Capitolo 27

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"Prenderò provvedimenti"
Fu l'unica risposta che ottennero dal vecchio preside.
Quando uscirono dall'ufficio una figura alta e snella si avvicinò a loro, o meglio, a Lily.
-Lily!- esclamò
-Oh Raph, ciao!..- rispose con scarso entusiasmo
-Disturbo?-
-Oh no, affatto! Potter mi puoi aspettare un attimo?-
-Fai con comodo- rispose lui con la mascella serrata e i pugni chiusi
-Devi proprio piacergli tanto..- osservò il ragazzo con il suo solito accento francese -Peccato, mi dispiace ferirlo..-
-Eh?- fece Lily
Lui si mise in ginocchio.
-Lily, io ti penso sempre, ad ogni ora del giorno e della notte! Io ti amo! Non faccio altro che pensare a noi al nostro bacio! Vuoi essere la mia fidanzata?- aveva occhi sognanti, come se credesse veramente in quelle cose.
Per un attimo Lily esitò.

E in quei secondi James Potter provò i sentimenti peggiori dell'universo.
Sentiva un dolore al petto indescrivibile, strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
Chiuse gli occhi cercando di respirare.
"Non sei geloso, non sei geloso, non t'importa niente, non t'importa niente"
Ripeteva queste parole come un mantra, ma non aiutavano affatto.
Non poteva immaginarsi la sua vita senza Lily.
Senza i suoi occhi verdi.
Senza il profumo dei suoi capelli rossi.
Senza i suoi sorrisi.
Senza i suoi guardi di disapprovazione.
Senza la sua voce che lo rimproverava e lo insultava.
Senza di lei.
Solo in quel momento si rese conto di amarla veramente, di amarla più della sua vita.
Tutto questo dolore durò fortunatamente solo pochi secondi, fino a quando lei non rispose.
-No Raph, mi dispiace-
Quelle parole fecero rilasciare tutta l'aria che James non sapeva nemmeno di aver trattenuto.
Quando sentì i passi di Raph lontani, tornò da Lily.
-Che hai Potter?- chiese lei guardandolo interrogativa
-Niente perchè?-
-Stai piangendo-
-Oh..- si asciugò le lacrime che non si era accorto di avere -Non è niente, andiamo-

Lily non era convinta ma continuò a camminare.
Un po' era dispiaciuta per Raph, ma non poteva assolutamente mettersi con un mangiamorte. L'avrebbe sicuramente messa in pericolo.
Ma la cosa che la turbava di più era Potter.
Perché stava piangendo?
Dovette sopprimere la sua forte curiosità, si vedeva che non voleva parlarne.
Ma da quando in qua le interessavano gli stati d'animo di Potter?
Questo non lo sapeva, ma vederlo così la faceva stare male.
Non amava vedere la gente triste, soprattutto se la conosceva.
Anche se era Potter, l'essere meno infelice del mondo.
Entrò nel dormitorio e notò una busta gialla sulla sua scrivania, e su quella delle sue amiche.

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