Ritorno a casa

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Capitolo 2:

Ritorno a casa

|Alcune persone amano la pioggia, altri.... Semplicemente si bagnano.|

(Bob Marley)

24 Ottobre 3018 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Amo la pioggia, la sensazione di umido sulla pelle e sui capelli, amo sentire l'odore pungente della natura durante un temporale.

I lampi squarciano il cielo cupo sopra la Terra di Mezzo mentre i tuoni spezzano quel silenzio quasi surreale che si era creato. Adoro questi posti, uscire quando la natura mostra il suo lato più distruttivo e sopra ogni altra cosa amo quando, mentre cavalco, il vento mi scompiglia i lunghi capelli. Cosa sono? Beh semplice io sono una Raminga. Già Raminga è l'unico termine che può indicare il mio modo di sentirmi libera, la mia voglia di combattere per il bene di questa terra e per potermi vendicare di quei dannati Orchi.

Cavalco da giorni e, nonostante la pioggia, sono giunta ai confini di Gran Burrone. Ho il cappuccio e il mantello bagnati fradici ma non m'interessa, l'unica cosa che voglio è ritornare a casa, quella stessa casa che per anni mi ha accolta, cresciuta e fatta sentire amata. Amarth, il mio cavallo elfico, corre attraverso le terre selvagge della Terra di Mezzo diretto a casa mia: l'ultima Casa Accogliente.

Arrivo alle porte del Reame di Gran Burrone. Inevitabilmente sorrido.

<< Daro* >> sussurro al mio cavallo che ubbidiente come sempre rallenta l'andatura fino a fermarsi con dolcezza, per non farmi volare giù dalla sua schiena. Lo accarezzo lentamente lungo il collo, soffermandomi sulla criniera intrecciata in numerose treccine... proprio alla maniera elfica.

<< Posso conoscere il Suo nome, mia Signora? >> mi chiede una guardia che deve essere molto giovane per non conoscermi. Si vede che ama il suo lavoro e questa è una cosa che non posso evitare di apprezzare anche se è normalissimo per un Elfo amare qualsiasi cosa che svolgono.

<< Celebril >> rispondo dolcemente mentre scendo da cavallo e mi avvicino alla Guardia.

<< Piacere di rivederla, mia Signora >> mi dice abbassando il capo e aprendo il cancelletto in mithril. Entro e veloce mi dirigo su per i gradini del Palazzo. Ogni cosa in questo posto è curata. Il Palazzo è in pietra e legno, soprattutto il patio che ha le volte in legno ornate da delle piante in fiore, anche se siamo in autunno qui i fiori sbocciano comunque ma i loro colori sono più tendenti all'arancio e al marrone oltre alla caduta quasi totale delle foglie delle piante. Aman si è rifugiato nella stalla, a lui non piace molto la pioggia perciò cerca sempre di ripararsi, e io posso, finalmente, riabbracciare coloro che amo. Apro la porta e, dopo averla richiusa con un leggero tonfo, mi guardo in giro.

"Che strano... non c'è nessuno" penso facendo un paio di passi verso l'interno della Sala. L'interno è esattamente come me lo ricordavo: le stanze in pietra sono illuminata da delle semplici lanterne in legno che però sono ancora spente. Un debole fascio di luce gialla mi travolge, l'ennesimo lampo aveva illuminato il cielo.

<< Mae Govannen*, Celebril. Ti aspettavamo tutti con ansia >> la voce melodiosa di Elrond mi accoglie facendomi sentire veramente a casa. Non l'avevo sentito entrare e avvicinarsi ma è del tutto normale visto che lui è un Elfo.

<< Mae Govannen*, Elrond. Sai è bello poter tornare dove si è cresciuti... dopo tutto questo tempo >> rispondo abbracciandolo forte. Ricambia la mia stretta con un sorriso dolce sulle labbra.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora