CAPITOLO 38

299 17 13
                                    


CAPITOLO TRENTOTTO

Quando la sera rientro a casa sono stanca morta, tanto che infilarmi sotto al getto caldo della doccia mi sembra un sogno. Adesso sono stesa a letto e sorrido nel leggere il messaggio inviatomi da Brett qualche minuto fa

-"DOMANI USCIAMO?" mi ha scritto due parole semplici, e la mia giornata ora non sembra poi così tanto brutta. Mi rendo conto che questo è più di quanto mi aspettassi di provare, è più di quanto dovrei provare perché Brett fa parte del mondo di coloro che hanno distrutto la mia vita. Ma io adesso voglio essere sadica e farmi male, perché se proprio devo uscirne distrutta voglio farlo vivendomi tutto. Sono pronta a distruggere me stessa provando a distruggere chi mi ha portato via i miei genitori, sono pronta a distruggere lo stesso Brett qualora fosse necessario quindi perché non distruggermi provando anche qualcosa che non dovrei provare?

-"DOVE MI PORTI?" la sua risposta è quasi immediata quasi stesse con il telefono tra le mani aspettandola

-"IO E TE A CENA" la faccia tira per quanto sto sorridendo, sto per rispondergli ma subito arriva un altro messaggio

-"SENZA INTERRUZIONI QUESTA VOLTA" il mio sorriso se è possibile si allarga ancora di più accompagnato da una fitta al basso ventre, non ho delle farfalle nello stomaco ma una sciame d'api che svolazzano allegre

-"VA BENE" perché non mi è venuto niente di meglio da scrivergli

-"BUONANOTTE FAITH"

-"NOTTE BRETT" spengo il cellulare che ancora sorrido e lo ripongo sul comodino al mio fianco. Fino a dieci minuti fa quasi mi addormentavo nella doccia adesso mi giro e rigiro ma il sonno non arriva, un po' perché non so cosa abbia fatto Brett tutto il giorno, un po' perché le parole di Ryan non mi abbandonano dal momento in cui le ha pronunciate "ma lei come al solito preferisce fare da sola" queste tra le tante cose che mi ha detto sono le parole che mi hanno colpita di più perché sembrava quasi provasse del risentimento per il fatto che affronto tutto da sola. Poi però ripenso ai messaggi di Brett e mi rendo conto di quanto mi abbiano fatto piacere quindi provo a chiudere gli occhi e concentrarmi su questa sensazione di benessere e scivolo in un sonno profondo.

Al mattino il risveglio è il solito, la sensazione di freddo nelle ossa è perforante ma sono così sudata che il cuscino è zuppo d'acqua quindi mi alzo barcollando e mi infilo nella doccia cercando di scacciare via tutti i demoni che durante la notte vengono a farmi visita. La doccia è rigenerante, mi riporta nella realtà, mi riporta al qui e ora. Esco di casa per fare un po' di spesa e mentre sto per entrare in auto il telefono squilla nella borsa, è Ryan

-"Pronto" rispondo mettendo il telefono tra spalla e orecchio sinistro mentre con la mano destra apro lo sportello dell'auto e mi ci fiondo dato il freddo polare che non ne vuole sapere di lasciare New York

-"Buongiorno raggio di sole" esordisce e io sorrido anche se nella mia testa vorticano ancora le parole pronunciate ieri

-"Buongiorno Ry, perchè chiami alle otto del mattino?"

-"Sei mattiniera, ti svegli sempre all'alba che poi non ne capisco il motivo dato che oggi è sabato e non abbiamo nessun corso. Però bando alle ciance, cosa hai da fare oggi?" le sue parole sono una lama nel cuore, perché mi fanno rendere conto di quanto sia vero il fatto che io sia abituata ad affrontare tutto da sola, anche i miei incubi.

-"Mi piace godermi l'intera giornata. Sono appena uscita a fare un po' di spesa poi rientro e pranzo a casa. Questa sera devo uscire con Brett. Tu piuttosto cosa ci fai sveglio alle otto del mattino?" dall'altro capo del telefono non si sente nessun suono tanto che allontano il telefono per controllare che Ryan sia ancora in linea poi lo riporto all'orecchio e dico: -"Ry?"

