Un ruolo: nel bene o nel male

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Capitolo: 11


Un ruolo: nel bene o nel male

 

 

|Mai avere rimpianti: se è andata bene è meraviglioso; se è andata male è esperienza. Ogni volta che cadi impari qualcosa|

(Oswald Avery)

14 Gennaio 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo


La fioca luce che scaturisce dalla punta del bastone di Gandalf non è abbastanza forte da sconfiggere le Tenebre ci cui Moria è diventata la casa. Dello splendore di un tempo non c'è rimasto nulla se non il ricordo di quegli antichi bagliori di grandezza e magnificenza.

Camminiamo vicini gli uni agli altri. Gandalf davanti - ormai è diventata una sicurezza. Comincio a credere che abbia delle manie di protagonismo - e per ultimo mio fratello che regge una torcia che abbiamo creato usando un po' della magia di Gandalf.

Dire che questo posto è lugubre e tetro è dire poco. Non ci sono segni di vita e il silenzio, che è interrotto solo dai nostri respiri che, man mano che ci lasciamo alle spalle il punto d'entrata e l'incidente col mostro, diventano più lenti e silenziosi, è pesante quasi quanto l'Oscurità.

Le pareti in pietra massiccia, scavate nelle profondità della terra, sembrano stringersi con più avanziamo. Guardando in alto non riesco a intravedere il soffitto, cosa normale visto che si tratta di una Casa Nanica, e del mondo esterno non ci sono segni.

Proseguo subito dietro a Gimli che ancora non riesce a credere a quello che vede. Infondo credo di poterlo capire: nessuno vorrebbe vedere il proprio popolo in queste condizioni. Alle mie spalle ci sono gli Hobbit che proseguono guardandosi attorno guardinghi mentre Legolas appare calmo anche se conosco la sua avversione alle Miniere. Le case dei Nani non sono mai state di grande piacere per gli Elfi... e devo ammettere che non lo sono nemmeno per me.

<< Tutto questo non è reale... non può esserlo >> dice Boromir illuminando con un'altra torcia in legno l'ambiente circostante.

<< Non erano così un tempo questi cunicoli. Grandi feste venivano celebrate in questi saloni e la cordialità dei Nani non era così avversa come negli ultimi cinquant'anni >> risponde Gandalf lasciando trasparire la fatica del cammino. In alcuni punti sembra che il terreno prenda a salire, in altri si cammina sul piano mentre in altri punti ci sono vorticose discese che farebbero accapponare la pelle a chiunque... forse perfino a Glorfindel.

<< Abbiamo fatto bene a lasciar andare Bill. Questi cunicoli non fanno per lui >> dice Frodo cercando gli occhi bassi del proprio giardiniere.

<< Sì avete ragione Padron Frodo. Dopotutto non abbiamo altra scelta se non quella di attraversare questo posto >> risponde Sam sommessamente.

I nostri mormorii si odono appena ma basta una nota troppo alta, un passo sbagliato, un gesto troppo affrettato per creare l'eco: e questo dobbiamo evitarlo.

<< Gandalf chi temi che possa sentirci quaggiù?! >> domanda retoricamente Aragorn che vuole risposte.

<< Non è chi potrebbe sentirci il problema. Ma cosa. Molte cose malvagie hanno abitato questi posti e noi non saremmo in grado di ostacolare un loro attacco >> risponde l'Istar voltandosi verso mio fratello. I suoi occhi azzurri contengono un bagliore che sa di ricordi, di cose non dette e soprattutto di mezze verità.

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