Capitolo settimo *Blaire*

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Le ore che seguirono furono confusionarie, la voce del risveglio di Boyd si era diffusa in fretta, quindi nella sua stanza d'ospedale c'era un continuo via vai di gente.

Chloe era arrivata addirittura in ciabatte, buttandosi addosso a suo fratello mentre piangeva e rideva contemporaneamente:

"Fratello cattivo! Mi hai fatto venire un colpo, Dio mio!" strillò stringendolo a sé e lui rise baciando la sorella sulla testa.

"Anche tu mi sei mancata, sorellina"

Si strinsero ancora un po', poi Chloe, dopo essersi asciugata le lacrime, venne ad abbracciare me:

"Ti voglio tanto bene, B! Mio fratello è davvero un uomo fortunato!"

"Oh, Chloe anche io ti voglio bene!" risposi, abbracciandola stretta.

Boyd ci guardava dal suo letto con un sorriso gioioso e quando Chloe se ne accorse, ridacchiò:

"Che c'è?"

"Siete le donne più importanti della mia vita, voi due" mormorò lui in risposta ed io mi sentii sciogliere.

Non appena Chloe uscì dalla stanza, entrarono alla spicciolata Luke (avrei giurato di vedere delle lacrime anche su di lui), Claire, Selina e Jeremy.

Boyd rise ed abbracciò tutti mentre io, dal canto mio, non riuscivo a smettere di sorridere e scherzare con chiunque: ero la felicità fatta persona.

Nel pomeriggio spostarono Boyd dal reparto di terapia intensiva e lo misero in una stanza più piccola, comunicandoci che prima di poterlo dimettere avrebbe dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione.

"Piccola, stenditi con me" mi disse, una volta che fummo rimasti da soli.

Senza alcun indugio mi alzai dalla sedia di plastica e mi distesi accanto a lui, raggomitolandomi nel calore del suo corpo.

"Ti ho rovinato tutto" mormoro d'un tratto, giocando con i miei capelli.

Mi alzai di scatto e lo osservai in viso: i suoi occhi esprimevano rammarico e tristezza.

"Cosa vuoi dire?" mormorai senza capire.

"La competizione. A causa mia hai rinunciato ad una vittoria che quasi sicuramente avevi già in pugno. Ti avevo promesso che avremmo vinto e invece non ho mantenuto la mia parola. Non me lo perdonerò mai, Blaire. Mi dispiace tantissimo"

Come poteva pensare quello?

Non mi interessava nulla della competizione, lui era vivo, quello era tutto ciò che per me contava.

Gli presi il viso tra le mani per far sì che mi guardasse dritto negli occhi e in un momento ebbi tutta la sua attenzione:

"Ascoltami bene: tu non mi hai rovinato niente. Tu sei qui con me, questo per me è tutto ciò che conta, hai capito?"

"Blaire... non avrai la tua borsa di studio..."
obiettò, ma io gli misi due dita sulla bocca.

"Non me ne frega niente della Juilliard, prenderò il diploma alla Robert's e... Claire mi avrebbe anche proposto un impiego, ma le ho detto che non so ancora se accetterò" buttai lì.

"Che lavoro?" mi chiese, con gli occhi che brillavano d'interesse.

"Mi ha proposto di tenere un corso di danza propedeutica per bambine dai sette ai nove anni alla Robert's. Ho sempre avuto il pallino dell'insegnamento e sarebbe un sogno che si realizza conciliare sia l'insegnamento che la danza, ma..."

"Ma...? Aspetta un secondo, non stai esitando a risponderle per causa mia, vero?"

"Beh... io aspetto solo quello che i medici..."

"Non esiste, Blaire." disse deciso, interrompendomi.
"Non permetterò per nulla al mondo che tu metta in pausa la tua vita per me"

"La mia vita è accanto a te" mormorai, vedendo chiaramente come la sua espressione dura di qualche secondo prima si scioglieva.

Mi attirò al suo petto e mi baciò la testa:

"E la mia accanto a te. Ti amo e proprio perché ti amo, voglio che non ti lasci sfuggire queste occasioni. Mi prometti che accetterai se questa proposta ti rende felice?"

Lo guardai e vidi che aspettava la mia risposta con ansia, disegnandomi distrattamente dei cuori sulla schiena con le dita.

Gli sorrisi e lo baciai velocemente:

"Te lo prometto"

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