un sorriso innocente

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Ariana

Avevo il telefono in vivavoce, per quanto potesse essere d'aiuto, così lontano Kyle non bastava.
Mi trovavo ai piedi delle scale, Sara era distesa malamente e un grosso pezzo di legno le stava bloccando le gambe, era troppo pesante per me,non riuscivo a sollevarlo.
Doveva aver corso e uno scalino era ceduto facendola cadere per le scale, un mobile era caduto e ora la teneva bloccata
<<Non piangere Aria...>> la sua voce bassa e dolce mi strappò un sorriso,<<io non sento niente...>> disse ancora. Quelle parole non mi furono d'aiuto, non significavano nulla di buono.
<<Non farla smettere di parlare Aria!>> gridò Kyle dall'altro capo del telefono, aveva il respiro affannato.
<<ehi Sara, Julliette me lo ha detto sai? Avrai presto una mamma e un papà>> la vidi mollare la presa sul peluches,era debole ed io non potevo fare niente, i suoi lunghi capelli biondi le coprivano gran parte del viso, di quel suo piccolo visino cosparso di lentiggini e quei suoi occhi scuri che la rendevano unica
<<...guarda li>> sussurrò indicando piano la mia felpa. Cercai nella tasca e trovai un foglio, non lo avevo notato.
Lo aprì, era un disegno <<vedi...io ho già il mio papà,la mia mamma e il mio fratellone...io non voglio andare via>> la sua voce era ridotta ad un sussurro strozzato. Guardai ancora quel disegno, sembravamo noi, io e Kyle ai lati del foglio e quelli più in basso dovevano essere lei e Kevin. Una grande casa rossa occupava lo sfondo. E tanti cuori ricoprivano il bianco del foglio rimasto.
Eravamo diventati la sua famiglia...
<<Aria tutto okay?>> la voce di quel ragazzo continuava a farsi sentire, sorrisi <<si...va tutto bene>>
Guardai la bambina sorridere dolcemente e guardarmi con quei grandi occhioni spenti.
<<Ti tireremo fuori da qui Sara te lo prometto>> le dissi avvicinandomi a lei e sollevandole piano la testa, la feci accomodare sulle mie gambe.
Riuscì a guardarle la schiena, fortunatamente non vidi macchie di sangue o altro. <<È solo in ritardo vero?>> chiese guardando la porta, annuì piano, tirai fuori il mio iPod e le feci indossare una delle mie cuffie.
Lasciai che Enaudi suonasse "una mattina" e presto sentì il suo corpo rilassarsi.
Passarono alcuni minuti, avevo paura. Paura di perdere quella bambina.
Quella dolce bambina che la sera si lasciava pettinare i capelli da me, quella bambina che restava ore davanti alla televisione a farmi capire l'importanza di vedere i cartoni.
Davanti a quegli occhi scuri che si chiudevano accanto a me a volte, quando si addormentava nel mio letto dopo una fiaba raccontata solo a metà.
Per lei noi eravamo tutto e al solo pensiero di perderci non aveva esitato a scappare, rifugiarsi dentro una casa abbandonata che sembrava sicura.
<<Voleva portarci tutti qua un giorno...>> rimasi a guardarla.
Sapevo che lui non aspettava altro. Non aspettava altro che i diciotto anni per poter prendere in custodia quei due bambini e regarli una vita migliore. Nella casa in cui quel ragazzo si rifugiava ogni volta per scappare dal mondo. Come me quando mettevo un paio di cuffie.
La porta si aprì all'improvviso, Kyle era immobile che guardava Sara, il suo petto si alzava e abbassava velocemente, sembrava esausto. Aveva corso tutto il tempo.
I capelli mossi gli cadevano sulla fronte bagnati di sudore.
<<Ciao...>> sussurrò la piccola, lui le rivolse un sorriso sforzato <<ehi principessa...>> si avvicinò e le accarezzò la testa. <<Ora ti tiriamo fuori okay?>> lei annuì.
<<Aria tu tienila stretta,le farà molto male quando alzerò la cassettiera. L'ambulanza è appena qua sopra,appena la liberiamo la portiamo dai paramedici>> continuo ad annuire in silenzio mentre Einaudi suona quelle note indisturbato.
Kyle prese la cassettiera da un lato ed un lungo e lento sospiro uscì dalle sue labbra. Mi rivolse un sguardo un ultima volta e sollevò quel pesante mobile dalle piccole gambe di Sara.

La casa si riempì di un amaro grido soffocato, uscito dalle labbra di una bimba che non meritava affatto un dolore del genere.

Mi sentì morire, <<è tutto okay principessa,ora starai bene,te lo prometto...>> sussurrò Kyle con quella sua voce roca e maschile. La  bimba annuì debolmente mentre le lacrime non smettavano di rigarle il viso.
Il ragazzo prese la bambina in braccio facendo attenzione a non sfiorarle le gambe per paura di farle del male e uscì correndo da quella casa. Lo seguì nascondendo quel disegno insieme al mio iPod dentro la tasca della mia felpa. Salimmo per la scalinata di pietra che portava sulla strada. Ad ogni gradino era un incubo, erano pieni di foglie marce che li rendevano scivolosi.
Io ero dietro di lui,si sentivano le sirene dell'ambulanza risuonare nell'aria e la faccia spaventata di Julliette mentre stringeva forte il piccolo corpo di Kevin a se e Sebastiano che gesticolava con un agente di polizia che annotava ogni cosa.
Era una di quelle situazioni in cui non riuscivi a capire nulla,c'era troppo da vedere,da sentire e allora la tua mente spegneva ogni cosa lasciandoti solo a vivere il presente.
Un uomo alto e biondo in divisa prese dalle braccia di Kyle Sara e la posò sulla barella <<è svenuta dobbiamo portarla all'ospedale!>> il paramedico sparì dietro le porte del veicolo mentre all'improvviso le sirene ricominciarono a suonare acute e alte nella mia testa. Guardai quell'ambulanza allontanarsi e Kyle cadere a terra in ginocchio.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora