Passo la mattinata a mettere a posto i nuovi arrivi, mentre penso a Isaac. Non riesco ancora a crederci, l'ho abbracciato. E lui ha ricambiato. Mi chiedo cosa mi sia passato per la testa in quel momento. Capisco la felicità per la macchina, ma addirittura abbracciarlo? Mi devo dare una regolata e ricordarmi cosa mi sono imposta ieri sera. Devo stargli il più lontano possibile. In tutti i sensi.
-Le birre, cazzo! Mi mancano le birre!- una voce mi distrae dal mio lavoro
-Oh, ma dai. Le avrà già lui...- Brontola una altra voce. Ad occhio e croce, da come sento le loro voci sono in cima alla mia corsia.
-Ma io le voglio prendere lo stesso. Se solo le trovassi cazzo!- i passi si fanno sempre più vicini e io continuo a mettere in ordine le cose.
-Ehi bellissima...- i passi si formano improvvisamente dietro di me, quindi deduco che si stia rivolgendo a me. Mi giro lentamente e osservo il ragazzo dietro di me.
-Lavori cui?- chiede con un sorriso storto che lascia itravedere i denti bianchi mentre mi squadra da cima a fondo. È alto almeno uno e novanta. Ha i capelli biondi, rasati sui lati e con una piccola cresta al centro. Gli occhi sono scuri e profondi. A coprire la mascella c'è un incredibile barba, e cosa ancora più incredibile, indossa una giacca di pelle. Se ha trovato il modo per non sudare, lo deve assolutamente condividere con me.
-Si!?- doveva sembrare un affermazione, invece mi è uscita più come una domanda.
-Mi sapresti dire dove sono le birre?- chiede -ho qualche difficoltà a trovarle..-
-Te credo...- dice la seconda voce -tra la mega canna che ti sei fatto e le birre che ti sei bevuto prima...mi chiedo come fai a camminare ancora dritto- a parlare è un ragazzo moro, con i capelli rasati e due occhi azzurri. Non è alto come il primo, ma le sue spalle larghe, e i muscoli che escono dalla maglietta fanno sì che non sia meno...visibile. Diciamo che a modo suo si fa notare.
-Urlalo più forte Edgar! La vecchia alla cassa temo non ti abbia sentito- è un terzo ragazzo a parlare. Sta camminando lungo la corsia nella nostra direzione.
-Non chiamarmi così. Odio quel nome- il ragazzo dagli occhi azzurri si gira a guardarlo.
-Mi chiedo a cosa pensava tua madre quando ha scelto il tuo nome...- è sempre il terzo ragazzo a parlare. Si fa sempre più vicino, e io posso vederlo bene ora. Sarà alto all'incirca uno è ottanta, ha i capelli neri e pettinati all'indietro. Gli occhi verdi, e il fisico magro.
-Senti Igor...- il ragazzo davanti a me sembra risvegliarsi improvvisamente -la questione ora non sono le mie canne, ma la mia birra. Quindi rompi meno il cazzo e taci- Ammetto che vorrei guardarli ad occhi sbarrati, ma la mia posizione lavorativa me lo impedisce. Ben quando mi ha assunta la prima cosa che ha detto è stata: "mai fissare i clienti, mai mostrarsi turbati, e sopratutto non giudicarli mai, per nessun motivo" e se io ora li guardarsi con gli occhi fuori dalle orbite sono sicura che mancherai il terzo punto. Il biondo torna a girarsi verso di me
-Quindi bellissima, le birre sono...?- le mie guance decidono di prendere un imbarazzante color rosso proprio ora.
-Ultima corsia da quella parte- mormoro con un filo di voce appena udibile indicando dovati a me
-Oh, grazie!!- mi mette le mani sulle guance e mi attira a se per stamparli un bacio sulle labbra. Che schifo!!
-Ehi ehi Derek! Piano o mi spaventi la piccoletta- un altro no eh!! Mi basta e avanza Isaac con quel cavolo di soprannome.
Edgar si fa avanti e me lo leva di dosso -Scusalo...è un po' fuori di sé..- mi fa un sorriso tirato e poi spinge l'amico lungo la corsia. Igor invece rimane li fermo a fissarmi. Mi guarda con sufficienza e con sguardo critico per un momento, poi alza le spalle come per dare una risposta che probabilmente si era posto mentalmente e si avvia al seguito degli altri due. Ok, lui mi fa un po' paura. Alle 14 finisco di lavorare. Mi vado a togliere il giacchetto e uscendo saluto gli altri dipendenti che lavorano fino a tardi. Pesco le chiavi dell'auto dalla borsa, la apro e mi ci siedo dentro. Quando mai mi, capita un occasione simile? Stare seduta in una macchinari del genere non succede tutti i giorni da queste parti, dove regnano solo pick up e catorci come quelli di mia madre. Quindi mi prendo la libertà di allungare la strada per andare a casa, facendola passare da due kilometri a quindici. Tornando però mi sento in colpa, perché in fondo sto abusando di una cosa non mia. Così mi fermo al primo distributore che trovo e faccio il pieno. Quando arrivo a casa, guido l'auto lungo il vialetto fino al garage e poi la spengo.
Cosa devo fare adesso? Lasciargli l'auto con le chiavi su qui? E se poi la rubano? Forse dovrei mettere le chiavi nella cassetta della posta...ma poi sembrerei maleducata. È giusto che lo ringrazi.
Estraggo la chiave dell'accensione e scendo. Percorro il vialetto che va alla porta con l'ormai solito batticuore che accompagna la vista di Isaac. Mi fermo e prendo un profondo respiro pregando che non mi veda da dietro una delle finestre e poi busso.
Da dietro la porta sento delle voci e dei passi veloci, poi la porta si apre e davanti a me compare Derek.
-Bellissima?!- esclama subito riconoscendomi, e la cosa mi stupisce. Pensavo fosse ubriaco.
-Eem...mmmm..eee...-Questo è tutto quello che la mia bocca è in grado di produrre ora. Mi prenderei a sberle se solo non passassi ancora di più da scema.
-Con calma e a parole tue...- mi dice il ragazzo davanti a me. La voglia di prenderlo a sberle sta salendo alle stelle. Se prima pensavo che il soprannome che mi ha dato lui era bello, ora preferisco quello di Isaac. Ma a lui non lo dirò mai.
-Madonna mia che coglione!- sussurro
-Non ho capito cosa hai detto, puoi ripetere?- si abbassa leggermente in avanti, in modo da essermi un po più vicino.
-C'è Isaac?- chiedo
Lui si gira verso l'interno della casa e urla -Isaaaaac!!-
Pochi istanti dopo, dietro di lui compare il mio vicino. Ha la sigaretta tra le labbra, ma come mi vede la toglie e mi sorride -Ehi piccoletta!-
-Insisti ancora con quel cavolo di piccoletta?!- sbotto incrociando le braccia, tanto la maglia copre benissimo le mie tette e lui non può dire niente.
-Anche se maggiormente coperte, il gesto richiama alla memoria il ricordo...- penso mi abbia letto nel pensiero. È possibile? Lo guardo attentamente, e noto che ha un ghigno divertito sul volto. Mi sta già urtando. "Abby, ricordati cosa ti sei imposta" mi ricorda una vocina nella mente. Giusto. Meglio tagliare corto e andare via.
-Ecco le chiavi. Grazie- tendo la mano e gli porgo le chiavi. Lui mentre da un tiro alla sigaretta allunga la mano le prende, senza toccarmi.
-Perché non ci hai detto che la tua vicina è quella che lavora al supermercato?- chiede Derek. È vergognoso dirlo, ma mi ero dimenticata della sua presenza. Era come svanito per un momento.
-E tu com'è che sai che lavora al supermercato?- Isaac si gira serio verso di lui
-L'abbiamo vista prima..- in quel momento gli altri due ragazzi, Edgar e Igor compaiono affianco agli altri due come se avessero sentito di essere stati nominati -Vero ragazzi?- chiede conferma Derek
-Oh si...tu avessi visto che bacio gli ha dato...- dice Edgar, e io vorrei trucidarlo. Questo è il classico ragazzo che non sa tenere la bocca chiusa
-Cosa?!- chiede Isaac voltandosi verso Edgar
-Derek, prima l'ha baciata...- ripete Il moro
-Veramente, quello non lo si può definire bacio....-protesto
-Va a casa- dice secco Isaac.
-Cosa?- Chiedo un po spaesata.
-Va via!- ripete brusco. Lo osservo senza capire, e non sono la sola, a quanto pare anche i suoi amici lo giardano straniti.
-Derek...- dice i
Igor -A quanto pare stai pisciando su terreno non tuo...-
-Ma cosa dici?! È impossibile con lui...-
Si lamenta il biondo
-Non si tratta di questo!!!- dice Isaac brusco -Con lei non si può fare e basta!- prende fiato e poi ripete -Va a casa Abby!- vorrei avere un libro che mi spieghi quello che è appena successo. Si è alterato per una fesseria, una cosa insignificante. Una cosa è sicura: non gli muoio dietro.
-Fanqulo!!- mi giro e scendo veloce i gradini, corro fino a casa ed entro senza sbattere la porta. Da oggi non gli parlo veramente più, mi ha rotto. Non mi può trattare così!
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Il Vicino Di Casa
RomanceSono sempre stata chiusa nel mio mondo fatto di abitudini e monotonia. Fino al suo arrivo. Lui ha portato una ventata d'aria fresca nella mia vita. Isaac è il mio opposto, non dovrebbe piacermi, e invece contro ogni proposito e proibizione che mi fa...