Chiedere perdono non è da deboli

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Kyle 

Come avevo sentito la porta aprirsi mi ero voltato e avevo incontrato i suoi occhi arrossati e quelle piccole fossette, era ferma davanti a me.
Nonostante fossero le due di notte la luce dei lampioni del parcheggio dell'ospedale illuminavano ancora la mia stanza. Avanzò leggera di un passo, in tutta quella sua eleganza che possedeva senza rendersene conto, si chiuse la porta alle spalle spingendo il suo corpo esile sulle sue mani, che probabilmente dietro alla schiena sfioravano il legno spesso della porta.
<<Ehi>> sussurrò regalandomi un sorriso.
Mi sentivo uno schifo.
L'avevo lasciata appena qualche ora fa e lei adesso era a pochi passi da me sorridente. Sapevo che aveva pianto, gli avevo sentiti i singhiozzi, ero rimasto dei minuti dietro la sua porta ad ascoltarla.
<<Aria che ci fai qui?>> chiesi mantenendo la voce bassa. Lei si avvicinò ancora trascinandosi la sedia a rotelle fino al mio letto. Si sedette su essa e non mi tolse i suoi meravigliosi occhi di dosso, dio che tortura.
<<Avevo bisogno di parlarti...hai due minuti?>> due minuti? Io avevo tutta la vita per ascoltarla,ma lei mi aveva chiesto solo due minuti e li capì. Era un discorso solo suo, non avrei dovuto interromperla o intervenire unendo il mio pensiero al suo. Avrei solo dovuto ascoltarla.
Annuì e lei distolse lo sguardo tornando a torturarsi una ciocca dei suoi capelli, che ora erano corti e con un filo di ricrescita scura. Quanto avrei voluto giocare anch'io con quei capelli...
La vidi allungarsi verso i piedi del letto e prendere la mia giacca di pelle, frugò nelle tasche ed io corrugai confuso le sopracciglia. La vidi estrarre un foglio stropicciato e aprirlo piano, come se avesse paura di romperlo.
Era la sua lettera, quella che mi aveva scritto, quella lettera che io avevo stracciato, buttata a terra e rifiutato di leggere, ma che non avevo avuto il coraggio di non portarmela con me. E forse lei lo sapeva...
Si schiarì la voce e cominciò a leggere piano, senza alzare troppo la voce

<< ehi...
So che è passato quasi un mese ormai, so che non mi sono fatta sentire e ti chiedo scusa, ma ho avuto qualche contrattempo...
È passato il natale e il capodanno ormai, e probabilmente quando ti arriverà questa lettera una signora anziana e un po' gobba avrà già riempito Kevin e Sara di dolci e qualche pezzo di carbone.
Volevo solo farti sapere che nonostante sembra che sia scomparsa io ci sono, ti penso spesso e mi manchi. Mi sento in colpa a darti mie notizie su un foglio di carta strappato da un quaderno e riempito di inchiostro blu,ma tra qualche mese Brayn ha detto che torniamo. Sto già contando i giorni...
Ti prego, quando busserò alla porta della tua stanza non giudicarmi, non guardare i miei capelli o il mio corpo, so che non sarò uguale a prima, so che ti avevo giurato che sarei tornata da te migliore rispetto a prima,ma senza di te e gli altri sono caduta. Mi sono lasciata trasportare da quello che tutti si aspettano da me e ho fallito.
Kyle promettini che quando sarò davanti a te mi abbraccerai e basta. Senza dire una parola tanto di tempo ne avremo anche dopo...
Spero che tu stia bene e che continui a mostrare il tuo stupendo sorriso.
A volte mi manca quel tuo continuo sfiorarti i capelli...mi manca tanto di te, troppo davvero.
Spero che potrà ancora esserci un noi al mio ritorno...
Ti amo
                                                           Aria>>

Il suo sguardo si alzò dal foglio mentre le sue mani scorrevano sul suo viso raccogliedo qualche lacrima che distratta era scivolata sulle sue guance.
I suoi occhi grigio perla si posarono nei miei, che per tutto il tempo non si erano staccati da lei.
Un blocco alla gola,un pugno allo stomaco e la vista del suo sorriso innocente nascosto dentro un silenzio soffocante.
Ne avevo la conferma ormai, quella lettura mischiata all sua voce ferma mi aveva ucciso dentro.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora