Tra sogni e realtà

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Capitolo 34


Tra sogni e realtà

 

Notte del 7 Marzo 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Appena entro nella mia camera da letto la grande e bianca finestra che da sulla cittadella cattura la mia attenzione. Lentamente mentre mi slaccio i piccoli e vellutati bottoni dell'abito mi avvicino al davanzale e posandovi sopra le mani guardo lontano.

Mordor da quaggiù sembra un piccolo puntino lontano, come se appartenesse a un altro mondo e un'altra realtà. Il vento fresco che soffia lieve tra le fronde degli alberi mi fa ondeggiare i capelli oltre le spalle mentre la mia pelle si copre di uno strato uniforme di pelle d'oca. Sorrido notando quanto silenzio ci possa essere di notte in una città caotica e vivace come Rohan.

Mi allontano dalla finestra solo per spogliarmi: la stoffa finisce dolcemente ai miei piedi mentre mi accarezza le gambe e il corpo. Spinta da qualche forza oscura porto le mani sulla mia pancia e un pensiero mi riporta indietro nel tempo... ripenso a quanto Arwen volesse, e voglia ancora oggi, un bambino da mio fratello. Un bimbo dolce e tenero. Mi chiedo ora cosa si provi ad aspettarne uno ma soprattutto mi chiedo se sarà possibile. Mi domando se per la Stella del Vespro e mio fratello ci sia questa possibilità.

Io voglio un bimbo? No. Non ora per lo meno. Vorrei un bebè certo, come tutte le donne però sono disposta a non averne se così facendo permetto ad Aragorn di rendere felice Arwen. Scuoto la testa cercando di dimenticare questo stupido pensiero e mentre lo faccio mi avvicino alla porta che da sul bagno. Lascio che la piccola vasca si riempia d'acqua calda e infine mi ci immergo.

Il liquido trasparente e bagnaticcio mi avvolge immergendomi in un'atmosfera di relax completo. I capelli si inumidiscono mentre mi passo le mani sul collo, sulle spalle e infine più in basso fino a raggiungere le gambe lisce e perfettamente dritte.

Bagno i capelli e li insapono con uno dei tanti liquidi profumati che trovo su una piccola mensola sopra la vasca. Il profumo forte e dolce insieme di rose mi riempie le narici e s'insinua delicatamente tra le ciocche dei miei capelli folti, lunghi e forse un tantino trascurati. Dopotutto non ho molto tempo per preoccuparmi di tenere i capelli tagliati e splendenti: a me basta che siano puliti, che profumino e che siano pettinati. Insomma mi accontento delle basi.

L'acqua dopo qualche minuto - o forse dopo un'oretta - sta diventando fredda e io mi trovo quasi costretta a uscire per avvolgermi in un asciugamano pulito e asciutto. Le gocce d'acqua lasciano la mia pelle non appena vi faccio scorrere con dolcezza la salvietta sopra. Dopo pochi istanti sono in intimo che vago per la stanza frizionando i capelli e aspettando che il venticello li asciughi e mi permetta di andare a letto senza inzuppare le federe dei cuscini che ricoprono gran parte della superficie del materasso.

Mentre vago per la stanza con le mani tra i capelli che lentamente si stanno asciugando non faccio altro che ripensare a quello che mi aspetta. Sto per affrontare il nemico e le nostre possibilità di riuscire a sopraffarlo senza lasciarci sopraffare sono poche. Pochissime se contiamo il fatto che l'esercito è formato solamente da Uomini e non ci sono Elfi sufficienti per affrontare il nemico con arco e frecce e da distanze elevate. Un pensiero inquietante si fa largo tra gli altri: e se non dovessi tornare? Se quella battaglia verso cui mi sto dirigendo rappresenta la fine della mia vita? O di quella di qualcuno a cui voglio bene?

Parole e pensieri troppo forti e troppo cupi che non posso riportare creano un turbinio di risposte e altre nuove e inquietanti domande a cui non posso far altro che rispondere con altrettanta inquietudine e paura.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora