è quando senti di perderla che fa male

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Kyle 

Uno,due, tre
Affonda.

Prendo un altro sassolino, lo lancio verso l'acqua,ma questo non salta,va a fondo. Sento il rumore dell'acqua che lo attira verso le sue profondità gelide.
Sono due ore che sono seduto su quel pontile. Sono passati mesi, ore,minuti, ma quel suo <<ti chiamo appena scendo a Malpensa>> ancora risuona nella mia mente.
Mi sento vuoto, annoiato, perso.
Ho provato a chiamarla un milione di volte e l'unica voce che sento è quella della segreteria. A volte la chiamo solo per poter sentira la sua voce, anche se dice sempre la stessa frase "ehi, scusa,ma ora non posso rispondere, lasciami un messaggio dopo il suono acustico e ti richiamerò al più presto".
Io glielò lasciato un messaggio, forse devo avergliene lasciati cento,ma lei non mi ha mai richiamato...gli avrò scritto milioni di messaggi, "buongiorno" ogni mattina e "buonanotte" ogni sera. Ma non ho mai ottenuto sue risposte.
Lancio un altro sassolino e anche questo non rimbalza,affonda senza speranza di tornare a galla.
Mi stendo sul pontile guardando il cielo ancora pieno di nuvole, febbraio è deprimente, noioso, freddo,ma non so perchè continuo ad andare fuori. Sono passati due mesi e ancora non me la sono levata dalla testa nonostante lei mi ignori.
Lei mi aveva avvertito.
Mi sarei solo fatto del male.
E aveva ragione. Ora stavo male. Faceva male davvero la sua mancanza,ma ci sarei passato un altro milione di volte. Aria era il mio male preferito. Nonostante m'ingnorasse, non rispondesse mai ai miei messaggi e ad ascoltarmi era solo la sua voce registrata nella segreteria io non riuscivo a smettere di amarla.
E lo avevo fatto ancora, mi ero tagliato ancora, e glielo avevo scritto per messaggio, lasciato detto in segreteria,ma lei non aveva mai risposto a nulla. Aveva chiuso.
Magari ora in Italia aveva trovato un altro ragazzo, senza segni sul petto, un ragazzo che la faceva sentire meglio. Qualcuno che a differenza mia poteva starle vicino,stringerla a se e portarla fuori a cena...
La mia mente era un caos di pensieri stupidi,ma veri. E c'era una domanda che continuava a tormentarmi, tutti i giorni la mia mente non pensava che a quello.
Lei ti ama ancora?
Non ce la faccio più. Sto male. E non mi servono medicine o altro ho solo bisogno di sentire la sua voce, di riaverla mia,perchè senza di lei è un incubo. Mi alzo a sedere e ritento ancora. È la tredicesima volta oggi che digito il suo numero sulla tastiera, lo so a memoria ormai.
Squilla a vuoto, rimago in attesa, mi arrendo e faccio per mettere giù, ma sento prendere la chiamata e mi si ferma il modo. " ehi, scusa,ma ora non posso rispondere, lasciami un messaggio dopo il suono acustico e ti richiamerò al più presto " torno a respirare, ci sono caduto ancora. Era solo la segreteria per l'ennesima volta.

Torno alla villa e apro la porta, Julliette mi passa accanto con la bacinella azzurra piena di vestiti bagnati, si ferma e mi osserva <<stai bene tesoro?>> chiede <<certo>> rispondo alzando le spalle. La vedo posare la bacinella sulle scale e avvicinarsi a me <<l'hai fatto ancora vero! Te l'ho detto di smetterla Kyle! Ti farai solo del male così>> la ignoro e metto un piede sullo scalino,ma lei mi ferma <<ti sei guardato allo specchio? Hai gli occhi rossi,devi piantarla di drogarti! Dove prendi quella roba?>> ancora grida. Ne ho abbastanza <<sta zitta Julliette, tanto sto male comunque>> rispondo a tono. So che sbaglio, so che non dovrei farlo,ma la droga non è l'unica cosa in cui sono caduto.
La vedo sospirare e tirare fuori una busta dal suo grembiule <<è arrivata questa un po' di giorni fa,c'è scritto solo il tuo nome e l'indirizzo,nessun mittente>> afferro la busta bianca e me ne torno i camera sbattendo la porta.
Leggo il mio nome scritto a mano sul retro della lettera e scivolo lungo la porta.
Riconoscerei la sua scrittura tra mille.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora