Confusa

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Aria

Continuai a guardare il nulla,con lo sguardo rivolto al soffitto, verso quel colore bianco sporco pieno di crepe...
Continuavo a fissare lo stesso punto da secondi che mi sembravano ore eterne, forse perché dentro sapevo che non sarei stata in grado di sostenere i suoi occhi azzurri.
Era strano come ora mi sembrasse che chilometri ci separassero.
Provavo qualcosa di strano,come se accanto non avessi Kyle...
Quel Kyle che per mesi aveva torturato i miei pensieri, la voglia delle sue labbra, dei suoi occhi...la voglia di lui si era come dissolta dopo le mie ultime parole.
<<Aria...>> mi alzai a sedere e posai finalmente i miei occhi nei suoi, un brivido improvviso mi corse lungo la schiena...
<<…Fose è meglio se restiamo amici>> dio quelle parole... erano come un pugno allo stomaco, rimasi in silenzio, non avevo idea di cosa passasse per la testa di quel ragazzo, ma...forse quella lontananza ci aveva cambiati a tal punto di riempirlo di dubbi.
<<Okay>> risposi dolcemente sorridendo, non volevo che notasse il mio nervosismo così evitai di mordermi il labbro. Tornai a coricarmi e mi voltai verso la finestra mentre le ruote di quella vecchia sedia a rotelle scricchiolando mi facevano capire che Kyle se ne stava andando.
Quando la porta si chiuse un blocco allo stomaco mi prese di sorpresa.
Mi sentivo come se fossi sott'acqua, quando sei sul fondo e sfiori la sabbia fredda con le ginocchia e hai quella senzazione che i polmoni ti stiano per esplodere,ti manca il fiato,senti la gola bruciare perché non la puoi aprire per respirare e allora cerchi di riemergere,ma più ti spingi più ti sembra di non arrivare mai a galla e quando finalmente mettendo fuori un braccio senti l'aria umida invaderti ti rendi conto che sei fuori, i tuoi polmoni tornano a funzionare e li esplodi...
Sentì una lacrima scendere di traverso, passando leggera sul naso e andandosi a fermare sul cuscino. Mi sentivo così, come appena riemersa dalle acque. Lasciai che i miei sighiozzi riempissero il silenzio dentro quelle quattro mura spoglie e le voci mi riempissero la mente.
Mi stavo maledicendo per essere cambiata tanto, per essere cambiata a tal punto da confondere i sentimenti di un ragazzo, che ora sembrava ancora più diverso anche lui...
Non c'erano aggettivi o metafore per descrivere come mi sentissi in quel momento, ero triste si,ma anche sollevata, felice per aver ritrovato Kyle,ma mi sentivo anche un idiota per avermi permesso di perderlo, dopo che per giorni che si erano trasformati in mesi non avevo fatto altro che pensare a lui.
Si, poteva dire che tutte le mie emozioni avevano preso il sopravvento, erano come confuse tra loro, come se si fossero dimenticate che ruolo avessero.
Mi sentivo così inutile,usata...ma quando lui mi aveva stretto tra le sue braccia mi si era capovolto il mondo. Mi sentivo di nuovo protetta...

Ora guardando fuori da quella piccola finestra vedevo solo il buio della notte. Qualche stella a volte faceva capolino tra una nuvola e l'altra regalandomi un sorriso, probabilmente mi ero addormentata...
Mi sfregai piano un occhio con le dita, qualcosa mi dava fastidio. Mi alzai a sedere e guardai il mio riflesso sul vetro della finestra. Mi sembravano più lunghe le mie gambe, o forse erano solo quei chili persi che davano l'idea, lasciai che le mie gambe strisciassero sul letto stropicciando le lenzuola fino a che sotto i miei piedi non sentì nulla. Le mossi appena e chiusi gli occhi immaginando di essere su quel vecchio pontile traballante, con in rumore delle onde del lago che la mia mente aveva registrato, quasi riuscivo a sentire l'effetto freddo del vento sulla mia pelle chiara... tornai a guardare il mio riflesso e mi resi conto che in 17 anni non mi ero mai fermata a guardarmi davvero. Sapevo di essere magra,forse troppo, ma ne ero consapevole. Eppure più guardavo quel riflesso più notavo dettagli, imperfezioni...ma mancava qualcosa.
Scesi dal letto ancora troppo alto e a piedi scalzi con addosso solo quella larga maglietta uscì dalla mia stanza.
Ero consapevole che stavo facendo un errore,ma per la prima volta ascoltai quella vocina che sussurrava dolcemente, che anche se sovrastata da grida continuava a coltivare i suoi pensieri. Ad ogni passo era un battito in meno, spinsi piano quella spessa porta bianca e i suoi occhi si insinuarono silenziosi nei miei.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora