?
Vi auguro una buona festa dei lavoratori e un buon inizio settimana :)
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I CAN'T #Wattys2017
RomanceFaith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi agenti dell'FBI assassinati. Cambia continente per andare alla ricerca di coloro che hanno ucciso i suoi genitori, di coloro che le hanno st...