Vecchi Generali, vecchi timori

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Capitolo 58.

Vecchi Generali, vecchi timori


|La speranza, divampa!|

(Gandalf, Il Signore degli  Anelli)


2 Aprile 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Nelle strade della cittadella vi è gran fermento: uomini, donne, bambini, vecchi e giovani si stanno preparando per quella che viene considerata la più grande battaglia di tutti i tempi, almeno per loro.

Una delle guardie mi si avvicina porgendomi un inchino solo accennato prima di parlare con tono greve e senza osare alzare lo sguardo nel mio, come se fosse in qualche modo intimorito. << Mia Signora, gli uomini sono pronti: abbiamo armato tutti coloro che si trovavano in servizio ed in grado di maneggiare una spada. Tuttavia ci sono non pochi problemi: una parte dei comandanti sente ancora le parole del Sovrintendente nella propria memoria e sono restii a lasciarvi il controllo della battaglia; battaglia che per altro non sentono particolarmente imminente. Inoltre le donne e i bambini non hanno un luogo sicuro in cui mandarli: Gondor non è nota per avere cunicoli scavati nella roccia come altresì è il Fosso di Helm. Quali sono i vostri ordini? >>

A quelle parole osservo la guardia con un misto di apprensione e rabbia: come è possibile che l'influsso malefico di Denethor riesca ad infiltrarsi nuovamente entro queste mura, ora che egli ha abbandonato la cittadella. Nonostante queste domande, ancora senza alcuna risposta, dico: << Fa riunire tutti i generali nella sala del trono di Gondor, avremo una chiacchierata piuttosto importante e impellente. Poi ordina che tutte le donne e i bambini così come gli anziani e coloro che non sono appartengono ai ranghi dell'esercito siano informati che in caso di battaglia, al suono delle campane della cittadella, dovranno riunirsi nell'ultimo anello della città: lì vi rimarranno fino a nuovo ordine; per quanto ne sappiamo, quello è il posto più sicuro in caso di attacco. Infine assicurati che le mura dei primi due livelli siano abbastanza forti da respingere i nemici per il più lungo periodo possibile. E, d'ora in avanti, quando parli con me abbi l'orgoglio di guardarmi in viso >>

La guardia annuisce e dopo essersi congedata inizia a dare disposizioni. Intento osservo le terre che ci circondano: siamo esposti e senza aiuto non avremo molte possibilità di sopravvivere. Pipino attira la mia attenzione poco più tardi.

<< Celebril cosa facciamo adesso che la città si trova sotto i tuoi ordini? >> mi domanda fermandosi accanto a me e guardandomi. Ha paura, glielo di legge negli occhi. Dopotutto, non posso neppure compatirlo: questa sarà probabilmente la sua prima e unica guerra cui assisterà. Non deve essere facile.

<< Ora ci assicuriamo che il mio controllo sia abbastanza forte da aiutare la città a non soccombere. Ascolta Pipino, per nessuna ragione devi allontanarti dal palazzo: per quanto nessuno qui abbia tempo e voglia, probabilmente, di farti del male è buona cosa che tu non ti avventuri troppo lontano dal mio sguardo. La gente non è ancora pronta a vedermi governare la città e di certo le cose non cambieranno nel giro di qualche ora e solo perché di mezzo c'è una guerra. Ora seguimi, prima della fine della giornata noi due avremo un compito da svolgere e sarà di vitale importanza, secondo i miei calcoli >> con queste parole gli poso una mano sulla spalla e lo conduco verso l'interno del palazzo.

Al centro, ordinati in modo più o meno regolare, ci sono i generali di quello che un tempo era l'esercito temibile di Gondor e che oggi è solo una banda di uomini che cerca di racimolare abbastanza forze per non soccombere e colare a picco.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora