Alle porte di Rohan

668 38 6
                                    

Capitolo 30:




Alle porte di Rohan

 


|Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente|

(Dante Alighieri)

 

05 Marzo 3019 _ 3°Era della Terra di Mezzo

Un leggero velo di nebbiolina bianca e candida nasconde, o almeno cerca di celare, l'orizzonte e con esso anche il profilo delle case di Rohan.

Rohan: la città dei Signori dei Cavalli, la città di Theoden.

Ricordo bene i visi curiosi e sorridenti, gli occhi vivaci e l'allegria che si respirava un tempo per le strade di quella città così viva da risultare a volte dannatamente inquietante.

Ora di quei sorrisi e di quella spontaneità non è rimasto più nulla. Non ci sono più le donne curiose che ti fermano per parlare, per sapere qualcosa in più sulle terre che le circondano. Non ci sono più i bambini che giocando ti chiedono se volevi far loro compagnia e non ci sono più gli uomini pronti ad aiutare i viandanti durante i momenti di difficoltà.

La cosa che ora manca a questa città è la forza di combattere. Si vede nei loro sguardi che sotto sotto hanno ancora voglia di farlo ma si nota anche che non ne hanno la forza nè la guida adatta.

Cavalchiamo lungo le mura di cinta della città e mentre proseguiamo non posso evitarmi di guardare oltre la palizzata in legno per vedere qualcosa di più preciso dell'interno. Fin da subito noto quanto le strade che un tempo eran piene di vita con mercati, risate, urla e chiacchiere, siano silenziose e semideserte. L'intero scorcio di città appare desolante e triste. Molto triste.

<< Una malattia aleggia sul Re >> spiega Gandalf fermandosi poco lontano dal cancello d'ingresso - anch'esso in legno massiccio - e guardandoci in viso dall'alto del suo cavallo.

Mio fratello lo guarda cercando di capire meglio, anche se ci appare evidente che Gandalf non sappia molto su quanto sia grave questa malattia.

<< Cosa gli è successo. Cosa ha? >> domanda Aragorn facendo fermare anche i nostri cavalli e guardando l'Istar con attenzione e timore.

<< Saruman ha sempre saputo come annebbiare la mente altrui. L'ha fatto altre varie volte e questa volta è toccato a Theoden. La mente degli Uomini è facile da corrompere e ciò ha reso il tutto ancora più semplice per uno Stregone Bianco come Saruman. Egli sa che non vi è potere più potente del suo per ora... almeno fino a qualche settimana fa >> spiega l'Istar guardandolo e portando lo sguardo lontano verso le montagne innevate che circondano questa pianura rigogliosa.

<< Sai come farlo guarire? >> domando in un soffio lasciando trasparire un lieve senso di dolore e speranza.

Ho sempre voluto bene a Theoden. Non so il motivo, non ne ho mai voluto cercare il perchè. 

<< Non lo so. Saruman ha intaccato la ragione di Theoden tempo fa e senza che io potessi far nulla per impedirlo. Non ho potuto salvarlo subito e ora mi trovo a non esser certo di poterlo fare. Ho passato secoli a camminare tranquillo su questa terra e ora mi trovo a non aver tempo. Non so se potrò aiutarlo. Ma se la cosa non dovesse funzionare rischio di peggiorare la situazione degli abitanti e rischio di aiutare Saruman nel suo intento >> spiega Gandalf guardandomi in viso.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora