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Scusate il mio periodo di assenza, ma non sapevo come continuare..
Buona lettura :)

Sono passate due settimana da quando mi sono svegliata, e ora va un po meglio.

Ho sempre quei malefici doloranti che mi perseguitano in ogni cosa che io faccio, ma in confronto all'inizio sono molto migliorati.

I dottori mi hanno anche dato il permesso di spostarmi in giro per l'ospedale, con l'ausilio di una sedia a rotelle di due braccia forti che abbiano la pazienza di spingermi lungo i corridoi.

Inutile dire che avrei preferito fossero quelle di Isaac le braccia...ma mi devo accontentare di quelle dei ragazzi.

Loro cercano di non lasciarmi mai sola, e cercano anche di non farmi mancare niente...ma non è possibile colmare la sua mancanza.

Non l'ho potuto neanche mai sentire per telefono in queste due settimane, perché Isaac ha diritto ad una chiamata alla settimana, e quando la usa Derek non è mai con me per darmi la possibilità di sentire la sua voce.

Gli ho chiesto se quando mi toglieranno il gesso, lui mi accompagnerà da Isaac, ma Derek ha risposto che preferisce di no, che quello non è un posto dove potermi portare.

Io non credo di riuscire a stare un anno intero senza ne poterlo vedere ne poterlo sentire; mi sento morire già adesso senza lui, ed è passato un solo mese.

Quindi penso che cercherò di aspettare giusto il tempo di guarire, e poi da sola di nascosto o con uno dei ragazzi andrò da lui. Che loro lo vogliano oppure no.

Se i dottori sono di parola, oggi fortunatamente é il mio ultimo giorno in ospedale. Il che è una gran cosa, perché non ne posso più di stare chiusa qua dentro.

Però questo implica anche farsi il viaggio in aero fino alla nuova casa, perché qui non abbiamo più niente, e vivere in un albergo fino a quando io starò veramente bene non è possibile. Derek, Igor ed Edgar hanno traslocato già tutto quello che potevano.

Come ogni mattina, l'infermiera che entra nella stanza per controllarmi mi sveglia aprendo la porta cigolante.


Il che è abbastanza inquietante, perché sembra il portone di un vecchio castello degli orrori.


La sento camminare affianco al mio letto mentre lentamente io mi stiracchio e cerco di abbituare gli occhi al chiarore nella stanza.

Ma mi accorgo subito che qualcosa non va però.

Nella stanza non c'è il solito profumo di caramelle che si porta lei dietro, e poi appena io ho aperto gli occhi lei non mi ha salutata, e di solito lo fa sempre.

Volto la testa dalla parte opposta, e con orrore scopro che al mio fianco c'è Albert.

-Cosa ci fai qui?- chiedo passando lo sguardo sulla stanza.

Sono sola.

E per di più pure bloccata a letto impossibilitata a difendermi qualora ce ne fosse bisogno.

-Cosa credevi?!- dice con un orrendo ghigno sulla faccia -che una volta saputo cosa ti fosse successo non sarei venuto da te? Approfittando anche del fatto che il tuo nuovo ragazzo e rinchiuso a chilometri da qui?! Beh, ti sbagliavi-

Il Vicino Di CasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora