Mio Capitano, mio Re

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Capitolo 24

Mio Capitano, Mio Re

|Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte del vivere come fratelli|

(Martin Luther King)


26 Febbraio 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Le barche scivolano silenziose sulle acque fredde e limpide del fiume. Silenziosamente e quasi immerse in riflessioni troppo complesse per essere spiegate le nostre menti scorrono tra i pensieri più oscuri e profondi dell'essere.

Legolas, seduto davanti a me, rema cercando di schivare i massi che spuntano dall'acqua senza far decappottare la barca e soprattutto senza scontrarsi con Boromir o Aragorn.

I giorni sono passati rapidamente, immersi in cupe tenebre e oscuri banchi di nebbia. Il sole timidamente ha fatto capolino in questi giorni e anche oggi sembra non aver molta voglia di svegliarsi. Le imponenti statue degli Argonath non dovrebbero essere troppo lontane da dove ci troviamo noi oggi ma, con loro, portano anche un problema ben maggiore: Le rapide.

Il fiume che siamo navigando infatti è noto non solo per segnare il confine con le terre degli  Uomini ma anche perchè la sua corsa è fermata da alte e rumorose cascate. Ripide quanto bellissime e pericolose quanto stupende.

La corrente si fa via via più rapida e in poco tempo davanti ai nostri occhi compaiono le splendide statue degli Uomini: gli Argonath.

Un Re e una Regina. Anzi IL Re e LA Regina di Gondor. Ricordi di un regno passato e di una potenza ormai decaduta.

<< Dunque loro sono gli Argonath? >> domanda Frodo guardando estasiato le immense costruzioni in pietra. Sono altissime e con la loro serietà e regalità sembrano voler spaventare chiunque osi addentrarsi nei loro territori senza permesso o con cattive intenzioni.

<< Già. Ricordi di una civiltà ormai in declino, per quanto possano gli abitanti celarne i segni >> rispondo io facendo tacere Boromir che aveva tentato di aprire bocca per dire qualcosa di sbagliato nei confronti dello Hobbit.

<< Di certo se ci fosse un sovrano al comando... >> dice Boromir in un sussurro rabbioso.

<< Per quanto mi risulta tuo padre è il Sovrano di Gondor dunque stai dicendo che il declino è causa sua. Gondor ha una persona che dovrebbe guidarla, ricordatelo Gondoriano >> rispondo gelida. Nessuno osa dire più nulla fino a quando Pipino non esordisce, probabilmente per calmare gli animi, dicendo:

<< Quando si mangia? >> una risata collettiva ci prende fin quando la voce roca di Gimli non torna a farsi sentire tra uno sbuffo di risa e l'altro:

<< Ma tu pensi sempre a mangiare? >>

<< No! Penso anche a fumare, a bere e a passare del tempo con amici e parenti in totale ozio e relax >> risponde Pipino guardandolo come se fosse una risposta ovvia.

<< Ozio... a quanto pare la tua gente non se la prende di certo >> riflette Aragorn sperando di allontanarsi in questo modo dal discorso di poco prima ben sapendo che Borormir non avrebbe alcuna possibilità di ribattere.

<< Beh... noi siamo un popolo tranquillo che raramente e con scarso interesse si preoccupa dei problemi del mondo che ci circonda... noi amiamo le cose genuine e viviamo al meglio coltivado e cercando di restare in buoni rapporti con la famiglia e il vicinato >> risponde Merry aiutando il suo parente a non infangare troppo il buon nome degli Hobbit e della loro terra.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora