CAPITOLO 14

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CAPITOLO QUATTORDICI

Sono le nove e mezza, mi guardo allo specchio, sono pronta. Questa sera ho indossato un jeans skinny chiaro, un maglioncino color crema, dei stivaletti beige bassi, ho lasciato che i capelli ricadessero morbidi sulle spalle, ho truccato gli occhi con l'eyeliner e rossetto rosa., prendo la borsa e le chiavi della macchina.

L'aria al Room è la solita, odore di birra stantia, luci soffuse che cambiano colore, c'è poca gente e molti tavoli liberi dato che è un giorno infrasettimanale. Vedo Louise seduta al bancone e con lei c'è anche Camille, non vedo però i ragazzi. Mi avvicino silenziosamente per spaventarle dato che non si sono rese conto che sono arrivata. Sono alle loro spalle ed urlo "Bum", loro si alzano di scatto mentre io scoppio in una fragorosa risata

-"Avreste dovuto vedere le vostre facce" balbetto tra le risate

-"Sei proprio una stronza, per poco non ci facevi morire d'infarto" borbotta Camille dandomi uno schiaffetto sul braccio mentre Louise mi bacia la guancia

-"Stronza, mi piace. Ti si addice come soprannome, meglio di Blade" questa volta sono io a sobbalzare e la risata mi muore in gola, il cuore inizia a battere così forte che temo sovrasti la musica del Room. Le mie amiche mi fissano incredule, mi volto lentamente ed eccolo lì che mi guarda con i suoi occhi gelidi e un sorrisetto che vorrei togliergli a suon di pugni

-"Grazie Brett. Andiamo ragazze" dico e afferro le mie amiche per andare a sederci ad uno dei tavoli liberi, lasciandolo lì da solo, sento il suo sguardo alle mie spalle

-"Cosa cavolo è appena successo? E perché quello ti ha appena chiamata stronza?" mi chiede Louise mentre ci sediamo, ma Camille non mi da tempo di rispondere

-"Quello è il ragazzo della volta scorsa, quello con cui è uscita ieri sera, e dato il soprannome non credo che le cose siano andate bene" perspicace la mia amica

-"Che diavolo di problemi hai Faith? Dai è un figo da paura, potrei guardarlo per ore senza sbattere le palpebre. Tu hai qualche problema sorella, te lo dico io" non ha idea di quanti problemi io abbia, ne ho così tanti che non posso incasinarmi la testa con nessun uomo, non al momento almeno

-"Nessun problema, semplicemente non è il mio tipo d'uomo"

-"Non sono il suo tipo d'uomo? E voi ci credete ragazze?" e che cazzo, sobbalzo di nuovo, prende una sedia e si siede, al nostro tavolo, accanto a me. Non credevo fosse capace di ironia, il suo profumo invade le mie narici, con la coda dell'occhio scorgo il suo mento volitivo coperto da un leggero strato di barba

-"Onestamente sei il tipo d'uomo della maggior parte delle donne, però la mia amica ha qualche problema evidentemente" tiro un calcio a quella che si suppone dovrebbe essere la mia migliore amica anche se attualmente devo rivisitare questo status, le lancio un'occhiataccia e quando lei esclama:

-"Ahia" le sorrido

-"Non ho nessun problema, ribadisco: non sei il mio tipo d'uomo" e mentre lo dico lo fisso in quei bellissimi occhi, quegli occhi color ghiaccio, il suo mento ha un guizzo

-"Vedremo" dice semplicemente. Che significa "vedremo", non vedremo un bel niente, e perché è ancora seduto qui?

-"Perché sei ancora seduto qui? Se per caso non te ne sei reso conto questa è una serata tra donne"

-"A me sta bene. Mi piacciono le belle donne" fa un occhiolino alle mie amiche, continuando con la sua ironia che a quanto pare nascondeva

-"E a noi piaci tu" dice Camille facendolo ridere. Le mani che avevo sul tavolo mi ricadono sul grembo e visto che non c'è modo per cacciarlo via, arresa affermo:

I CAN'T #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora