Capitolo 57

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Lily era distesa sul suo letto, immobile da diverse ore.
Stringeva con forza il copriletto rosso mentre le lacrime le bagnavano il cuscino.
Sul suo comodino c'era il diario di Marlene, ancora non lo aveva letto.
Non ne aveva il coraggio.
Tutto sapeva ancora troppo di lei, il cuscino impregnato di profumo alla lavanda, i suoi libri sul davanzale, i trucchi sparsi dappertutto insieme ai vestiti, le loro foto appese al baldacchino del letto.
C'era ancora troppo di lei in quella stanza ormai vuota.

La sua morte era passata per un incidente, un attacco riuscito dall'esterno.
Ecco quello che si erano inventati, cosicché i ragazzi non-capiscuola si beccarono una punizione.
Quel giorno le lezioni furono sospese.
Alice da quattro ore era a piangere consolata da Frank, in qualche angolo remoto del castello.
Mary ed Emmeline erano con Remus e Peter, i quattro secchioni che cercavano di soffocare il dolore nei libri.
Di solito lo faceva anche Lily, ma non quella volta. Il dolore era troppo grande per essere ignorato.
Sirius si era rintanato nella foresta a correre sotto forma di cane, cercando di lasciare indietro il dolore.
Con il medaglione di zaffiro di Marlene attentamente legato al collo.
Anche James soffriva, si rigirava tra le mani la mazza da battitore con le sue iniziali incise sopra.
M.M
Marlene McKinnon.
L'altro posto in cui queste parole furono incise era nella pietra, nella pietra della sua lapide.

La foto sorridente della ragazza sotto al suo nome.

E dopo la foto l'incisione della data.

28.05.1960 - 16-05-1978

E sotto ancora, la frase che Lily aveva scelto insieme alle sue amiche.

Sono sempre i migliori a morire.

Solo che nessuno avrebbe mai saputo, che quelle parole furono pronunciate proprio da lei.

**
Toc-toc
-Posso entrare?- una voce dall'altra parte della porta svegliò Lily dal fiume di ricordi riguardanti la sua amica.
-È aperto- la porta si aprì rivelando James, Silente aveva spezzato temporaneamente l'incantesimo che impediva ai maschi di entrare nei dormitori femminili, solo per quel giorno. E solo per le persone che soffrivano veramente per lei.
Lily si mise a sedere, incrociò le gambe e fece posto a James sul letto.
Era vestita da babbana, pantaloncini e maglietta.
Lui le baciò la guancia umida di lacrime.
-Stai meglio?-
-Leggermente-
Silenzio.
Dopo un po' James fu scosso da una piccola risata, che catturò l'attenzione di Lily.
-Che c'è?- chiese lei
-Stavo pensando a quello che ha detto Lene.. Davvero tu soffriresti tanto se dovessi perdermi?-
Lily fece un profondo respiro, era ora di affrontare i ricordi di quella serata.
Puntò il suo sguardo serio in quello vispo di lui.
-James io ne morirei. Tu non sai quanto tu sia importante per me- gli accarezzò la guancia
-Anche io- le prese la mano e fece intrecciare le loro dita.
-E pensare..- disse Lily dopo un po'
-Che prima ti odiavo da morire, e adesso..-
Fece una piccola pausa
-Adesso ti amo da impazzire-
Il ragazzo sorrise e l'abbracciò facendola sedere sulle sue gambe.
Le lacrime di Lily gli bagnavano la maglietta, ma non gli importava.
In quel momento si convinse ancora di più del fatto che doveva mantenere la promessa fatta a Marlene.
Avrebbe protetto Lily anche a costo della sua vita.

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