PROLOGO2 GENNAIO 2014
Entro in casa e non sento il solito brusio di pentole o la tv proveniente dal salone.
Inizio a camminare verso il salone
-"mamma, papà" chiamo, ma non ricevo nessuna risposta, entro in cucina
-"mamma, papà" ripeto, ma ancora nessuna risposta,
forse sono al piano di sopra e non mi hanno sentito, salgo
-"mamma, papà" urlo, in modo tale che riescano a sentirmi in qualsiasi stanza si trovino, nessuna risposta...
CAPITOLO 1
CAPITOLO UNOLa vita della studentessa lavoratrice è dura, soprattutto se devi studiare in quel poco tempo che ti resta tra una cosa e l'altra, oppure quando a 21 anni sei costretta a restare per tutto il weekend chiusa in casa con il pigiama che in pratica ti si attacca alla pelle, staccandolo con fatica solo per un bagno.
Sto studiando ininterrottamente da questa mattina, con piccole pause solo per i bisogni primari, gli occhiali dalla spessa montatura nera nascondono gli occhi iniettati di sangue, i lunghi capelli biondi sono decisamente troppo sporchi e le ossa ad ogni movimento scricchiolano, probabilmente mi si stanno atrofizzando i muscoli del sedere e domani non potrò camminare per andare a sostenere questo benedetto esame, perlomeno avrei un motivo valido per non presentarmi anche se poi tutti i miei sforzi risulterebbero vani.
Decido che è arrivato il momento di fare una doccia e lavare i capelli, mettermi a letto e cercare di dormire almeno un paio di ore, per essere quanto meno presentabile domani. Il getto dell'acqua calda mi rilassa i muscoli del collo e quando ho finito mi sembra di esserci stata troppo poco.
Mi metto a letto, ma dormire diventa piuttosto difficile quando i pensieri non ne vogliono sapere di riposare nonostante la stanchezza, però guardare il soffitto inizia a stancarmi e inizio a rigirarmi nel letto......"mamma, papà" urlo, nessuno mi risponde
Apro gli occhi di scatto, sembrano passati solo alcuni minuti ma a quanto pare sono riuscita a dormire per qualche ora. Ho la bocca secca e sono sudata, mi alzo e vado a prendere un bicchiere d'acqua che mi aiuta a far andare giù il nodo che mi si è formato in gola. Sono le 5 del mattino e potrei dormire tranquillamente un'altra ora ma sarebbe inutile anche solo pensarci perché non ci riuscirei, ormai ho la sveglia incorporata, 5 del mattino ogni fottuto giorno. Opto quindi per iniziare a preparami, dopotutto, oggi, ho un esame da passare.
Il tragitto per l'università è intriso d'ansia e negatività e quando arrivo la situazione non è migliorata. Entro in aula e vado verso la mia amica Louise che mi aspetta con il suo bellissimo sorriso, i suoi bellissimi capelli neri e gli occhioni marroni, non sembra nemmeno che stia per sostenere un esame o che sia stata a studiare per tutto il weekend, ha un aspetto....beh non ha il mio aspetto, e a quanto pare lei è d'accordo
-"Buongiorno raggio di sole, hai una pessima cera" afferma mentre mi da un piccolo bacio sulla guancia
-"Ho dormito poco e male, questi esami sono un attentato alla salute e dopo devo andare a lavoro per recuperare il turno del weekend. Quindi grazie, ma questa sarà la mia cera per il resto della settimana" la guardo accigliata ma con un sorrisetto che mi increspa le labbra, Louise ricambia il sorriso e mi da un buffetto sulla spalla, in segno di incoraggiamento proprio mentre entra il professore costringendoci a prendere posto.
Due ore dopo sono fuori e tiro un sospiro di sollievo, ho fatto moltissimi esami ma questo è stato senza dubbio il più difficile, Statistica per le scienze del comportamento, il diavolo sotto forma di libro. Io e la mia amica scambiamo qualche chiacchiera poi la saluto perché una veloce occhiata all'orologio mi fa rendere conto che rischio di fare tardi a lavoro.
Il bar è particolarmente pieno, persone che si dedicano a una pausa dalla loro quotidianità o per fermarsi a pensare.
Non sono riuscita a sedermi nemmeno un secondo, e sono piuttosto sicura che questo sia il karma che si sta vendicando per essere stata seduta quarantotto ore. Dopo tre ore di andirivieni finalmente riesco a sedermi, così io e Connie, il mio capo, ci concediamo un caffè con panna per rilassarci parlando dei nostri rispettivi weekend. Connie ha 42 anni, occhi neri e capelli ramati, una donna di bella presenza, quella per la quale gireresti la testa se la incrociassi per strada, ed è anche molto disponibile e dolce. Mi racconta che il weekend è stato frenetico, che suo marito per farla rilassare le ha preparato la cena e portato le loro figlie dai nonni, mentre io le racconto del mio divertentissimo weekend con il pigiama e il libro sotto il braccio anche quando andavo in bagno. Finiamo di bere il nostro caffè e ci salutiamo. L'aria fuori è particolarmente fresca tanto da farmi affettare il passo mentre mi dirigo alla mia auto che mi accoglie con il suo tepore.
Quando finalmente rientro a casa, dopo quella che sembra essere stata una giornata interminabile, il calore mi avvolge come un abbraccio. Ho comprato un hamburger per strada perché non ho molta voglia di cucinare, sono stanca. L'ansia della giornata sembra essersi dissolta come per magia e adesso voglio solo sprofondare nel mio morbido e comodo letto dopo aver fatto un bel bagno caldo.
Gli impegni di questo weekend non mi hanno lasciato tregua e mi hanno concesso di non pensare a quello che dovrò e farò domani, però, adesso distesa in posizione orizzontale la consapevolezza per ciò che mi aspetta domani fa ritornare l'ansia che pesa come un macigno sullo stomaco perché inizierò finalmente quello per cui ho scelto di vivere qui, quello che mi ha portata in questa città. Nonostante il nervosismo e l'ansia, la stanchezza è troppa e gli occhi mi si chiudono quasi immediatamente...
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I CAN'T #Wattys2017
Roman d'amourFaith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi agenti dell'FBI assassinati. Cambia continente per andare alla ricerca di coloro che hanno ucciso i suoi genitori, di coloro che le hanno st...