-"Si scusami, mi ero distratto. Sono uscito ieri sera e in realtà non sono ancora rientrato" sorrido ritrovandomi a scuotere il capo

-"il solito insomma" lo interrompo

-"Si certo. Speravo ti andasse di pranzare insieme oggi ma hai già i tuoi programmi" aggrotto le sopracciglia perché generalmente Ryan insiste fin quando non sono costretta ad accettare

-"Ry, per te posso sempre cambiare i miei programmi, lo sai. Le ragazze e Cole ci saranno?"

-"Faith davvero se non ti va facciamo la prossima volta"

-"Non essere stupido, mi va" lo sento sospirare

-"Okay. Camille doveva scrivere una relazione e la farà oggi perché stasera vuole fare baldoria, Louise a pranzo deve lavorare e Cole non si sente molto bene, raffreddore a quanto pare quindi è ko almeno per oggi"

-"Wow ad essere informato sei informato alla grande. Allora pranzeremo io e te. Ci vediamo al solito posto? "

-"Mi tengo sempre aggiornato. Comunque si, ci vediamo alle dodici, ti vengo a prendere"

-"Ti aspetto" e attacchiamo entrambi il telefono. Sono felice che almeno in parte la situazione con Ryan si sia chiarita, mi sono comunque dispiaciute le parole che ci siamo rivolti e toni che abbiamo utilizzato.

A mezzogiorno il clacson mi avvisa dell'arrivo di Ryan così mi affretto ad uscire. Ci salutiamo con il consueto bacio sulla guancia e ci immettiamo nel traffico mattutino di New York. In auto siamo entrambi piuttosto silenziosi, c'è una strana atmosfera, non sembriamo più Faith e Ryan sembriamo quasi due sconosciuti quindi mi volto verso lui

-"Non mi piace questa situazione" Ryan volge il capo verso me, i suoi occhi sembrano confusi però poi subito li riporta sulla strada

-"A che ti riferisci?"

-"A me e te che non ci parliamo liberamente. Davvero per quella stupida discussione non ci sentiamo liberi di essere noi stessi adesso?"

-"Scusami piccola, sono solo stanco non dormo da 24 ore. Ieri abbiamo parlato e per me la situazione è risolta, ero soltanto rilassato e concentrato a non addormentarmi mentre sono al volante" scuoto il capo, sorrido e poi gli do un pugno sulla spalla

-"E questo per cosa è?" dice mentre con la mano sinistra si strofina la spalla destra

-"Sei uno stronzo. Non dovevamo pranzare per forza, potevi riposare e potevamo vederci domani, oppure potevi pranzare a casa mia e riposare un po' da me" scuote il capo e ricambia il mio sorriso

-"Hai ragione, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente per passare un po' di tempo insieme" le sue parole mi provocano una sensazione strana alla bocca dello stomaco

-"Da quando hai bisogno di scuse per passare del tempo con me? Sei il mio migliore amico non hai bisogno di scuse, puoi passare da casa e telefonarmi quando vuoi Ry, lo sai!"

-"Lo so piccola, ma adesso frequenti una persona e non posso sapere quando sei con lui e quando vi disturbo"

-"Ma tu sei Ry, quindi non disturbi" annuisce sorridendomi.

Nel locale la temperatura è decisamente migliore rispetto a quella esterna, l'odore di patatine fritte aleggia nell'aria e il mio stomaco brontola.

-"Voglio un super mega hamburger, patatine fritte e un milk-shake alla fragola" Ryan alza gli occhi dal suo menù fissandomi accigliato

-"Da quant'è che non mangi?"

-"Stupido. Ho una fame che potrei divorare anche te"

-"Accomodati" e allarga le braccia socchiudendo gli occhi, sto ridendo e aggiustandomi gli occhiali sul naso quando l'espressione di Ryan diventa seria e una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare

-"Volentieri"

I CAN'T #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora