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Lasciare Isaac una seconda volta è stato difficilissimo.

Baciarlo e toccarlo ancora una volta con la consapevolezza che lo avrei potuto rifare chissà quando, mi ha straziata.

-Dobbiamo solo tenere duro Abby- mi dice Derek mentre prendiamo posto sull'aereo.

-Non so se ci riesco- mi asciugo una lacrima che sfugge al controllo -questa situazione incomincia a pensarmi davvero molto-

-Lo so, è per tutti noi così...però devi anche pensare a lui li dentro...come credi si possa sentire se sa che ti stai abbattendo in questo modo? Pensaci un istante...quello che ha fatto, è anche per salvare te...penso che il minimo che possiamo fare sia trovare la forza di andare avanti-

Ha ragione.

Fisso lo sguardo sulla pista fuori dal finestrino senza ribattere niente. Il minimo che posso fare veramente è starmene zitta e aspettare che il tempo passi più velocemente possibile.

Quando alcune ore dopo rientriamo a casa, mi chiudo in camera e mi stendo sul letto in cerca del miglior modo per far passare velocemente questi mesi.

Per prima cosa potrei cercare un lavoro; poi potrei trovarmi un hobby...

Non mi serve altro che la prima opzione

Mi alzo di scatto, presa da un momento di felicità e mi metto subito all'opera.

Torno in cucina e prendo i giornali accatastati in un angolo, cerco il più recente e incomincio a fare una selezione dei migliori annunci di lavoro che trovo sopra.

Il giorno seguente scrivo una lista di tutti i posti in cui mi devo presentare e per la prima volta dopo tanto tempo, prendo la mia macchina e da sola incomincio a girare per la città.

Mi perdo svariate volte, e altrettante mi tocca fare inversione facendo arrabbiare non pochi automobilisti.

Quando ormai ho girato già tre negozi di vestiti, un grande magazzino, un ristorante e due bar, lo sconforto incomincia a farsi sentire. Ugualmente però decido di proseguire la mia ricerca di un lavoro puntando all'ultimo alimentari che avevo segnato sulla mia lista.

Ammetto che non è proprio quello che volevo, speravo che dopo Ben avrei trovato sicuramente qualcosa di migliore...ma al momento va bene così.

Parcheggio l'auto davanti al negozio e mi soffermo ad osservare il via vai di persone all'interno, e dopo aver preso un profondo respiro scendo dall'auto e mi avvio al suo interno.

Vado dritta all'accettazione e ad una ragazza carina dietro il bancone chiedo di poter parlare con il direttore.

-Certo, un mento che lo chiamo- risponde cortese prima di prendere il telefono e comporre un numero -Jeremiah, c'è una ragazza che chiede ti te qui al bancone...- dice dopo pochi istanti -perfetto, ora la avverto grazie- posa la cornetta e sorridendomi mi avverte -Qualche minuto di pazienza e arriva- dopo di che prende un plico di fogli e sparisce

Mentre aspetto mi guardo attorno e osservo il negozio in tutta la sua grandezza, faccio i paragoni con quello in qui ero abituata a lavorare prima e arrivo alla conclusione che questo è molto più grande.

-Sono Jeremiah- un uomo in giacca e cravatta all'incirca sui cinquant'anni con i capelli brizzolati, il viso magro e due occhi scuri sorride entrando nel mio campo visivo

-Abigail Wood- dico porgendo la mano che lui prontamente stringe -Sono qui per l'annuncio che avete messo sul giornale-

-Ottimo- sorride -andiamo nel mio ufficio dove stiamo più comodi?- con un cenno della mano mi invita a seguirlo lungo un corridoio del negozio, fino ad un piccolo ufficio nel magazino

Il Vicino Di CasaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora