Promettimi

715 35 7
                                    


Capitolo 44:

Promettimi


|Le guerre peggiori sono quelle contro se stessi|

(Un nonno saggio)

13 Marzo 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Osservare il paesaggio è sempre stata una delle mie capacità principali. Nessun dettaglio poteva passare inosservato al mio controllo. Osservare, guardare, vedere, capire e immaginare eran cose essenziali secondo gli Elfi - e molto probabilmente sono ancora essenziali - visto che continuano a insegnarle ai loro figli.

Da piccola guardare fuori dalla finestra di una delle mie due case, sia che fosse Bosco Atro o Gran Burrone, voleva dire vedere il mondo e con esso solo le cose positive.

Oggi osservare il mondo da una finestra vuol dire perdere voler vedere il mondo ricoperto di dolore e malvagità.

Il cielo è grigio e le nuvole cupe minacciano pioggia da diverse ore prima dell'Alba. Il vento che questa notte si poteva sentir fischiare tra le fronde degli alberi. La camicia da notte che indosso è leggera e il suo scopo non è tanto quello di proteggermi dal freddo, bensì proteggere la fasciatura dell'esterno.

Ed è proprio mentre vedo questo mondo così mutato che un puntino nero si avvicina serpeggiando per le stradine della cittadina. Quel puntino che all'inizio sembrava essere un sempre gruppetto di persone, è in realtà un corteo. Un corteo triste e deprimente. Un corteo di ricordo, un corteo funebre.

Le donne in capo alla fila indossano abiti neri, muniti di veli del medesimo colore. Tra le mani tengono dei fazzolettini bianchi in pizzo mentre sul viso scendono lacrime copiose. Quel tipo di lacrime capaci di spaccare anche il cuore più freddo e distaccato.

Mentre il gruppo sfila davanti alla mia finestra riesco a notare le case chiuse, le ante delle finestre chiuse e le bandiere abbassate: Rohan è in lutto.

In effetti questa visione mi fa precipitare in quel baratro che ormai conosco fin troppo bene: la mia morte.

Non è tanto il fatto di morire che riempie i miei pensieri, ma la possibilità che morendo l'amore che Legolas prova nei miei confronti lo consumi. Lo distrugga.

Non posso andarmene sapendo che lui si lascerà morire creando un circolo vizioso. Non posso permettergli di continuare a vivere per me.

Talmente immersa sono tra questi pensieri che non mi rendo conto della presenza dell'Elfo biondo nella mia stanza.

<< Celebril va tutto bene, amore >> domanda posandomi le mani sui fianchi e stringendomi a se. La mia schiena si appoggia dolcemente al suo petto sodo e le sue labbra vengono presto in contatto con la pelle del mio collo.

Reprimo un risolino e mi volto un poco verso di lui.

<< Sì, sto bene >> rispondo continuando poi a osservare quella muta sfilata di gente, persone e dolore.

<< Theoden dice che si tratta di un corteo che fan sempre le donne quando i propri mariti, nipoti e figli devono combatterre. Non è morto nessuno ma le donne di Rohan temono che una bara venga riempita col corpo di un loro caro >> mi dice stringendomi di più.

Un sospiro di sollievo lascia il mio corpo facendo sollevare e poi subito abbassare il mio petto. Mi sento un po' più rincuorata anche se l'idea che le donne non si fidino abbastanza del proprio Re da compiere questo rito un po' mi spaventa.

Celebril di GondorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora