Capitolo diciassettesimo *Boyd*

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Mentre guidavo attraverso le strade trafficate, non riuscivo a smettere di lanciare frequenti occhiate a Blaire.

Era così bella mentre guardava fuori dal finestrino, il viso illuminato dalle luci colorate che accendevano le strade la sera.

Solo ripensare alla sua espressione mentre picchiavo Carrick, al suo pianto disperato e al modo in cui si era scostata da me quando le ero andato vicino...

Dio, mi sentivo un coglione.

Le misi una mano sul ginocchio, deciso a spezzare il silenzio angoscioso che regnava nell'auto:

"A cosa pensi, amore?"

Lei si riscosse quasi con un sobbalzo, come ricordandosi solo in quel momento della mia presenza.

"Penso a come ti sei procurato quelle ferite sul viso. Penso a come hai evitato di rispondermi quando te l'ho chiesto prima" rispose.

Non sembrava arrabbiata, il suo tono risultava solamente stanco, cosa che possibilmente mi spaventò ancor più.

Avrei potuto mentirle certo, sarebbe stato più facile, ma non potevo farlo.

Ero innamorato di lei e non volevo prenderla in giro. Mai più l'avrei fatto.

"Possiamo parlarne a casa? Siamo quasi arrivati"

"Okay" accordò lei, facendomi un piccolo sorriso.

Merda, avevo una tale paura che il cuore mi batteva all'impazzata nel petto.

Si sarebbe infuriata all'inverosimile ed io non potevo tollerare un solo altro giorno di freddezza da parte sua.

Sembrava incredibile, ma avevo bisogno della sua vicinanza ogni secondo: se litigavamo e non dormivamo insieme, di notte gli incubi non mi lasciavano scampo, mentre di giorno la sua costante mancanza era tanto tangibile da mandarmi fuori di testa.

Quella ragazza era tutto per me ed il bisogno che avevo di lei mi spaventata a morte.

Con il cuore in gola, parcheggiai la macchina in garage e spensi il motore, respirando profondamente.

Blaire mi scrutò attentamente e, quando scesi dall'auto mi raggiunse in un attimo e mi prese il viso tra le mani, inchiodandomi con quei suoi incredibili occhi verdi.

"Smettila di essere agitato, okay? Io ti amo, ti amo, accidenti. Non scapperò da te urlando alla prima difficoltà. Ficcatelo in testa" mi disse, senza l'ombra di un sorriso.

"Blaire..."

"No, Boyd. Ora andiamo a casa e mi racconterai qualsiasi cosa ti preoccupi. Forse mi arrabbierò, forse ti urlerò contro, ma sarò con te. Sarò al tuo fianco sempre"

La afferrai per la vita e la trascinai a me, prendendole il viso tra le mani e scrutandola in ogni parte perfetta del volto.

"Sei ancora convinta di non volermi sposare?" le dissi sorridendo.

Lei scoppiò a ridere e mi buttò le braccia al collo, unendo le labbra alle mie.

La baciai a mia volta e quel solo contatto mi tranquillizzò più di mille parole.

Lei era la donna della mia vita, mi amava e non mi avrebbe lasciato.

Salimmo in casa mano nella mano, continuando a baciarci anche nell'ascensore.

Mi staccai da lei solo per prendere le chiavi e aprire la porta, ma, quando la ebbi richiusa dietro di noi, la presi di nuovo tra le braccia e ricominciai a baciarla.

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