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Giro la chiave della porta ed esco dal bagno. Guardando l'ora noto con piacere che sono le 19:05 significa che il negozio chiude. Torno di la in cerca di Ben.
-Ma dove accidenti eri finita?!- mi chiede vedendomi arrivare
-Scusa, mi sono sentita poco bene...- gli rifilo la prima scusa che mi viene in mente
-Ora come stai?- sembra preoccupato
-Tutto passato..- faccio un sorriso finto.
-Vatti a cambiare a va a casa-
-Ma no, ti do una mano...-
-Insisto...- mi spinge lievemente su una spalla
-Ma..- protesto
-Va..non ti preoccuoare- in questo momento mi sento una schifosa. Mi sono nascosta per più di venti minuti in un bagno per evitare un ragazzo, e ora lui mi manda a casa senza farmi mettere a posto e pulire perché pensa che sono stata male. Senza protestare vado a togliermi la giacchetta sul retro, recupero la mia borsa e torno all'entrata.
-Allora io vado...- dico a Ben per accertarmi che sia d'accordo
-Certo certo piccoletta. Ci vediamo domani mattina. Passa una buona serata- mi fa un sorriso sincero prima di continuare a pulire il banco.
-Anche tu. A domani- esco dal negozio e mi sento improvvisamente soffocare dal caldo. Dentro in negozio si stava da dio con l'aria condizionata ma qua fuori...meglio che mi muovo, altrimenti mi squaglio come un cono gelato. Mi metto gli occhiali, e come sempre percorro i due chilometri a piedi. Tutto fila liscio fino a quando arrivo nella mia via. Come inizio a percorrerla un improvvisa ansia mi attanaglia lo stomaco, e cresce ad ogni passo. Quando sono quasi davanti alla casa del mio vicino addirittura sono convinta che potrei svenire dall'ansia. E se uscisse mentre passo li davanti? O peggio, se fosse già fuori a bagnare i fiori?! Ma che dico uno come lui non bagna i fiori. Mi fermo dietro alla staccionata della casa prima del mio vicino. E arrivato il momento di prendere una decisione. Camminare a testa alta e fare finta di niente? Oppure imitare un maratoneta e fare gli ultimi metri che mi rimangono per arrivare a casa tutti di corsa? Per prima cosa devo accertarmi che lui non sia fuori. Molto lentamente mi sporgono e osservo il giardino, ma di lui nessuna traccia. Allora mi affaccio un po di più, in moda da avere una visuale completa della casa, ma neanche così di lui non c'è traccia. Mi ritiro e faccio un sospiro di sollievo. Forse non è in casa. Senza ulteriori indugi mi avvio a passo tranquillo verso casa, solo che quando ho fatto pochissimi passi la stessa sensazione di stamattina si fa strada in me. Mi fermo a metà del percorso. Esattamente davanti alla porta d'entrata di quella casa. Mi sento osservata. So che non dovrei, ma lo faccio. Mi giro leggermente verso quella casa che sicuramente rimarrà impressa nella mia mente fin che non muoio come la casa della paura, nonostante sia una bellissima casa tinta di bianco e molto curata.
Osservo tutte le finestre da dietro le lenti scure degli occhiali, ma di lui nessuna traccia. Riprendo a camminare, senza più dare ascolto a quella sensazione. Quando arrivo davanti casa apro la porta ed entro veloce richiudendomela alle spalle, come per lasciare fuori il mostro cattivo che mi insegue. Solo ora mi rendo conto di avere il fiatone e il cuore che batte ad una velocità impressionante nel petto.
-Abby, sei tu?- sento la voce di mia madre che mi chiama da chissà quale parte della casa
-Sí, sono io...dove sei?- chiedo avvicinandomi alle scale
-In camera mia...- Urla dal piano di sopra. Salgo le scale velocemente e vado in camera sua, che è situata sul retro della casa, per vedere cosa sta combinando.
È intenta a fissare qualcosa fuori dalla finestra -Che guardi?!- chiedo avvicinandomi a lei.
-Il nostro nuovo vicino- mi dice tranquilla
-Cosa?!- Il mio cuore si era appena calmato, e ora riprende la sua veloce corsa. Sono sicura che l'infarto sia vicino. Ho avuto più batticuori in meno di ventiquattr'ore con lui che in tutta la mia vita. Mi avvicino alla finestra molto velocemente, e sposto mia madre in modo poco aggraziato. Se ne sta nel suo giardino sul retro con una bottiglia di birra in una mano, la sigaretta nell'altra fermo a fissare una moto nera opaca.
-Non mi piace quel tipo- afferma mia madre, e non avevo dubbi. Da quando papà non c'è più è difficile ci sia una persona che le piaccia. Non prova neanche più simpatia per il postino, un uomo sui cinquanta che ci consegna la posta da quando ero bambina. Tragica la cosa.
-Che hai fatto oggi?- le chiedo per cambiare discorso, ma continuo a fissare lui dalla finestra.
