Erano le 16 quando Calum suonò alla porta della casa Clifford.
Michael andò ad aprire e si trovò sorpreso quando capì che l'amico era lì per Sophia.
-Cosa vuoi da lei?- chiese il rosso.
-Non ho intenzione di scoparmela se è quello che intendi- sbuffò Calum.
-E allora cosa vuoi?- insistette Michael.
-È parecchio giù ultimamente, voglio solo farla uscire-
-E come mai tutta questa premura adesso?- incrociò le braccia al petto sentendo la rabbia salire.
Secondo Michael nessuna delle sue sorelle avrebbe dovuto avvicinarsi a Calum in quel senso.
Non era il tipo di ragazzo che faceva per loro: alcool, fumo, erba, una ragazza diversa a sera..no, decisamente no. Michael avrebbe voluto una persona affidabile che trattasse le sue sorelle come meritano.
-La pianti? Dovresti piuttosto ringraziarmi. Ci sono passato e per quanto Soph possa starmi antipatica voglio aiutarla, devo aiutarla-
In parte quelle parole erano vere, d'altro canto Calum sentiva il bisogno di aiutarla e di voler farla sorridere.
C'era passato, sapeva cosa significasse e sapeva quanto dolore si potesse provare.
Quella di Nia ormai era acqua passata, era riuscito a metterci una pietra sopra e voleva aiutare Sophia a fare lo stesso.
Dopo aver convinto Michael che avesse buone intenzioni, salì al piano superiore a chiamare la ragazza.
La trovò in camera sua, come al solito in quell'ultimo periodo.
-Calum- lo salutò lei.
-Allora, hai voglia di imparare a spegnere tutto e iniziare a vivere?- il ragazzo si appoggiò al muro con le mani dentro le tasche in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
Sophia lo fissò inizialmente, e subito dopo annuii con un piccolo sorriso.
-Mettiti qualcosa di comodo, ti porto in un posto. Ti aspetto giù- disse poi sparendo al piano inferiore.SOPHIA'S POV
Appena Calum chiude la porta mi alzo svogliata dal letto.
Chissà dove vuole portarmi.
È strano che adesso io e lui siamo amici quando fino a qualche giorno fa ci saremmo volentieri uccisi a vicenda, ma la cosa non mi dispiace.
"Metti qualcosa di comodo" ha detto.
Decido quindi di indossare un croptop nero dell'adidas con un paio di pantaloni grigi a cavallo basso e le adidas superstar nere.
Scendo in salotto quindi e trovo appunto Hood ad aspettarmi insieme a Michael che mi guarda male.
-Okay, noi andiamo-
Calum si alza dal divano facendomi cenno con la testa e dirigendosi all'uscita seguito da me.
-Calum- chiama Michael -io ti osservo, ricordalo-
Il corvino gira gli occhi prima di uscir definitivamente di casa e a me scappa una risata.
-Dove andiamo?- chiedo una volta in macchina.
-A fare paracadutismo- dice lui come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ma sei impazzito?- strabuzzo gli occhi.
Ridacchia non distraendosi però dalla guida.
-No Calum io non lo farò mai- affermo terrorizzata.
-Fidati di me, ti farà star bene. È una scarica di adrenalina assurda-
Scuoto la testa più volte.
-Lo fai tu, io ti aspetto sotto-
-Vedremo- afferma.***
Siamo appena scesi dall'auto, ho una paura assurda.
-Seguimi- si gira Calum.
Lo ascolto e ci troviamo in una specie di collina. In lontananza vediamo un piccolo negozio, ed entriamo.
-Calum!-
Un uomo sulla 50ina sorride calorosamente a Calum.
-Set!-
Il corvino ricambia andandolo ad abbracciare amichevolmente.
-Come mai da queste parti? È da un po' che non ti fai vedere- chiede l'uomo.
-Sono venuto qui con un'amica- si gira verso di me.
Il signore fa un mezzo sorrisino prima di dire: -Oh, un'amica, capisco. Piacere io sono Set!-
Mi presento a mia volta stringendogli la mano.
Poi rivolgendosi a Calum continua: -Che fine hai fatto?-
-Beh diversi impegni. Hai ancora il mio paracadute?-
Set annuisce.
-Bene, aggiungine un altro perché oggi faremo una bella volata-
-Oh no no, non sarai mica serio- esordisco io.
Calum mi guarda.
È serio davvero.
-Signorina non abbia paura, abbiamo tutta l'attrezzatura necessaria ed essendo la prima volta, vi lasceremo lanciare un po' più in basso del solito- cerca di calmarmi Set.
Ma non fa altro che farmi salire l'ansia ancora di più.
Dopo aver indossato tutto il necessario, quindi casco, occhiali, giubbotto di sicurezza con il paracadute e tutto il resto, saliamo sull'elicottero posizionato nel punto più alto della collina.
Set inizia a guidare e andare sempre più in alto. Mi rifiuto di guardare fuori dal finestrino.
Calum è seduto vicino a me ed è tranquillissimo.
-Come fai ad essere così tranquillo?- gli sussurro.
-Lo faccio da sempre- mi sorride.
-Tu sei pazzo- scuoto la testa.
-Mi pregherai di rifarlo quando saremo a terra- mi fa l'occhiolino.
Prendo dei grossi respiri, ma chi me lo fa fare? Perché assecondo le pazzie di questo cinese squilibrato?
-Bene, apro le porte. Voi posizionatevi e quando volete, buttatevi. Ricordate di premere il pulsante per aprire il paracadute- istruisce Set.
Okay adesso mi sto davvero cagando sotto.
Appena la porta dell'elicottero viene aperta, un'ondata di vento mi colpisce.
Siamo troppo in alto, ho paura.
Sto per tirarmi indietro ma Calum mi precede.
-Okay adesso chiudi gli occhi e dammi la mano- mi urla.
Faccio come dice.
Mi stringe forte la mano nella sua.
-3, 2, 1..-
Ci lanciamo.
L'ho fatto davvero.
Sto seriamente fluttuando nell'aria.
Subito una sensazione di vuoto aleggia nel mio stomaco.
L'aria investe il mio viso, non mi sento nemmeno più il cuore battere.
-Apri!- urla Calum
Apro subito il paracadute alleggerendo il volo e lui fa lo stesso.
Ride e urla come un bimbo.
È davvero una scarica di adrenalina.
-È così che ci si sente ad essere vivi!- grida lui con un gran sorriso.
Sorrido anche io.
-Avevi ragione Cal! È una sensazione bellissima- grido di rimando.
Da qui si vede letteralmente tutto: campi, strade, mare.. le persone sembrano tanti puntini e lo stesso le macchine in lontananza.
-Non è fantastico? È così che dovresti sempre sentirti-
Mi godo il momento.
È adrenalina pura.
Piano piano ci stiamo avvicinando sempre più alla terra ferma, il che mi dà sollievo da una parte.***
Appoggio i piedi a terra, dopo tanto tempo sospesi in aria è strano.
È stato bellissimo, da fare almeno una volta nella vita.
Levo tutta l'attrezzatura di dosso.
-Piaciuto?- Calum.
-Troppo, quando lo rifacciamo?- chiedo elettrizzata.
Sono troppo gasata da questa cosa.
Ride di gusto.
-Te l'avevo detto-
-Signorina com'è andata?- si avvicina Set.
-È stato magnifico. Era quello che stavo appunto dicendo a Calum- rispondo.
-Ne sono felice! Siete sempre i benvenuti qui- sorride cordialmente.
Ringraziamo entrambi e salutiamo.
Dopo ci dirigiamo di nuovo in auto.
Ho un paio di chiamate perse.
Vado a controllare e alcune sono di Elle, altre di Harry.
-Non si dà per vinto eh?- chiede Calum accendendo l'auto.
-A quanto pare no-
Prima di partire si gira verso di me e prende il mio telefono dalle mani.
Lo guardo interrogativa.
-Adesso impariamo a spegnere l'interruttore- afferma.
Va nella rubrica e seleziona il contatto "happiness🔐" indovinando ad intuito che si tratti di quello di Harry, e lo elimina.
Dopo compone un numero e lo salva in rubrica scrivendo "Cal :)", si fa uno squillo per salvare il mio numero, blocca il cellulare e me lo porge.
Partiamo dirigendosi verso casa.
-Perché vuoi aiutarmi?- chiedo rompendo il silenzio.
Non risponde subito.
-Perché so come ci si sente-
Decido di non chiedere altro, non mi sembra il caso e non voglio risultare ficcanaso nonostante voglia davvero sapere a cosa si riferisca.
L'auto si ferma davanti casa mia.
-Scendi?- chiedo.
Scuote la testa -Devo andare-
Annuisco.
-Grazie per oggi- gli sorrido.
Ricambia.
Mi avvicino e gli bacio una guancia e poi scendo dall'auto entrando in casa.
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Summer Love||CTH;,LRH
Novela Juvenil**N.B.: NON È UNA STORIA CAKE** -Ognuno di noi ha dei limiti, tu me li abbatti tutti-