Lotta contro la morte

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Capitolo 48:



Lotta contro la morte

|Viviamo di speranze per poi morire di mancanze|

(Tumblr)

17 Marzo 3019 _ 3° Era della Terra di Mezzo

Ci sono cose nella vita che non si possono decidere. Dettagli che sfuggono sempre al nostro controllo e soprattutto ci sono guerre che non si possono vincere.

Io l'ho sempre vista così: se combatti ti devi mettere in gioco, devi provare a vincere in ogni momento e soprattutto devi essere abbastanza rapida e cauta, al tempo stesso, per prevedere i colpi avversari e trarne vantaggio. Ma quando l'avversario è imbattibile, quando ti trovi a lottare contro la morte stessa come si può pensare di uscirne vittoriosi?

<< Legolas basta! Ora, per quanto sia possibile devi mantenere la calma! >> la voce di Ennon riecheggia nella stanza nonostante la porta in legno della mia stanza sia chiusa. Le voci delle altre persone non sono altro che un mero sottofondo confuso e privo di senso.

<< Come puoi dirmi di mantenere la calma?! Ennon per l'amor dei Valar tu eri lì con me, noi eravamo lì con lei e non siamo stati capaci di aiutarla! >> la voce ansiosa e il tono alto di Legolas sovrastano per qualche istante il lieve borbottio di Ennon che sta cercando, da ormai parecchi minuti, di calmarlo.

No, Legolas non l'ha presa affatto bene. Ma come incolparlo? Nel giro di una notte ha perso me, ha perso... cos'altro ha perso? Forse ha perso la possibilità di una vita in mia compagnia? Al mio fianco? O forse... beh forse ha perso la capacità di amare ancora qualcuno.

Quando ero un po' più piccola ricordo che Elrond mi parlava spesso di come quello che ora è il mio Elfo - aspettate forse dovrei dire, quello che era il mio elfo - avesse perso la madre e poi di come lasciò che le parole di Thranduil gli facessero perdere la sua cara Tauriel e... e di come si sia affezionato a me.

Ecco cosa ci frega ogni volta: l'affezionarsi a qualcuno. Siamo così... così presi da qualcosa che ci affezioniamo a qualcuno senza neppure rendercene conto e infine ne paghiamo le conseguenze. Paghiamo il prezzo dell'aver osato troppo, dell'essere andati troppo oltre e del non essere più stati in grado di tornare indietro. Perchè quando ci si accorge che ci si sta affezionando troppo a qualcuno e che quindi questa condizione d'affetto sta diventando nociva alla nostra salute - meglio dire sopravvivenza - è sempre troppo tardi.

Non ci sono campanelli d'allarme nella vita: la si vive.

Come una partita a scacchi: la si gioca e se si fa la mossa sbagliata... beh si perde. Si perde TUTTO. In questo caso si perde la propria vita, il bene più prezioso che abbiamo e che ci caratterizza: si perde.

<< Lo so, Legolas. Le volevo bene anche io! Cosa credi che stia facendo Amdir?! è lì dentro con lei da quasi due giorni a cercare un modo per aiutarla, per capire quello che le sta accadendo, per provare a comprendere il dolore che sta provando e quindi per aiutarla a guarire: sono due giorni. Le sta accanto da due giorni e in questi due giorni non ha fatto altro che sperare >> risponde Ennon e son certa che in questo momento ha le braccia posate sulle spalle di Legolas e senza timore lo sta guardando fisso negli occhi.

Ennon e Legolas sono amici da tanto, per la precisione da molto prima che io nascessi. Tra loro, per quello che ne so, non ci sono mai state litigate, mai una volta hanno avuto qualche divergenza... insanabile per così dire. Hanno sempre parlato fuor dai denti, per dirla con un detto tipico della mia razza. Eppure non li ho mai sentiti alzare la voce. Mai.

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