Capitolo ventottesimo *Boyd*

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Aspettavo seduto sul divano, tamburellando distrattamente con il piede sul pavimento, che Blaire uscisse dal bagno.

Dopo il chiarimento, ci eravamo trattenuti ancora qualche ora a casa di Selina e l'avevamo aiutata a cucinare per la cena della vigilia, ma poi Blaire aveva voluto tornare a casa per cambiarsi.

Da allora era chiusa in bagno da quella che mi sembrava un eternitá.

Diedi un'occhiata all'orologio sul telefono e alzai gli occhi al cielo, vagamente divertito.

Per quanto l'amassi, dovevo ammettere che Blaire e la puntualitá vivevano su pianeti diversi e che, se non l'avessi avvertita al più presto, anche quella sera saremmo arrivati in ritardo.

"Amore, a che punto sei?" le urlai dal soggiorno.

Dal bagno mi raggiunse un'imprecazione e un urlo di frustrazione, cosí mi avvicinai.

Lei aprí la porta prima che facessi in tempo a farlo io e mi lasció letteralmente senza fiato da quanto era bella.

Gli occhi e le lunghe ciglia erano truccati con cura, così come le labbra carnose erano delineate da un rossetto rosso scuro. Sulle guance c'era una punta di fard che gliele rendeva rosate ed i capelli erano sciolti ed arricciati in morbidi boccoli che le ricadevano fino alle costole.

Indossava un vestitino verde scuro con la gonna a giro che le arrivava poco sopra al ginocchio ed evidenziava tutto il suo fisico mozzafiato.

Nonostante ció, la sua espressione era scocciata:

"Sono una balena! Non riesco a chiudere questo maledettissimo vestito sulla schiena e faremo tardi, accidenti!" esclamò infatti, sbuffando sonoramente.

Per l'ennesima volta, non era consapevole della sua bellezza da capogiro.

"Sei bellissima, fragolina"

"Lo dici solo perché sono incinta ed irritabile. E perché sei innamorato di me" sbottò.

Scoppiai a ridere e scossi la testa.

"Ti amo sí, ma questo non mi rende cieco. La gravidanza ti rende ancora piú bella, nessuna ragazza può reggere il confronto con te. Su, girati: provo io ad allacciartelo"

Sorrise con gli occhi che le brillavano e mi diede la schiena, spostandosi i lunghi capelli biondi su una spalla.

Le tirai su la zip del vestito con un pò di difficoltà, ma quando ci riuscii mi chinai a baciarle una spalla e le dissi:

"Tutto sistemato, possiamo andare"

Raggiungemmo l'auto carichi di sacchetti colmi di regali e solo in quel momento mi resi conto di quanto la mia vita era cambiata da quando conoscevo Blaire.

Solo l'anno prima avevo trascorso il Natale in compagnia di alcol, erba e ragazze di cui nemmeno sapevo il nome, passando la notte chino a vomitare sul water di qualche bar, mentre quella volta l'avrei passato in compagnia della mia famiglia allargata.

Avremmo cenato insieme, riso e scartato i regali.

Forse Blaire avrebbe anche cantato le canzoncine natalizie che da giorni le sentivo fischiettare.

La normalità era meravigliosa.

Quando finalmente giungemmo a destinazione, la casa di Selina profumava di biscotti alla cannella e tacchino farcito, le casse della musica sparavano a volume soffuso Last Christmas e tutti chiacchieravano allegramente.

"Finalmente siete arrivati!" ci accolse la padrona di casa, venendo ad abbracciarci.

Ci portó in sala da pranzo, dove una lunga tavola era apparecchiata e salutammo tutti gli altri presenti.

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