-Sono andata a consegnare i manoscritti che ho finito di leggere e correggere-
-E?- la invito a continuare, altrimenti da lei non saprei niente
-E ho passato la giornata li. Ho altri 3 manoscritti da leggere- spiega vicino a me con lo sguardo fisso sul nostro vicino
-Beh, direi bene...no?- in risposta mi fa un cenno affermativo con la testa.
-Buu!!- Urla mio fratello dietro di noi spaventandoci.
Mi appoggio alla parete e metto una mano sul cuore. Faccio dei respiri profondi, e quando mi sono calmata un pochino, come una furia mi avvicino a mio fratello che è disteso sul letto a ridersela come un matto. Prendo una delle pantofole di mia madre che è aterra ai piedi del letto, e incomincio a picchiando con quanta più forza possibile.
-Sei un Cretino! Un Cretino!! Un cre-ti-no!!- quando sono soddisfatta mi tiro su e butto a terra la pantofola di mia madre e mi sposto i capelli da davanti al viso. Garret invece è ranicchiato sul letto, e sta ancora ridendo. Scuotono la testa e mi rivolgo a mia mdre -Ho fame. Hai già qualcosa di pronto?-
-Una pasta fredda. Con questo caldo è l'ideale. L'ho preparata appena sono rientrata e ora è in frigo- dice mentre esce dalla camera e io la seguo. Lei non dice mai niente quando io e mio fratello litighiamo. Non lo ha mai fatto. Era papà quello che prendeva sempre le mie difese, e che appena mi sentiva urlare un pochino correva a vedere cosa era successo. Addirittura una volta, quando ero piccola, Garret aveva staccato la testa ad una mia Barbie e l'aveva buttata giù per il water. Mio padre è andato ad aprire la fognatura per cercare di recuperare, e stranamente c'è riuscito. Poi ha preso una scatola e ha messo dentro le due parti separate della Barbie e le ha fatto il funerale in giardino. Ora mi restano solo i ricordi di lui.
Seguo mia madre fino in cucina, e poi l'aiuto a preparare la tavola.
Dopo cena lavo i piatti, e poi mi metto con mia madre e mio fratello sul divano a guardare un film e nel frattempo messaggio con Dena. A metà film sono stufa, per cui mi alzo e do la buonanotte. Salgo in camera e mi faccio la doccia, quando esco dal bagno mi metto l'intimo e recupero da sotto il cuscino la canottiera della sera precedente. Quando sono finalmente vestita esco sul balcone e mi metto sulla mia sdraia. Come ogni sera sto lì a fissare le stelle, e a sognare.
-Ehi Abby- la voce di mio fratello spezza il magnifico silenzio che c'era nella stanza.
-Cosa vuoi anche stasera? Anzi no, aspetta. Vuoi chiedermi se un altra volta posso andare a lavoro a piedi...giusto?- Ultimamente è solo per questo che viene in camera mia. Prima lo faceva per parlare e confidarsi, ma da quando fa il muratore è così stanco che a volte crolla sul divano subito dopo cena.
-Esatto. La mamma ha bisogno della macchina anche domani...-
-Ma perché queste cose non me le dite a cena scusa?- chiedo leggermente infastidita.
-Perché mi ricordo sempre tardi di chiederlo alla mamma. Fosse per lei c'è lo direbbe alla mattina-
-Va bene. Vado ancora a piedi!- sot dopo un momento di silenzio.
Mio fratello è appoggiato allo stipite della portafinestra, ha le braccia incrociate su petto e sta guardando la casa difronte alla nostra. Cosa che io non ho il coraggio di fare dopo la veduta della sera prima, ho un po' di paura che si ripresenta sempre lo stesso panorama. Non che la cosa mi dispiaccia eh, mettiamo in chiaro le cose. È l'imbarazzo che viene dopo che mi frena.
-Sera...- mio fratello saluta educatamente alzando una mano. Io continuo a tenere lo sguardo davanti a me, non ho il coraggio di girarmi, perché so che mio fratello ha salutato proprio lui.
-Vado a dormire. Buonanotte- Garret mi passa una mano sulla testa per infastidirmi e poi se ne va, lasciandomi sola.
Non so che fare. Mi alzo ed entro senza neanche dare una sbirciatina, oppure mi arrischio e guardo? Visto che sono scema, opto per la seconda. Mi tiro su a sedere e do una guardatela. È ancora lì maledizione! E mi sta guardando con un ghigno divertito. È senza maglietta e ha la sigaretta accesa tra le dita.
Non so esattamente cosa mi prenda, ma dopo essermi alzata in piedi gli mostro il dito medio facendolo scoppiare a ridere. E che risata ragazzi. È perfetta, calda e coinvolgente. Bella come lui. No aspetta...questo non va bene. Mi giro ed entro in camera tirando solo le tende per far si che l'aria serale passi lo stesso. Poi mi metto nel letto e mi addormento velocemente, sognando due magnifici occhi azzurri.

Il Vicino Di CasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora