CAPITOLO TREDICI
Terminata la cena, ci dirigiamo verso l'auto, mi mette nuovamente la mano alla base della schiena, mi apre la portiera ed entro, entra anche lui, non lo sto guardando ma percepisco il suo sguardo su di me, lo sento, mi volto gli sorrido ed alzo la mano per accendere lo stereo mentre dico -"La macchina non partirà mai se non la met.."
ma lui blocca la mia mano con la sua, non termino la frase che mi tira e mi bacia, la sua lingua si fa spazio nella mia bocca. Mi sta baciando e io ho gli occhi spalancati per la sorpresa, vedo i suoi occhi chiusi, sento la sua bocca indugiare sulla mia, sento i miei pensieri arrestarsi e la mia bocca abbandonarsi completamente alla sua, prima di chiudere gli occhi vedo i suoi aprirsi, mi sta baciando, lo sto baciando, ci stiamo baciando. E' un bacio lento, passionale, le nostre lingue si intrecciano, si esplorano, sento i peli rizzarsi, il cuore battere più forte. La sua bocca, mi reclama e io lo lascio fare, mi stacco solo per prendere fiato, ci guardiamo i suoi occhi sembrano essere diventati più blu, il suo respiro sul mio viso, poi mi afferra e mi bacia di nuovo ma questa volta in modo più feroce, sento la sua presa farsi più forte, mi sento il corpo scosso da brividi ma è tutto sbagliato, tutto! Mi stacco dalle sue labbra, ha le labbra umide del mio bacio, il respiro affannato, mi fissa e sembra che il suo sguardo possa guardare dentro di me, nell'auto si sentono solo i nostri respiri, il mio cuore rischia di schizzare fuori dal petto, deglutisco il nodo che ho in gola mentre le farfalle svolazzano nello stomaco felici, e nonostante non provi queste sensazioni da tempo restano comunque sensazioni ed emozioni che non posso concedermi di provare, nel mio albergo ad ore è scattato un nuovo allarme antincendio, suona incessante.
-"Accompagnami a casa" dico puntando il corpo e lo sguardo davanti a me
-"Scusami" annuisco senza voltarmi, il suo tono è basso
-"Cazzo questa sera non faccio altro che scusarmi. Un appuntamento del cazzo, un fottuto appuntamento del cazzo" sussulto per la freddezza e la durezza delle sue parole, sembra dispiaciuto e arrabbiato, non l'ho mai visto sul ring come invece lo vedo ora, sembra umano. Vorrei dirgli di non scusarsi, che l'appuntamento a parte la parentesi del mutismo, è andato bene, ma non posso
-"Certo che tu non aiuti, potresti rispondere, sembri sempre così piena di argomenti e ora te ne stai lì, in silenzio. Fino a prova contraria mi sembra che tu abbia più che ricambiato il mio bacio" ha ragione, probabilmente fossi stata la vecchia me avrei anche continuato a baciarlo, ma non posso, ora sono Faith. Faccio un sospiro
-"Senti Brett, non c'è bisogno che ti scusi, davvero, alla fine ho ricambiato, come tu hai puntualizzato" mi giro e lo guardo poi mi guardo le mani e di nuovo i suoi occhi, e proseguo -"Però non sei il mio tipo, mi dispiace" mento, non posso fare altro che mentire, sono Faith, no? Il suo viso assume la stessa espressione di quando l'ho visto combattere la prima volta, è ghiaccio
-"Non sono il tuo tipo?" dice con un sorrisetto finto mentre scuote la testa -"Okay, se lo dici tu. Ti riaccompagno" ed io annuisco perché sono in imbarazzo e non so cosa dire. La tensione grava sulle mie spalle, vorrei spezzare questo silenzio assordante nell'auto, vorrei fermare la mia testa che invece non fa altro che parlare, i campanelli suonano, la mia testa sembra una maledetta sinfonia. Guardo fuori dal finestrino, la città è buia, proprio come la mia vita, ma questo non posso dirglielo, per lui sono Faith, e deve continuare ad essere così.
Siamo fuori casa mia, l'auto è ferma, io non parlo, lui non parla, restiamo così per qualche istante poi decido che è arrivato il momento di smetterla con questa cosa imbarazzante, apro lo sportello mentre dico
-"Mi ha fatto comunque piacere cenare con te" lui è impassibile, si volta, mi guarda non lasciando trapelare nessuna emozione
-"Buona serata Faith"
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I CAN'T #Wattys2017
RomansaFaith era una semplice studentessa la cui vita viene sconvolta in seguito alla morte dei genitori, entrambi agenti dell'FBI assassinati. Cambia continente per andare alla ricerca di coloro che hanno ucciso i suoi genitori, di coloro che le hanno st...